di Mario Marchetti
Scrittore e traduttore sono profili che spesso, oggi come ieri, si trovano a coesistere nel medesimo soggetto. Ma solo in tempi recenti lo scrittore ‒ e tanto più ciò vale per chi possiede come proprio strumento una lingua non dominante o appartiene a una cultura non egemonica ‒ si è narrativamente riverberato in questa figura, cimentandosi col prisma visuale del traduttore, ponendosi domande e esplorando nuovi orizzonti in virtù di tale suo alter ego sostituto, nobile – bisogna dire – pur nel suo rango defilato. E così va emergendo nella narrativa il personaggio di quel contrabbandiere di cultura che è il traduttore: