Categoria: Numero 12 (primavera 2017)

La recensione / 3 – Trapiantare: traduttori come mediatori culturali, o della traduzione come atto di cura

di Roberta Sapino |

Traduttori come mediatori culturali,a cura di Sergio Portelli, Bart Van den Bossche e Sidney Cardella, Franco Cesati Editore, Firenze 2016, 173 pp., € 17,00

Tradurre, lo dice la parola, è tra-durre, portare al di là, tendere ponti verso sponde straniere, più o meno note, più o meno lontane. L’immagine del traduttore-traghettatore, non a caso, è ricorrente, tanto nella saggistica critica quanto nelle parole dei traduttori chiamati a descrivere se stessi.

Un’altra immagine, meno frequentata, si disegna davanti agli occhi del lettore che si addentra tra le pagine di questo volume:

La recensione / 4 – L’operaio e la piccola borghese

di Gianfranco Petrillo
A proposito di: Elio Vittorini, Si diverte tanto a tradurre? Lettere a Lucia Rodocanachi, 1933-1943, a cura di Anna Chiara Cavallari e Edoardo Esposito, Milano, Archinto, 117 pp., € 20,00.

Ormai Lucia Rodocanachi non è più soltanto «mitica»: è un personaggio centrale della storia letteraria italiana della prima metà del Novecento. Se si assumono gli anni trenta come «il decennio delle traduzioni», secondo l’ormai famigerata definizione di Cesare Pavese, la «gentile signora» di Arenzano ne è una protagonista assoluta, négresse inconnue.

La recensione / 5 – Considerazioni psicoanalitiche sulle possibilità e le limitazioni del tradurre

di Rossella Bernascone |

A proposito di Traduzioni, numero speciale di «Psiche.Rrivista di cultura psicoanalitica», vol. II, n. 2/2015, Bologna, il Mulino, pp. 295-584, € 25,00

«Psiche» è la rivista di studi psicologici più antica d’Italia, fondata nel 1912 a Firenze da Roberto Assagioli. Il Focus del volume è uno scritto di Paul-Laurent Assoun, tradotto da Aurora Gentile – che nel corposo fascicolo compare anche come traduttrice del saggio di Janine Altounian e come autrice della scheda di lettura su La comunità dei traduttori di Yves Bonnefoy – dedicato al «desiderio del traduttore» e al suo inconscio traduttologo.

La recensione / 6 – Thomas Mann «umanista militante» e l’Italia

di Gianfranco Petrillo |

A proposito di: Elisabetta Mazzetti, Thomas Mann, dialoghi italiani. Sintonia spirituale e comune cultura europea nei carteggi (1920-1955), Roma, Artemide, 2016, pp. 217, € 25,00

La figura di Thomas Mann, così familiare ai lettori italiani della seconda metà del Novecento, da un paio di decenni e forse più viene come a sfumare in dissolvenza, soverchiata dall’attenzione agli autori e alle autrici di lingua inglese e postcoloniali. Questo lento tramonto accompagna così il travaglio che attualmente sta vivendo non tanto l’Unione europea, quanto l’idea stessa di un’Europa unita.

La recensione / 7 – Con la traduzione, l’equivalenza nella differenza

di Giulia Baselica |

A proposito di: Bruno Osimo, Manuale di traduzione di Roman Jakobson, Blonk, 2016, 98 pp., €12.00

Jakobson non ha mai scritto un manuale di traduzione. Questo volume realizza quindi un duplice e meritorio intento: in primo luogo ricostruisce, con procedimento consequenziale, la riflessione sulla traduzione del grande linguista, filologo, semiotico e critico letterario russo. In secondo luogo questo breve ma denso saggio impone al lettore-traduttore (o al lettore interessato e sensibile alle questioni e agli aspetti della traduzione) una necessaria presa di coscienza.

Una giornata di studi utile alla riflessione

di g.p. | Serve davvero ai giovani che si avvicinano alla traduzione essere sommersi da esempi di impervie scalate su testi limite quali quelli delle graphic novel argentine, dell’inarrivabile Rabelais, dell’intimidente Shakespeare o dell’immancabilmente evocato Joyce?

La citazione – Tra il dire e il fare

PAROLA DI GIULIO EINAUDI EDITORE |

Cominciamo con lo stabilire che tradurre è in sé un fatto creativo importantissimo, Con parole che condivido, in un recente convegno sulla traduzione, Luciano Foà ha parlato di «quella benedetta, pungolante insoddisfazione per la propria inadeguatezza di fronte al testo originale che dovrebbe covare nell’animo dei traduttori e che è la fonte di un lavoro ben riuscito».

Reminiscenze e borbottii / 6

Il vecchio lettore |

Uno degli aspetti più platealmente volgari del gran parlare mediatico di traduzioni è l’inconsapevolezza critica delle distinzioni che vi vengono praticate. Sì, perché salta all’occhio che ai poeti traduttori di poeti e ai grandi traduttori o ritraduttori di classici antichi e moderni vengono riservati (per solito al servizio pubblicitario delle grandi case editrici) attenzione e spazio molto superiori che ai normali professionisti delle versioni della letteratura corrente, dei quali viene a mala pena menzionato il nome, onore minimo che viene invece negato