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La recensione / 1 – Diventa oggetto una vita passata a prendersi cura dei libri

di Susanna Basso | A proposito di: Renata Colorni, Il mestiere dell’ombra. Tradurre letteratura, Milano, Edizioni Henry Beyle, 2020, pp. 170, € 70,00 «Ogni libro di Vincenzo Campo – scrive Matteo Codignola – è un esperimento sul corpo stesso dell’editoria». E aggiunge: «se si immagina ogni titolo di Vincenzo come una risposta, diventa spesso divertente, e interessante, cercare di capire quale sia stata la domanda». Nella stessa sede, il Catalogo 2009/2019 delle Edizioni Henry Beyle (2019), Stefano Salis ne descrive così i libri: «Formato piccolo, sobrietà massima, tipografia austera ma non triste, cura delle minuzie (che sono il sale dell’editoria), delle carte, dei risvolti, delle piegature, attenzione massima ai dettagli: alla porosità tattile, al colpo d’occhio estetico, al gusto della lettura, raggiunto solo dopo che la cura formale ha tutto predisposto al momento finale: l’incontro con l’autore, con il testo». A sua volta il fotografo Ferdinando Scianna parla di “militanza estetica” a proposito delle proprie collaborazioni con le Edizioni Henry Beyle. E Lorenzo Viganò riconosce all’editore Campo «lo sforzo di avvicinarci il più possibile al libro come l’autore l’avrebbe voluto, facendone emergere l’anima».

La recensione / 2 – Ritratto di un poeta che traduce poeti

di Jacob Blakesley | A proposito di: Teresa Franco, La lingua del padrone: Giovanni Giudici traduttore dall’inglese, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino Editore, pp. 266, € 16,00

Si sbaglia chi scrive la storia della letteratura italiana senza analizzare la massiccia influenza delle traduzioni nell’arco dei secoli. Eppure, in Italia, ancora vige l’idea che la traduzione sia una prassi culturale marginale, nonostante la crescita e la fioritura dei Translation Studies. Ma cosa sarebbe stata, per esempio, la poesia italiana del Novecento senza le traduzioni che l’hanno in gran parte modellata? Fra i numerosi poeti-traduttori italiani del Novecento, Giovanni Giudici (1924-2011) è uno dei più innovativi, per tre motivi: la commistione (e la sinergia) fra la poesia propria e le traduzioni; la scelta di tradurre da lingue spesso inconsuete, e la sua profonda teorizzazione della traduzione. Però, nonostante la vasta gamma di opere tradotte da Giudici (almeno due dozzine), non esiste una monografia che le analizzi tutte. Questa lacuna critica si fa sentire, soprattutto quando le traduzioni di diversi altri poeti-traduttori contemporanei – da Montale e Ungaretti a Luzi e Sereni – hanno ricevuto moltissima attenzione.

La recensione / 3 – Un giurilinguista ante litteram

di Jean-Luc Egger | A proposito di: Alessandro Albano, Angelo Lanzellotti traduttore di costituzioni, Manduria (TA), Piero Lacaita Editore, 2020, pp. 154, € 15,00

Nella travagliata Europa dell’inizio Ottocento le idee di uguaglianza, libertà e giustizia sociale che avevano ispirato la Rivoluzione francese cercavano differenti vie per contrastare le risacche della restaurazione. Lasciati i campi di battaglia a vantaggio delle forze soverchie, occorreva certo impegnarsi nella lotta politica sfruttando i margini d’azione offerti dalle strutture istituzionali che si erano create, ma era pure necessario operare sul piano teorico e dottrinale per evitare che quanto a tale livello era stato raggiunto fosse dimenticato e, in definitiva, messo da parte. Uno dei vettori delle trasformazioni politiche del XIX secolo fu la nozione di Costituzione, e non è del resto un caso che in questo periodo l’Europa conobbe un gran numero di progetti costituzionali (si veda sul punto Jean-Louis Halpérin, Histoire des droits en Europe, Paris, Flammarion, 2020, pp. 110-118). 

La recensione / 4 – Un approccio quantitativo alla traduzione della poesia

di Paola Brusasco | A proposito di: Jacob S. D. Blakesley, A Sociological Approach to Poetry Translation: Modern European Poet-Translators, New York/London, Routledge, 2019, pp. 257, £ 29,59

Fotografia dei flussi di traduzione in lingua inglese, francese e italiana ad opera di poeti-traduttori dal 1900 a oggi, il bel volume di Blakesley è un articolato studio di taglio quantitativo che incrocia i dati raccolti per rilevare tendenze e verificare ipotesi sulla traduzione poetica. Partendo da un corpus di 495 poeti nati fra il 1840 e 1970 che hanno scritto in inglese, francese o italiano, l’analisi si concentra sui 260 (53%) che, presenti in antologie di qualità della propria tradizione linguistica, hanno anche tradotto almeno un volume, di qualsiasi genere letterario. Lo sguardo, ispirato alle posizioni di Franco Moretti, abbandona il tradizionale confronto fra testo fonte e testo d’arrivo e sceglie invece una lettura prospettica, lontana, in grado di cogliere i movimenti dei testi poetici da e verso culture diverse e di dedurne il valore nei termini, mutuati da Bourdieu, di capitale economico (denaro), sociale (relazioni), culturale (istruzione) e simbolico (prestigio).

La recensione / 5 – Il difficile rapporto di Sciascia con la Germania

di Mario Marchetti | A proposito di: Nel paese di Cunegonda. Leonardo Sciascia e le culture di lingua tedesca, a cura di Albertina Fontana e Ivan Pupo, Firenze, Olschki, 2019, pp. 256, € 29,00

Come sempre Olschki ci offre un bell’oggetto libro, elegante, dalla bella carta color avorio, con pagine che lo sguardo riesce ad abbracciare senza sforzo. Completato da una copertina in cartoncino ruvido sulla quale campeggia la riproduzione di una xilografia del multiforme Pino Di Silvestro dove fanno capolino gli occhiali a pince-nez del diavolo della manettiana Tentazione di Sant’Antonio, che illustrava la sovracopertina della prima edizione di Todo modo (Einaudi, 1974). Ringraziamo la casa editrice per il piacere fornito ai nostri occhi e l’associazione Amici di Leonardo Sciascia per aver promosso la pubblicazione di questo terzo volume della collana «Sciascia scrittore europeo» 

La recensione / 6 – La traduzione è politica

di Giulia Grimoldi | A proposito di: Laura Fontanella, Il corpo del testo. Elementi di traduzione transfemminista queer, Sesto San Giovanni, Asterisco, 2019, pp. 192, € 17,00

La traduzione è sempre un processo politico: questa è la tesi alla base del volume Il corpo del testo. Elementi di traduzione transfemminista queer di Laura Fontanella. La riflessione è più che mai attuale e scottante visto anche il recente dibattito sulle traduzioni europee di Amanda Gorman. Per citare un articolo di Paul B. Preciado, pubblicato su «Internazionale» l’1 aprile 2021 (nella traduzione di Andrea Sparacino, mentre l’articolo originale è stato pubblicato su «Libération» il 13 marzo 2021): «Niente permette di capire meglio la politica culturale di una nazione delle sue pratiche in materia di traduzione» (Rien ne permet de mieux comprendre la politique culturelle d’une nation que ses practiques en matière de traduction).

La recensione / 7 – L’impegno politico di un grande editore per la biblioteca pubblica

di Gianfranco Petrillo | A proposito di: Chiara Faggiolani, Come un ministro per la cultura. Giulio Einaudi e le biblioteche nel sistema del libro, Firenze, Firenze University Press, 2020, pp. 347, € 19,90

Alla vigilia della marcia su Roma, nel settembre del 1922, Luigi Einaudi plaudì sul «Corriere della sera» a un discorso pronunciato a Udine da Benito Mussolini. Sorvolando disinvoltamente sulla esplicita apologia della violenza squadrista che aveva stroncato sul nascere lo sciopero generale “legalitario” indetto dai sindacati rossi all’inizio di agosto, il grande economista apprezzava in quel discorso il revirement liberista del capo dei fascisti, il quale aveva tuonato: «Basta con lo Stato ferroviere, con lo Stato postino, con lo Stato assicuratore. Basta con lo Stato esercente a spese di tutti i contribuenti italiani ed aggravante le esauste finanze dello Stato». Come si sa – ma qui non ci interessa – in ben altra direzione sarebbe andata la concreta gestione del potere da parte del “duce”. 

La recensione / 8 – Un giocoso bignami di traduzione

di Roberta Sapino | A proposito di: The Illustrated Survival Guide. Translators, testi a cura di Giacomo Benelli, Ivan Canu e Benedetta Lelli, traduzione in inglese di Katherine Clifton, illustrazioni di Daniele Morganti, Mantova, Corraini, 2020, pp. 71, € 12,00

Una ben graziosa guida di sopravvivenza per aspiranti traduttori – editoriali, soprattutto – o professionisti alle primissime armi, che ne affianca altre due, simili, dedicate ai mestieri dell’illustratore, dell’editor e dell’editore (The Illustrators Survival Guide, 2019 e The Illustrated Survival Guide. Editors and Publishers, 2020), e che nasce dalla collaborazione tra Mimaster Illustrazione e la fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Per compilarla, gli autori/curatori hanno consultato una trentina di professionisti del rango di Gina Maneri, Leonardo Marcello Pignataro e Claudia Zonghetti: le loro parole hanno fornito i materiali per i vari capitoli, e di tanto in tanto sono citate in riquadri che propongono testimonianze dirette su casi concreti.

La recensione / 9 – I sommersi e i salvati, un libro «tedesco»

di Bruno Maida | A proposito di: Martina Mengoni, I sommersi e i salvati di Primo Levi. Storia di un libro (Francoforte 1959-Torino 1986), Macerata, Quodlibet, 2021, pp. 320, € 23,00

I sommersi e i salvati ha una data di nascita. È il 1959, quando Primo Levi, a un anno dall’uscita dell’edizione einaudiana di Se questo è un uomo, riceve le prime proposte di traduzione per il suo libro. Una di queste arriva dalle edizioni tedesche Fischer e Levi inizia uno scambio di lettere sia con l’editore sia con il traduttore, Heinz Riedt, una figura particolarmente interessante perché studioso di Goldoni e attivo durante la guerra nella Resistenza italiana. Da quell’incontro, prende l’avvio un dialogo epistolare che si allarga a molti lettori tedeschi della sua opera e che mette Levi «di fronte al desiderio irresistibile, assillante, certamente vitale, di essere letto dai cittadini di lingua tedesca, e di entrare in contatto con loro» (p. 9).

Le segnalazioni

di Anna Battaglia | A proposito di: Alberto Bramati, Le trappole del francese. Una grammatica per i traduttori dal francese all’italiano, Milano, Edizioni Libreria Cortina, 2019, pp. 423, € 29,00

Il testo affronta la traduzione (della lettera e non solo del senso) nella convinzione che solo l’analisi sintattica delle lingue coinvolte, possa produrre una traduzione corretta. I dizionari bilingui e le grammatiche contrastive sono in genere insoddisfacenti di fronte ai punti di conflitto che insorgono nella pratica traduttiva: l’opera vuole colmare questo vuoto. Il primo capitolo tratta de I quattro problemi del traduttore della lettera: problemi di tipo lessicale, grammaticale, retorico e melodico ritmico. Il secondo, Elementi di sintassi, illustra la terminologia che sarà usata, talvolta discordante con le abituali designazioni e categorie sintattiche. Gli otto capitoli che seguono esaminano otto tra i punti di conflitto più frequenti, secondo l’autore, nella traduzione dal francese all’italiano: il pronome clitico indefinito on; il pronome clitico en; il pronome relativo dont; il gruppo c’est; il vocabolo bien; il participe présent; la dislocation; la phrase clivée