Diventare quasi la stessa cosa

di Enrica Budetta, autrice di

Clara Sánchez, Lo stupore di una notte di luce, Milano, Garzanti, 2016 (da Cuando llega la luz, Madrid, Ediciones Destino, 2016)

Erano i primi mesi del 2010 quando Garzanti mi affidò la traduzione del libro vincitore del Premio Nadal per quell’anno, Lo que esconde tu nombre di Clara Sánchez (Madrid, Ediciones Destino, 2010), la cui cospicua produzione letteraria – a partire dal 1989 aveva infatti pubblicato in patria otto romanzi – era fino a quel momento inedita in Italia. Il libro, che racconta del tentativo di un anziano reduce del campo di sterminio di Mauthausen e di una giovane donna incinta e in piena crisi esistenziale di sgominare una rete di vecchi nazisti rifugiatisi in un paesino idilliaco della Costa Blanca, fu pubblicato con il titolo Il profumo delle foglie di limone all’inizio del 2011 ed ebbe un enorme successo. Da allora al 2015 ho tradotto sempre per Garzanti altri sei romanzi della Sánchez, due scritti dopo Lo que esconde tu nombre (Entra en mi vida del 2012 e El cielo ha vuelto del 2013, in Italia pubblicati rispettivamente con il titolo Entra nella mia vita e Le cose che sai di me) e quattro arretrati: La voce invisibile del vento nel 2012 (Presentimientos, Madrid, Alfaguara, 2008), Le mille luci del mattino nel 2015 (Un millón de luces, Madrid, Alfaguara, 2003), La meraviglia degli anni imperfetti nel 2016 (Últimas noticias del paraíso, Madrid, Alfaguara, 2000) e infine Desde el mirador (Madrid, Alfaguara, 1996), di prossima pubblicazione ancora una volta presso Garzanti.

Clara Sánchez è l’autrice che ho tradotto di più (oltre ai romanzi, mi è stata affidata la traduzione di suoi racconti e scritti vari per giornali e festival letterari) e, se è vero che la vertigine che provo davanti a ogni nuovo progetto di traduzione è sempre la stessa, come lo è lo stupore per essere approdata sull’altra sponda ogni volta che tengo tra le mani il libro tradotto e finalmente edito, è vero anche che l’assidua frequentazione mi ha donato una grande familiarità con il suo sguardo e la sua voce, i suoi temi e la sua scrittura, caratterizzata da uno stile apparentemente semplice e diretto che contribuisce a creare un clima di sottile inquietudine e da un’insistenza su personaggi comuni e luoghi quotidiani che si caricano di mistero e ambiguità.

Questa consapevolezza non mi ha impedito di andare nel panico quando, nei primi mesi del 2016, mi è stato proposto di tradurre il seguito de Il profumo delle foglie di limone, il cui titolo provvisorio era Viento salvaje (e che sarebbe diventato poi Regresar a la luz e infine Cuando llega la luz e Lo stupore di una notte di luce in italiano). Se infatti mi ha entusiasmato l’idea che la Sánchez volesse riprendere una storia tanto avvincente e tanto amata dai suoi lettori, in particolare quelli italiani, facendo sì che i protagonisti Julián e Sandra provassero a chiudere i conti con gli aguzzini di Mauthausen e con i loro giovani e fanatici fiancheggiatori, mi ha sconcertato scoprire che i tempi sarebbero stati molto compressi perché il libro sarebbe uscito in contemporanea in Spagna e in Italia. Ciò ha fatto sì che il mio lavoro procedesse di pari passo con le ultime fasi della scrittura e dell’editing dell’originale, che hanno comportato interventi significativi come lo spostamento di alcuni capitoli, la soppressione e l’aggiunta di porzioni di testo, la modifica di una parte importante come il finale. Il poco tempo a disposizione e la mobilità del testo di partenza hanno rappresentato indubbiamente una difficoltà ulteriore, che solo il coordinamento e la stretta collaborazione con la redazione mi hanno permesso di superare (segnalandoci tra le altre cose a vicenda gli inevitabili piccoli errori di coerenza interna). Ciò mi ha però anche offerto un punto di vista inedito sul metodo di lavoro della mia autrice. La fucina della scrittrice e quella della traduttrice hanno finito così per sovrapporsi, dandomi a tratti la sensazione che fossero diventate quasi la stessa cosa.