Categoria: Studi e ricerche

Che ti dice la patria? / 2 (segue)

SECONDA PARTE DELLA STORIA

di Gianfranco Petrillo |

Il 20 luglio 1944 Enrico Rocca si suicidò. Goriziano del 1895, e quindi suddito dell’Austria-Ungheria, a quella patria aveva voltato le spalle giovanissimo per slanciarsi verso quella che sentiva la sua vera, l’Italia. Studente a Venezia, a vent’anni, nel 1915, aveva fondato con altri un giornalino significativamente intitolato «Guerra», che abbracciava il credo futurista dell’«igiene del mondo». E c’era andato volontario, in guerra, ed era stato anche gravemente ferito. Poi, nel marzo del 1919, era in piazza San Sepolcro, a Milano, tra i fondatori dei Fasci italiani di combattimento.

L’onda anomala del giallo nordico

di Catia De Marco |

In un suo celebre articolo sulla world literature (Conjectures on World Literature, apparso nel 2000 su «New Left Review»), Franco Moretti suggeriva che una delle metafore fondamentali per descrivere la diffusione di un modello, una forma o uno strumento da una cultura all’altra fosse quella dell’onda: l’onda del cinema hollywoodiano che travolge il mondo intero (e poi torna indietro come la risacca trasformata in Bollywood, aggiungerei io), o quella della lingua inglese che sostituisce le lingue locali perfino nelle università.

Je suis l’opoponax. Come tradurre l’enigma del genere?

di Silvia Nugara | 

[L]es pronoms personnels et impersonnels sont le sujet, la matière de tous mes livres. Par ces mêmes mots qui établissent et contrôlent le genre dans le langage, il me semble qu’il est possible de le remettre en question dans son emploi, voire de le rendre caduc. (Wittig 2001, 134-5)

I pronomi personali e impersonali sono l’argomento, la materia di tutti i miei libri. Mi sembra che il genere lo si possa mettere in questione , persino renderlo caduco proprio attraverso queste parole che lo stabiliscono e controllano nel linguaggio.

Così si esprimeva Monique Wittig nel suo saggio La marque du genre, apparso in inglese per la prima volta nel 1985 con il titolo The Mark of Gender prima di essere incluso nella raccolta The Straight Mind and Other Essays