Categoria: Studi e ricerche

Al tempo dell’Urss e dopo

LE SCIENZE ITALIANE IN VERSIONE RUSSA NEL NOVECENTO

di Giulia Baselica |

Un primo rapido sguardo alla produzione traduttiva in lingua russa di opere scientifiche italiane (inerenti a discipline come: meccanica, astrofisica, chimica, biochimica, medicina, zoologia, botanica, matematica, geometria) permette già di cogliere un dato interessante: la presenza di una relativa minoranza di titoli editi in epoca sovietica, quindi nel periodo compreso fra gli anni venti e gli anni ottanta del Novecento, rispetto alla quantità di volumi pubblicati dagli anni novanta all’epoca attuale.

Cervantes, Shakespeare e la tripla falsità

UNA STORIA DI TRADUZIONI, FINZIONI E MERCATO DELL’INTRATTENIMENTO

di Giovanni Greco |

Si sono mai incontrati i due contemporanei Cervantes e Shakespeare? In realtà, smontato il castello delle coincidenze, in una forma molto controversa, la relazione intertestuale tra i due viene adombrata in un testo teatrale di più di un secolo dopo, scritto da un tal Lewis Theobald, con il titolo intrigante di Double Falsehood (Doppia falsità), che va in scena nel 1727 a Londra. Ma che rapporto esiste tra Double Falsehood, Theobald, Shakespeare (e il suo sodale degli ultimi anni, Fletcher) e Cervantes?

Un cammello per la cruna di un ago

LA LUNGA E AVVENTUROSA STORIA DELLE TRADUZIONI BIBLICHE ITALIANE

di Norman Gobetti |

Biblia, ovvero “Libri”. L’esplicita pluralità è insita fin dal nome nella collezione delle decine di testi sacri raccolti nell’arco di un millennio prima dagli ebrei e poi dalle tante chiese cristiane. Pluralità di generi letterari (miti, cronache, raccolte di leggi, trattati, predicazioni, discorsi, proverbi, novelle, inni, canti d’amore, preghiere, epistole, parabole, profezie, visioni e molto altro), pluralità di punti di vista (moltissimi eventi, dalla creazione dell’uomo e della donna alla morte e resurrezione di Gesù, vengono narrati più volte, con varianti spesso notevoli), pluralità testuale (solo col tempo si definirono versioni standardizzate collazionando manoscritti diversi), pluralità canonica (i libri considerati ispirati non sono gli stessi per tutte le chiese cristiane, e ovviamente non sono gli stessi per ebrei e cristiani), e anche pluralità linguistica.

«Ad amare una volta un po’ meglio tutti gli altri mortali»

UGO FOSCOLO E LA TRADUZIONE DEL SENTIMENTAL JOURNEY

di Alessio Mattana |

Oratore della libertà e assiduo frequentatore di Yorick: quale Ugo Foscolo?

Pubblicata nel 1813 con il titolo Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia, la versione di A Sentimental Journey di Laurence Sterne (1768) elaborata da Ugo Foscolo è una delle traduzioni d’autore più note ai lettori italiani. Il grado di libertà che l’autore esercitò nei confronti del testo originale è parte integrante del suo fascino: «condotta con fantasia sollecitata e insieme frenata» (Varese 1982, 38), è quella di Foscolo una traduzione che interpreta il pensiero di Sterne oltre la lettera senza per questo sacrificare lo spirito dell’originale.

Dal giovane Holden al vecchio Alex

LA MIMESI DELL’ITALIANO GIOVANILE TRA INVENZIONE E TRADUZIONE

di Stefano Ondelli | The Catcher in the Rye di Salinger, noto in italiano come Il giovane Holden, è considerato un romanzo di svolta non solo per i temi trattati ma anche per le innovazioni che introduce a livello linguistico, e questo è vero per l’originale americano (Costello 1959) come pure per la sua traduzione in italiano (per una panoramica, cfr. Gentili 2014). Fino a pochissimo tempo fa era lecito parlare di traduzione al singolare perché, in riferimento a questo romanzo (a cominciare dal titolo), il pensiero andava immediatamente alla versione einaudiana del 1961 a firma di Adriana Motti.

Rinaldo Küfferle, traduttore intransigente

di Elda Garetto |

Agli esordi della sua carriera letteraria, ispirato dalla giovanile inclinazione alla poesia (Küfferle 1920), Rinaldo Küfferle (Pietroburgo 1903 – Milano 1955: cfr. Garetto 2016a) non immaginava che il suo nome sarebbe stato ricordato soprattutto come traduttore, ma aveva già un’idea molto precisa di cosa attendersi da una traduzione di versi.

Lo dimostra una sua feroce stroncatura,

I Demoni di Küfferle 1 e 2 (e 3?)

UNA PATERNITÀ CONTESA (E DISCUTIBILE)

di Edoardo Esposito |

Del romanzo di Dostoevskij Besy (1873), noto in italiano come I demoni, opera fra le più complesse e discusse dello scrittore russo, esiste in Italia una dozzina di traduzioni, quasi la metà delle quali realizzate nel periodo fra le due guerre (anche col titolo, come quella di Olga Resnevic del 1928, Gli ossessi, per la casa editrice Campitelli di Foligno), quando cominciava a diffondersi, rispetto al problema del tradurre, l’esigenza di un lavoro più curato e controllato di quanto non si usasse prima,

La poesia straniera in Italia, «un dono di libertà»

TRADUZIONI E TESTI A FRONTE, DALL’OTTOCENTO A IERI

di Giulia Iannuzzi |

Per raccontare la storia dell’editoria di poesia tradotta in Italia, uno studio esauriente potrebbe e dovrebbe prendere in esame non solo il suo oggetto specifico, ma le relazioni che esso necessariamente ha intrattenuto con la storia dell’editoria tutta, la storia del libro e della lettura, la storia della letteratura e cultura italiana e della traduzione letteraria in Italia. E le vicende dei loro protagonisti e protagoniste. Con i suoi aspetti emblematici e peculiari, lo spazio e il trattamento della poesia straniera nei cataloghi degli editori italiani è un eccellente osservatorio attraverso cui seguire lo sviluppo, in epoca contemporanea, di un’editoria pienamente industriale

La poesia americana in Italia prima e dopo il 1985

di Massimo Bacigalupo |

Per uno sguardo alla ricezione della poesia americana nell’editoria italiana, prendiamo il 1985 come anno di riferimento. È il centenario della nascita di Ezra Pound e nei «Meridiani» Mondadori esce I Cantos a cura della figlia del poeta, Mary de Rachewiltz, in realtà la prima edizione integrale mai apparsa del poema poundiano: contiene i due incandescenti canti italiani del 1945 (LXXII-LXXIII), inclusi nelle edizione inglesi e americane solo dal 1986, e presenta un testo inglese nel complesso più corretto di quello attualmente (2016)

Brodskij e gli altri

LA TRADUZIONE DELLA POESIA RUSSA IN ITALIA DAGLI ANNI OTTANTA DEL NOVECENTO AGLI ANNI DIECI DEL DUEMILA |

di Giulia Baselica

Se la parola dei poeti è spesso sintesi di un momento della storia pre-percepito con quell’intuizione sensibile che svela l’essenza vera delle cose, è proprio la poesia a rivelare il limen culturale di un’epoca, a indicare il cambiamento nel suo farsi, ad avvertire gli umani dell’imminenza di una svolta.

Il premio Nobel per la letteratura attribuito al poeta russo Iosif Brodskij rappresentava, nell’ormai lontano 1987, l’annuncio di un cambiamento: confuso, indefinito e vago, ma comunque motivo di un’entusiastica, se non addirittura euforica, ristrutturazione della visione di quel mondo mal conosciuto che si estendeva al di là della “cortina di ferro”. La diffusione dell’opera di Brodskij diveniva così strumento e circostanza di riflessione collettiva