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“Something restraining” ovvero, tradurre il cuore di “Cuore di tenebra”

di Simone Barillari | Che cos’è rimasto dell’Uomo dopo la morte di Dio, si chiede Conrad alle soglie del Novecento, e al centro esatto del suo capolavoro incastona una ferrea riflessione sul concetto di restraint – il ritegno, la capacità di trattenersi – come se fosse la chiave per aprire l’intero libro.

Sul battello diretto verso Kurtz e la sua Stazione Interna, il capitano Marlow è insieme al Direttore della Compagnia, a «tre o quattro» agenti e a «venti cannibali» imbarcati per i lavori di fatica. Si rende conto, parlando con il loro capo, che non mangiano quasi niente da oltre un mese: la carne di ippopotamo che avevano con sé è andata a male; e si chiede all’improvviso perché quei cannibali, più numerosi e più robusti dei bianchi, non abbiano assalito e mangiato lui e gli altri per placare il digrignante «demone della fame», per porre fine alle sue «esasperanti torture». And I saw that something restraining, one of those human secrets that baffle probability, had come into play there, «Capii allora che era entrato in gioco qualcosa che li aveva frenati, uno di quei segreti della natura umana che sfidano le leggi della probabilità» (Conrad 2010).