di Marco Fumian
curatore di Yan Lianke, Il podestà Liu e altri racconti, Roma, Asiasphere, 2017 |
Il traduttore, idealmente, è colui che siede là dove si incontrano l’antropologia, la filologia, e la poesia.
di Valeria Lucia Gili
autrice di Lucie Green, Viaggio al centro del Sole, Milano, il Saggiatore, 2018 (da 15 Million Degrees, London, Penguin UK, 2016) !
Lineare o tortuoso che sia, ogni traduzione è un viaggio da cui si emerge inevitabilmente più ricchi. Nel mio cammino con Lucie Green alla scoperta del Sole ho percorso tre strade differenti.
di Maria Luisa Lombardo
autrice di Mihail Sebastian, Da duemila anni, Roma, Fazi, 2018 (da De două mii de ani…, București, Editura Cartex, 2016) |
Capita, talvolta, di avere l’onore e la fortuna di tradurre uno dei propri scrittori preferiti, com’è capitato a me con il romanzo-diario di Mihail Sebastian De două mii de ani…. Perché un traduttore, non dimentichiamocelo, è in primo luogo un lettore, con i suoi gusti e le sue passioni.
di Lisa Topi
autrice di Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Milano, Adelphi, 2018 (da Where the Wild Things Are, New York, Harper & Row, 1963) |
Appena cominciato a tradurre Where the Wild Things Are di Maurice Sendak, un coro indignato che chiedeva indietro la «ridda selvaggia» ha preso a ronzarmi in testa. «Attacchiamo la ridda selvaggia!» è la battuta caratterizzante del protagonista di Where the Wild Things Are nella traduzione di Antonio Porta,
di Anna Vanzan
autrice di Simin Daneshvar, Suvashun, una storia persiana, Milano, Francesco Brioschi, 2018 (da Suvashun, Tehran, Khwarezmi, 1969) |
Quando ti poni dinnanzi al “romanzo” per antonomasia della letteratura persiana moderna per tradurlo, dovrai necessariamente sacrificare qualcosa, dovrai sforzarti di rendere la magia dell’originale, dovrai far capire ai lettori perché questo romanzo è considerato da milioni di iraniani come il capostipite della loro prosa moderna, qualcosa di unico e inarrivabile.