Categoria: Numero 11 (autunno 2016)

Quinta di copertina

UNA NUOVA RUBRICA A DISPOSIZIONE DEI TRADUTTORI |

In ogni libro tradotto, c’è una pagina mancante. È la pagina in cui il traduttore racconta come e perché dal testo originale, attraverso molteplici stesure, parole scritte e cancellate, appunti su taccuini e letture di contorno, ha scelto le parole che, a una a una, nero su bianco, compongono il libro che tenete in mano.

Se avete letto La pagina bianca di Karen Blixen (in Ultimi racconti, Adelphi, 1982, traduzione italiana di Adriana Motti), sapete che in letteratura esiste un convento, «tra le azzurre montagne del Portogallo», dove le monache carmelitane producono il lino più fine del paese, un lino così «liscio, delicato e liliale» che le monache forniscono le lenzuola nuziali perfino alla casa reale. Nel convento, ormai in rovina, esiste altresì una galleria,

Inseguire pensieri, restituire enigmi

di Fulvio Ferrari, autore di |

Cees Noteboom, Tumbas, Milano, Iperborea, 2015 (da Tumbas, Amsterdam, Atlas, 2007)

«Chi giace nella tomba di un poeta?» Così ha inizio l’introduzione di Tumbas, e così ha inizio la fatica del suo traduttore. Perché se mi si chiede qual è la difficoltà specifica di tradurre Nooteboom – proprio lui, non un qualsiasi scrittore o poeta di lingua nederlandese – una prima risposta la si trova qui, già in queste prime righe, nella scrittura di un autore che continua a porsi domande e a cercare risposte mettendo sulla carta i propri processi di pensiero,

Invisibilmente verso l’invisibile

di Daniele A. Gewurz, autore di |
Philip Ball, L’invisibile. Il fascino pericoloso di quel che non si vede, Torino, Einaudi, 2016 (da Invisible. The Dangerous Allure of the Unseen, London, The Bodley Head, 2014)

Tradurre un saggio così è un piccolo, affascinante tour de force che spazia dalle origini mitologiche dell’idea di invisibilità alla narrativa fantastica moderna e ai dispositivi tecnologici contemporanei che oggi un po’ la rendono possibile, passando per i tentativi degli alchimisti e le trovate dei prestigiatori.

Atmosfera sorvegliata

di Giuseppe Girimonti Greco, autore con Federica Di Lella di |

Pierre Boileau e Thomas Narcejac, La donna che visse due volte, Milano, Adelphi, 2016 (da D’entre les morts, Paris, Denoël, 1954)

Pierre Louis Boileau e Pierre Ayraud, alias Thomas Narcejac, una coppia di autori analoga ai nostri celkeberrimi Fruttero & Lucentini, furono considerati in Francia, per oltre quarant’anni, i campioni indiscussi del romanzo à suspense, formula che B&N hanno profondamente rinnovato non solo attraverso le ibridazioni fra i generi, ma anche attraverso raffinati giochi intertestuali abilmente dissimulati.

Per La donna che visse due volte (titolo originale D’entre les morts) gli specialisti

La ribellione di una ragazza per bene

di Giacomo Longhi, autore di |
Mahsā Moḥeb‘ali, Non ti preoccupare, Firenze, Ponte 33, 2015 (da Negarān nabāš, Našr-e Çešmeh, Tehrān, 1387/2008)

Conoscevo già Negarān nabāš quando, nell’estate del 2014, ho ricevuto la proposta di tradurlo. Vincitore nel 2009 del premio Golshiri, aveva fatto parlare di sé per aver colto l’atmosfera di ribellione, inquietudine e scontento della gioventù iraniana appena pochi mesi prima delle contestazioni contro l’elezione del presidente Ahmadinejad, quindi colpito dal divieto di ristampa.