Pastore della Molteplicità

SERGIO ATZENI, GRANDE SCRITTORE GRANDE TRADUTTORE

di Gianfranco Petrillo

In questi mesi, le numerose commemorazioni del ventesimo anniversario della sua scomparsa hanno definitivamente consacrato Sergio Atzeni, non solo nella sua Sardegna, quale grande scrittore della lingua italiana. Vent’anni fa, infatti, una violenta mareggiata se l’è portato via sulle scogliere di Carloforte. E con lui s’è portato via un progetto ardito di narrativa e di lingua che infilzava al cuore l’Italia metropolitana alle soglie del Duemila e di cui il postumo Bellas mariposas sarebbe stato, di lì a pochi mesi, lo squillante annuncio. Aveva quarantadue anni: appena l’alba della maturità, per un grande scrittore. In poco più di dieci anni aveva inanellato quattro romanzi, decine di racconti, centinaia di articoli di giornale, molte poesie. E tradotto ben sedici libri dal francese (più uno dallo spagnolo, traduzione rimasta inedita, e altre versioni minori).

Per Atzeni le traduzioni erano il mezzo per permettersi il lusso di scrivere in proprio. Dopo mesi di peregrinazioni per l’Europa, in fuga dalla Sardegna, da un lavoro impiegatizio ingrato, dalle meschinità dei palazzi del potere locale, da un matrimonio fallito, aveva avuto la fortuna di incontrare chi gli aveva dato la possibilità di entrare in più stretto contatto col mondo editoriale e quindi di procacciarsi il pane quotidiano scrivendo: scrivendo traduzioni. Perché, come tutti i grandi scrittori, Atzeni sapeva bene che tradurre è scrivere ed è ottima scuola. Non importa che cosa si traduce: qualsiasi testo è una sfida ad andare più addentro alla tua lingua, e insieme al di là di essa.

L’elenco delle sue traduzioni è in calce a questo articolo. Non sono moltissime – anche se il numero, raffrontato alla brevità dei tempi e alla mole dell’altra produzione sfornata contemporaneamente, è impressionante – ma c’è di tutto: memorialistica, libri di viaggio, saggi critici, storici, antropologici, psicologici… E quale che fosse il valore dell’originale, Atzeni a ciascuna traduzione dedicava lo stesso impegno attento e coraggioso, che era l’impegno della scrittore sulla sua lingua. Ma ci sono anche due perle letterarie: il curioso I ventitré privilegi di Stendhal (una vera e propria curatela per Mondadori, 1992) e Texaco, il capolavoro di Patrick Chamoiseau (Einaudi 1994), di cui Atzeni fece tesoro (ma «lo sapeva già», dice – si vedrà – Chamoiseau) per la lingua mescidata di Bellas mariposas, con la quale in un sol balzo superò il falso problema del “parlato”, della “lingua di tutti i giorni”, su cui indugiano gli innovatori a programma.

Purtroppo di questa parte della sua poderosa attività non ha potuto occuparsi, per evidenti limiti di tempo, il pur ricco e denso convegno organizzato presso l’Università di Bologna da Giuseppe Ledda e Gigliola Sulis, che è senz’altro la massima esperta atzeniana, il 23 e 24 settembre.

«tradurre» vuole almeno in parte rimediare a questa lacuna.

Lo facciamo innanzi tutto riproponendo il testo di un seminario tenuto da Atzeni all’Università di Parma il 3 maggio 1995 e pubblicato da Gigliola Sulis, sotto il titolo Tradurre dal creolo, sul numero 2 (agosto 2002) della rivista «Portales», diretta da Giovanni Pirodda (pp. 103-122). Di Sulis riprendiamo anche, con titolo diverso e con qualche aggiustamento redazionale e qualche integrazione dovuti alla diversa sede, la breve ma tuttora validissima introduzione, Nel laboratorio di uno scrittore traduttore. Sergio Atzeni e Texaco di Patrick Chamoiseau (pp. 101-102).

Inoltre riprendiamo una pagina meravigliosa, Pour Sergio, con cui Chamoiseau contribuì al numero doppio (72/73, autunno-inverno 1995) della rivista cagliaritana «La grotta della vipera», che il suo direttore, Giuseppe Marci, volle subito dedicare quasi per intero all’amico scrittore appena scomparso. D’altronde Marci è anche l’autore della prima impegnativa e, come oggi si usa dire, seminale monografia Sergio Atzeni: a lonely man (CUEC, Cagliari 1999). In quella sede la traduzione di Pour Sergio fu offerta da Ubaldo Floris, che, benché si sia preferito ricorrere qui a una nuova traduzione, redazionale, è doveroso ricordare nel decimo anniversario della sua scomparsa. E insieme pubblichiamo un appassionato saggio di Yasmina Melaouah sulla traduzione atzeniana di Texaco e un contributo, condotto in parte su fonti finora ignote, di Paola Mazzarelli sull’itinerario di Atzeni traduttore.

A Chamoiseau, alla figlia di Atzeni, Jenny, e a sua madre, Rossana Copez, a Sulis, a Elena Pessini, che invitò a Parma Atzeni e ne registrò la voce, vada tutta la nostra gratitudine. Un grazie di cuore anche a Daniele Atzeni, il regista di Madre acqua, un forte documentario a più voci sullo scrittore, per averci fornito la versione digitalizzata della registrazione audio del Seminario di Parma.

Le traduzioni di Sergio Atzeni

a cura di Gigliola Sulis

Io in cima al Monte Bianco. Racconto di un’ascensione, Vivalda, Torino 1989 (da Henriette d’Angeville, Mon excursion au Mont-Blanc, Paris, Arthaud, 1987)

L’impero dell’effimero. La moda nelle società moderne, Garzanti, Milano 1989 (da Gilles Lipovetsky, L’empire de l’éphémère. La mode et son destin dans les sociétés modernes, Paris, Gallimard, 1987)

Rifugio Punkett, in «Alp», n. 49, maggio 1989, (da Samivel [Paul Gayet-Tancrède], Refuge Punkett, racconto tratto dal periodico «Les Oeuvres Libres», Nouvelle Série, n. 46, Paris, Fayard, 1950)

[con Sibilla Panattoni], Immagini e immaginario della montagna, 1740-1840, Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, Club Alpino Italiano – Sezione di Torino, Torino 1989 (da Découverte et sentiment de la montagne, Collection Paul Payot, Annecy, 1966)

John Ruskin e le Alpi, Torino, Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, 1990 (da John Ruskin et les Alpes, ed. James S. Dearden, Sion, Editions des Musées Cantonaux, 1989)

Terremoti. San Juan Parangaricútiro, in «Linea d’ombra», n. 63, settembre 1991, pp. 81-93 (da un testo di Viktor Serge [Viktor L’vovič Kibal’čič], forse inedito in originale, di cui si ha solo il copyright, di Vladi, il pittore messicano figlio dell’autore)

Cristiani di Allah, Rizzoli, Milano 1991 (da Bartolomé Bennassar et Lucille Bennassart, Les chrétiens d’Allah, Paris, Perrin, 1989)

La parte di testo in francese di Alfonso Bonfioli Malvezzi, Viaggio in Europa, a cura di Sandro Cardinali, Sellerio, Palermo 1991

Giovinezza di una regina, Mondadori, Milano 1991 (Maria José di Savoia, Albert et Elisabeth de Belgique, mes parents, Paris, Rossel, 1985)

Gengis Khan, Garzanti, Milano 1992 (da Michel Hoáng, Gengis-khan, Paris, Fayard, 1988)

(a cura di) I ventitré privilegi, con i testamenti e le notizie autobiografiche, Mondadori, Milano 1992 (da Stendhal, Les Privilèges. Testaments. Notices autobiografiques [1840])

Storia di Lince. Il mito dei gemelli e le radici etiche del dualismo amerindiano, Einaudi, Torino 1993 (da Claude Lévi Strauss, Histoire de Lynx, Paris, Plon, 1991)

Cinismo, Milano, Rizzoli, 1992 (da Michel Onfray, Cynismes. Portrait du philosophe en chien, Paris, Grasset, 1990)

L’ultimo turista, Il Saggiatore, Milano 1993 (da Jean-Paul Sartre, La reine Albemarle ou le dernier touriste. Fragments, Paris, Gallimard, 1991)

I profeti e i re. Una storia del mondo dalla creazione a Gesù, a cura di Sergio Noja, Guanda, Parma 1993 (da Tabari, Les prophètes et les rois. De la création à David. Extrait de la Chronique de Tabari traduite par Hermann Zotenberg, Paris, Sindbad, 1984 e Tabari, Les prophétes et les rois. De Salomon à la chute des Sassanides. Extrait de la Chronique de Tabari traduite par Hermann Zotenberg, Paris, Sindbad, 1984)

Patrick Chamoiseau, Texaco, Einaudi, Torino 1994

Discorso di Stoccolma, in Il giro del mondo in diciotto autori. La narrativa straniera Einaudi 1994 (e oltre) nelle pagine autobiografiche degli scrittori, Torino, Einaudi, 1994, pp. 49-65 (da Claude Simon, Discours de Stockholm, Paris, Editions de Minuit, 1985)

Finzione e dizione, Pratiche, Parma 1994 da (Gérard Genette, Fiction et diction, Paris, Èditions du Seuil, 1991)

Fanny Stevenson, Milano, Mondadori, 1995 (da Aexandra, Lapierre,Fanny Stevenson. Entre passion et liberté, Paris, Robert Laffont, 1993)

I problemi dei bambini, Mondadori, Milano 1995 (da Françoise Dolto, Les Ètapes majeures de l’enfance, Paris, Gallimard, 1994)

Tamerlano, Garzanti, Milano 1995 (da Jean-Paul Roux, Tamerlan, Paris, Fayard, 1991)

La festa dell’acqua che arriva, in «La grotta della vipera», a. XXI, n. 72/73, autunno/inverno 1995 (da Patrick Chamoiseau, brano tratto da Antan d’enfance, Paris, Gallimard, 1993)

Solitudine felice. Interiorità e comunicazione dalla nascita all’età adulta, Mondadori, Milano 1996 (da Françoise Dolto, Solitude, Paris, Gallimard, 1994 [Paris, Vertiges, 1985])