Categoria: Pratiche

Dieci anni di letteratura cinese in Italia

SITUAZIONE, OSTACOLI, PROSPETTIVE

di Paolo Magagnin |

Che nel panorama italiano la presenza dell’editoria in lingua cinese – prodotta non solo nella Repubblica popolare cinese, ma anche a Hong Kong, a Taiwan e nelle altre regioni della sinosfera estesa, nonché nelle aree di emigrazione cinese – sia tuttora estremamente ridotta è un fatto segnalato e deplorato da tempo da accademici e traduttori, e talvolta persino dagli editori stessi. In Italia, infatti, la traduzione editoriale dal cinese continua a rappresentare un fenomeno limitato, pur avendo registrato cauti picchi di interesse sia in corrispondenza di alcuni eventi simbolici dal punto di vista culturale (il premio Nobel per la letteratura conferito all’autore sino-francese Gao Xingjian nel 2000 e, in misura ancora maggiore, quello vinto da Mo Yan nel 2012), sia

La scomparsa delle lingue (e dei traduttori)

IL TRATTAMENTO DEL TESTO NON ITALIANO NELLE ANTOLOGIE DELLE SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO GRADO

di Simone Giusti |

Cominciamo da un dato di fatto: le antologie scolastiche adottate dai docenti delle scuole secondarie di primo grado sono composte in gran parte da testi scritti in lingue diverse dall’italiano (principalmente in inglese). Anche per questo (oltre che per l’interesse legittimo che ciascun cittadino dovrebbe avere per la scuola dell’obbligo del proprio paese di residenza) è utile indagare il modo in cui questi testi vengono selezionati e, soprattutto, trattati e presentati agli adolescenti di età compresa tra i 10 e i 14 anni che, terminata la scuola primaria, si avviano a proseguire gli studi nella secondaria di secondo grado che individueranno (licei, istituti tecnici o professionali, o anche nella formazione professionale).

 

La nostra vita, cioè scrivere traduzioni

UNA CHIACCHIERATA CON YASMINA MELAOUAH

di Paola Mazzarelli |

Vado a trovare Yasmina Melaouah a Milano per intervistarla sul suo lavoro. Mi ha invitata a pranzo. L’intervista, che poi sarà una chiacchierata a ruota libera, è rimandata – almeno nelle intenzioni – al momento del caffè. Due convenevoli, Yasmina si mette a preparare il sugo per la pasta, io le sto tra i piedi e mi guardo in giro. Chiacchieriamo. Il discorso casca subito sul tradurre… No, aspetta, questo lo diciamo dopo, nell’intervista… Passiamo ad altro: due frasi sulle vacanze, tre sui libri letti recentemente, cinque sulle traduzioni di quei libri… ed eccoci di nuovo a parlare di traduzione. No, aspetta, questo lo diciamo nell’intervista. Non c’è verso: il discorso casca sempre lì.

Ricordo di un’amica

IL 5 NOVEMBRE 2018 È MORTA ISABELLA VAJ

di Anna Finocchi |

Non ci vedevamo spesso, io e Isa, anzi quasi mai. Ma ci sentivamo spesso, molto spesso, per parlare di tutto. Di tutto quello che ci interessava, premeva, importava, incuriosiva, piaceva, dispiaceva, divertiva, addolorava, indignava… Ho avuto raramente con una persona amica uno scambio così fitto e continuo per un tempo così lungo – ci conoscevamo dal 1980 circa – e su un ventaglio così ampio di argomenti.

Una rettifica

di Teresa Prudente |

Rettifica delle informazioni non corrispondenti al vero contenute nell’articolo Gli allievi / Miseria e splendori dei corsi di Lingua e traduzione inglese all’Università di Torino di Mattia Venturi, in «tradurre. pratiche, teorie, strumenti», numero monografico a cura di Giulia Baselica, Aurelia Martelli e Paola Mazzarelli, n. 15 (autunno 2018)