Categoria: Numero 12 (primavera 2017)

«A parole incrociate»

OTTO DOMANDE A NOI STESSI CIRCA FINNEGANS WAKE

di Fabio Pedone e Enrico Terrinoni | Assediati e assillati dalla curiosità, spesso piccina, dei media circa la loro fatica/divertimento intorno all’opera enigm/istica di tutto il post-Ulisse di Joyce, i due autori dei capitoli 1 e 2 del libro terzo in italiano (Mondadori, con testo a fronte) hanno riservato a “tradurre” le loro riflessioni più impegnate e impegnative. g.p.

Il belletto e la cave à liqueurs

INTERVISTA A MARGHERITA BOTTO CIRCA DUMAS PADRE E STENDHAL

di Piernicola D’Ortona |

Margherita Botto ha il piglio e la parlantina di una traduttrice di razza, di chi con i libri in generale e con la civiltà letteraria francese in particolare ha una lunga dimestichezza di mestiere. Ha esordito – in parallelo all’attività di ricerca e insegnamento universitario – con la traduzione di saggistica letteraria, lavorando su opere di autori fondamentali

Un lessico non tanto famigliare

TRADURRE DAL GIAPPONESE ALL’EPOCA DELLA GLOBALIZZAZIONE

di Antonietta Pastore |

Quando si parla della difficoltà della traduzione letteraria dal giapponese, il pensiero di solito va alla complessità della scrittura, al numero praticamente infinito di “ideogrammi” di cui si compone e alla fatica di imparare a riconoscerli. Negare che questa difficoltà esista sarebbe ipocrita, però la si può superare con lo studio. Inoltre un buon dizionario può facilmente rimediare a una lacuna mnemonica. I problemi veri sono altri, e di non facile soluzione.

Da Meursault contre-enquête al Caso Meursault

di Daniele Petruccioli |

Ceci n’est pas un compte-rendu, verrebbe da dire.

Nell’incertezza, infatti, di chi scrive, che recensire traduzioni abbia un senso; nell’incertezza se siamo effettivamente pronti per capire quanto – e soprattutto come – una traduzione modifichi di per sé il mondo (linguistico, culturale…) in cui viene lanciata, o fatta uscire; nell’incertezza – soprattutto – che possa davvero nascere in noi la consapevolezza che le traduzioni non si misurano sul metro della correttezza, della triste, binaria dicotomia giusto-sbagliato, bensì per come incidono, per come modificano il mondo di chi le legge

Nell’officina di un anonimo traduttore antico

IL CASO DELL’OMELIA GRECA SU GIONA E NINIVE DI EFREM SIRO

di Emanuele Zimbardi |

Delle due culture antiche più note in Occidente, quella greca e quella latina, la prima ha sempre giudicato barbaro e inferiore ogni altro popolo che non utilizzasse la sua lingua, mentre la seconda, pur ammettendo il suo debito intellettuale verso quella greca, in una fase più matura si è posta in termini di emulazione nei confronti della civiltà ellenica.

Ci son volute tre notti, per averlo

COME È ARRIVATO IN ITALIANO AZ DI HAKAN GÜNDAY

di Claudia Tarolo |

La prima notte è sul Bosforo, a bordo di un barcone carico di scrittori… La seconda notte la passo così, con il piccolo Gaza, figlio di un trafficante d’uomini, che i migranti vedono come un aguzzino senza cuore e così finisce per vedersi anche lui. «Se mio padre non fosse stato un assassino, non sarei mai nato»… La terza notte …