Categoria: Numero 8 (primavera 2015)

L’italiano sulla difensiva

UNA PREMESSA ALL’ANALISI LINGUISTICA COMPARATIVA DI ROMANZI ITALIANI E ROMANZI TRADOTTI di Tim Parks | Questo studio cerca di dare risposte ad alcune domande emerse in trent’anni di scrittura, traduzione e insegnamento. In particolare, mi hanno sempre affascinato i problemi posti dalla traduzione all’esercizio della scrittura – come si fa a scrivere bene quando si traduce? – oppure, per dirlo in un altro modo, mi sono spesso chiesto quale sia la natura, lo status della prosa in cui si scrive quando si traduce.

Lawrence Venuti e la sua ossessione

LA RESPONSABILITÀ DEL TRADUTTORE IN UN’INTERVISTA DI LAUREN CERAND a cura di Paola Brusasco | Traduttore dall’italiano, dal francese e dal catalano verso l’americano e scrittore in proprio, Lawrence Venuti è uno dei più noti e più combattivi teorici della traduzione. Ne proponiamo, in originale e in versione italiana, un’intervista rilasciata l’anno scorso a Lauren Cerand per PEN America.

L’incanto delle sirene

di Francesco Forlani | Al minuto 2 e 25 secondi le grand chanteur Adamo, durante l’interpretazione di una delle canzoni più belle del repertorio classico francese, un attimo dopo aver cantato la strofa finale Z’étaient chouettes les filles du bord de mer / Z’étaient bêtes pour qui savait leur plaire, dice al pubblico presente in sala: «In italiano!»

Enrico Filippini: dalla Feltrinelli a «la Repubblica»

TRENT’ANNI DI STORIA CULTURALE ITALIANA ATTRAVERSO IL RITRATTO DI UNO DEI MAGGIORI MEDIATORI CULTURALI DEL SECONDO NOVECENTO di Alessandro Bosco | Enrico Filippini è stato una figura di spicco del panorama editoriale, letterario e giornalistico italiano tra gli anni sessanta e settanta del Novecento, ma soprattutto di grande importanza sono state le sue traduzioni dal tedesco: si pensi solo alle ponderose opere di filosofi come Edmund Husserl e Walter Benjamin e alla prosa rivoluzionaria di Uwe Johnson e Max Frisch.

Tutte (forse) le traduzioni di Enrico Filippini

a cura di Alessandro Bosco | Il seguente elenco integra, amplia e rivede quello provvisorio stilato da Riccardo Boglione e Guglielmo Volonterio nel 1997 per gli atti dell’incontro di studio di Lugano del 7 febbraio 1997 su Enrico Filippini tra illuminismo e coscienza infelice, pubblicato a cura di Pier Riccardo Frigeri et al., su «Cenobio. Rivista trimestrale di cultura della Svizzera italiana» (fasc. 4, a. XLVI, ottobre-dicembre 1997, 363-4).

Romanzi italiani e romanzi tradotti dall’inglese

ANALISI LINGUISTICA COMPARATIVA DI UN CORPUS DIACRONICO di Eleonora Gallitelli, Francesco Laurenti e Tim Parks | Nei commenti impressionistici sulla lingua d’oggi che si leggono spesso sui giornali o sul web, tratti generali come la lunghezza della frase, la ricchezza lessicale o la complessità sintattica, insieme all’uso di modi e tempi verbali quali congiuntivo e passato remoto o di forme pronominali, vengono considerati spie o marcatori di una lingua e di uno stile più o meno complessi e raffinati, e in un certo senso a rischio di estinzione. In particolare si lamenta un progressivo “impoverimento” della lingua, del quale spesso si dà la colpa alle traduzioni (per tutti, si veda la riflessione del comparatista Giglioli 2011: «la lingua comune, il linguaggio verbale, l’idioma nazionale, si è drammaticamente impoverito»).

«Non solo delle opinioni, ma delle parole ancora»

ALESSANDRO PICCOLOMINI VOLGARIZZATORE RINASCIMENTALE DI ARISTOTELE E LA SUA TEORIA DELLA TRADUZIONE di Eugenio Refini | I teorici classici della traduzione – Cicerone e Gerolamo in primis – fanno del rapporto tra “senso” e “parola” il cardine delle proprie riflessioni. La dicotomia canonica fra traduzione letterale (verbum de verbo) e traduzione libera (ad sensum) non rende tuttavia conto della varietà di soluzioni intermedie che, in concreto, hanno caratterizzato la pratica del tradurre.

Quando il traduttore prende la parola

A PROPOSITO DI UN LIBRO RECENTE DI DANIELE PETRUCCIOLI di Aurelia Martelli | Come sempre, quando qualcuno scrive di traduzione, mi ritrovo a essere d’accordo su alcuni aspetti e meno su altri, a essere divertita da alcune descrizioni e irritata da altre, a cambiare prospettiva su certe questioni, e su altre a rimanere ferocemente aggrappata alle mie (personalissime e sicuramente opinabili) convinzioni. Non è solo questione di incertezza o personale confusione, intendiamoci. I

Lo strano caso delle “storie sommerse” dei fratelli Grimm

RIFLESSIONI SU RISCRITTURA, TRADUZIONE E DIDATTICA di Camilla Miglio | L’idea che vada esplorato un “canone sommerso” appartiene alla filologia dei testi antichi, che ancora in tempi recentissimi lavora sulla trasmissione di testi perduti. Perduti perché non protetti dalle istituzioni della polis; perché orali e rimasti nella dimensione performativa; perché esclusi dalla conservazione d’archivio o di biblioteca a causa del loro contenuto ritenuto basso e non adeguato alla memoria di lunga durata.

Dal diario di una traduttrice: «Carte in tavola»

LA RIPRESA DI UNA VECCHIA TRADUZIONE, CON L’AUSILIO DELL’AUDIOLIBRO di Rossella Bernascone | E come si fa, quando a distanza di trent’anni, occorre rivedere una traduzione e non si dispone più del testo originale scritto? Quella di ripensare un libro tramite l’interpretazione di un’attrice o di un attore che lo legge in originale è un’esperienza viva e singolare.