I QUATTRO PROBLEMI TRADUTTIVI SECONDO CHRISTIANE NORD
di Britta Nord
Come si insegna a tradurre? I docenti che si pongono questa domanda (ahimè, non tutti lo fanno) non ci metteranno molto a scartare l’approccio learning-by-doing, insegnare facendo: perché si rendono conto che la competenza traduttiva è troppo complessa per poter essere affidata al caso, perché si ritrovano invischiati in interminabili discussioni su cosa si possa dire e come lo si possa dire, o semplicemente perché non sanno cosa rispondere agli studenti, frequentanti e non, che gli chiedono come prepararsi all’esame. Ci vuole quindi un sistema didattico che dovrà essere tendenzialmente più di tipo top-down, dall’alto verso il basso, che non viceversa, bottom-up.
Un modello didattico utile e facilmente applicabile anche senza dare troppo spazio e/o peso alla teoria (che non sempre è prevista come tale nei programmi di studio universitari) è quello dei problemi traduttivi di Christiane Nord (1997, 64ss.; 2001; 2009, 176ss.; 2010, 90ss.; 2014, 64ss.) che vorrei presentare in questo articolo. Comincerò spiegando che cosa s’intende per «problema traduttivo» e quali tipi di problemi traduttivi ci siano. Mi soffermerò poi sull’applicazione del modello esposto nell’ambito della didattica della traduzione.
Gli esempi, se non diversamente specificato, sono tratti dal corso di traduzione specialistica tedesco-italiano che ho tenuto nel primo semestre dell’anno accademico 2014/2015 nel corso di laurea magistrale «Lingue e Culture per la comunicazione e la cooperazione internazionale» dell’Università degli Studi di Milano. In questo corso, dopo una breve introduzione teorica, ho assegnato agli studenti tre progetti di traduzione. Ciascun progetto era composto da un incarico traduttivo e da un testo di partenza tedesco. Questi i testi proposti: una brochure del Deutsches Museum, un volantino del Kinderreich (l’area bambini del Deutsches Museum, sede di Monaco di Baviera), e un volantino del museo paleontologico di Monaco di Baviera. Non si tratta di testi editoriali, cioè di libri, di cui si occupa questa rivista, ma l’esemplificazione può mostrarsi utile anche ai colleghi che si occupano di questo settore.
Ciascun testo di partenza era poi suddiviso rispettivamente in cinque, sette e due brani da tradurre. La prima fase dello svolgimento del progetto consisteva nell’interpretazione dell’incarico: si doveva cioè stabilire, innanzitutto, quale fosse il profilo del testo di arrivo. Dopo si è analizzato il testo di partenza e si è concordata una macrostrategia traduttiva comune. A questo punto, ogni traduttrice – non c’erano allievi maschi – doveva individuare i problemi traduttivi presenti nel suo compito e risolverli nell’ambito della produzione del suo testo di arrivo.
1. Definizione
Il termine «problema» nella sua accezione generica è abbastanza diffuso nella teoria, nella critica, e soprattutto nella didattica della traduzione (Brusasco et al. 2011, per citare solo un esempio, parla di «problematiche», «aspetti problematici» e «nodi problematici» della traduzione). Christiane Nord definisce un «problema traduttivo» come veramente rilevante per la traduzione e oggettivo, o quanto meno intersoggettivo, nella misura in cui si pone a ogni traduttore e a ogni traduttrice, indipendentemente dalla loro madrelingua, dal loro background culturale, dalle loro conoscenze, dalla loro esperienza, dalle risorse a loro disposizione, ecc. Se invece un traduttore non capisce il testo di partenza perché non sa abbastanza sul tema o a una traduttrice non viene in mente una parola della lingua di arrivo si tratta di una «difficoltà traduttiva» soggettiva.
Nessun problema traduttivo è irrisolvibile, né è detto che la traduttrice debba perdere ore e ore alla ricerca di una soluzione. Un problema traduttivo è semplicemente un punto critico nel processo traduttivo che richiede particolare attenzione e l’adozione di una microstrategia che sia in sintonia con la macrostrategia scelta.
2. Tipologia
Christiane Nord distingue quattro tipi di problemi traduttivi: problemi pragmatici, problemi legati alle convenzioni, problemi linguistici e problemi specifici del testo. L’ordine non è casuale. Si parte dai problemi di grande portata e si passa a quelli meno importanti, quindi, appunto, top-down. La quarta categoria raccoglie tutti i problemi traduttivi che non siano classificabili come pragmatici, legati alle convenzioni o linguistici. Questi problemi non sono prevedibili e richiedono una soluzione ad hoc. Pertanto non si possono descrivere in modo generale (e non vengono considerati nel seguente elenco). Sono però da tener presente perché aumentano notevolmente il grado di difficoltà di una traduzione.
2.1. Problemi traduttivi pragmatici
I problemi pragmatici nascono da differenze tra la situazione comunicativa di partenza e la situazione comunicativa prevista per il testo di arrivo e possono riguardare vari fattori del contesto situazionale: i destinatari del testo, il mezzo di comunicazione, il luogo e il momento della produzione e/o ricezione del testo, nonché le funzioni del testo.
I destinatari sono per definizione «problematici» (nel senso che causano problemi traduttivi) in qualsiasi traduzione poiché quelli del testo di partenza e quelli del testo di arrivo parlano due lingue diverse, appartengono a due culture diverse e di conseguenza hanno conoscenze e abitudini almeno in parte diverse. Vediamo degli esempi. I nomi delle sedi distaccate del Deutsches Museum (Verkehrszentrum e Flugwerft Schleißheim) forniscono implicitamente al lettore tedesco importanti informazioni sugli oggetti esposti nei rispettivi musei. Il nome SchlauspielHaus, invece, suggerisce che questa sezione del Deutsches Museum sede di Bonn è una specie di teatro (Schauspielhaus) in cui si gioca in modo intelligente (schlau spielen). Di tutte queste indicazioni e allusioni i lettori italiani non colgono assolutamente nulla. La Kugelbahn, a sua volta, malgrado la denominazione simile, ha poco in comune con la pista per le biglie. (Se Kinderreich, oltre a indicare una zona dove i bambini possono sentirsi nel loro regno, alluda anche al fatto che essa ne sia ricca – questo infatti è il significato dell’aggettivo kinderreich ad esempio nell’espressione kinderreiche –Familie, francamente non lo so.)
Il mezzo (o canale) di comunicazione può rivelarsi un problema se il testo di partenza è destinato alla comunicazione scritta e il testo di arrivo è destinato alla comunicazione orale. Idem nel caso in cui la fruizione prevista sia quella inversa: orale per il testo di partenza e scritta per quella di arrivo. Anche il «supporto» del testo può causare problemi. Le traduzioni di brochure e volantini museali, per esempio, saranno pubblicate nello stesso formato dei testi di partenza e useranno le stesse illustrazioni. Ma ecco cosa accade: mentre Abteilung Physik, Optik: 1. OG, Astronomie: 3. bis 6. OG sta in una riga, per Reparto di fisica e ottica: pianterreno, astronomia: dal terzo al sesto piano ce ne vorranno almeno due. Bisognerà quindi risparmiare spazio da un’altra parte stringendo il testo o tralasciando qualcosa.
Una traduzione viene letta (o ascoltata, se destinata alla comunicazione orale) spesso in un altro luogo rispetto al testo di partenza e a volte anche (poco o molto tempo) dopo, il che può rendere problematici eventuali elementi deittici e altri riferimenti locali e temporali presenti nel testo, come per esempio vor mehr als hundert Jahren (più di un secolo fa o, ormai, più di 120/150 anni fa?), o München, che può essere tradotto in vari modi (qui, visto che la traduzione della brochure sarà messa a disposizione, come il testo di partenza, «in loco», basta Monaco, senza dover aggiungere di Baviera).
Anche le funzioni testuali possono creare problemi traduttivi: ad esempio, quando per il testo di arrivo sono previste funzioni diverse da quelle del testo di partenza, o quando per realizzare le stesse funzioni vanno cambiati i mezzi linguistici. Per esempio il titolo Verkehrszentrum – was Menschen bewegt ha sicuramente una funzione referenziale (quella di informare i lettori su ciò che potranno vedere nel museo), ma anche una funzione fatica (quella di attirare l’attenzione dei lettori e mantenerla costante) ottenuta tramite il doppio senso di bewegen (muovere). Nella versione italiana Verkehrszentrum – come si spostano le persone le due funzioni implodono su se stesse. Dato cheleggendo Verkehrszentrum chi non sa il tedesco non capisce che avrà a che fare con i mezzi di trasporto, il come si spostano le persone resterà del tutto generico: la funzione referenziale è ostacolata e la funzione fatica scompare del tutto. In Verkehrszentrum – il trasporto delle persone il riferimento alla realtà extralinguistica è assicurato dalla parola trasporto, che ha anche un senso figurato (forse però difficile da cogliere in questo contesto, quindi l’efficacia della funzione fatica è quanto meno dubbia).
2.2. Problemi traduttivi legati alle convenzioni
Premetto, e ammetto, che il nome italiano di questo tipo di problemi traduttivi ha qualità da scioglilingua. Infatti, basandomi su pubblicazioni di Christiane Nord in inglese (vedi in particolare Nord 1997) e in spagnolo, nei primi corsi parlavo di «problemi culturali». Accorgendomi però (come peraltro dice di essersi accorta Christiane Nord stessa: cfr. 2009, 177) che è un termine troppo generico (molti studenti, interrogati su questo tipo di problemi traduttivi, si limitavano a parlare di vaghe differenze culturali, senza essere in grado di fornire ulteriori dettagli) che si presta a equivoci (anche i problemi pragmatici riguardanti i destinatari derivano da differenze culturali) sono ricorsa a questo calco. (Proposte alternative più eleganti sono gradite.)
In generale i problemi di questo tipo scaturiscono da differenze tra la cultura di partenza e quella di arrivo per quanto riguarda le convenzioni per le misure, le convenzioni formali, le convenzioni stilistiche e le convenzioni dei diversi generi testuali. Dipende dal tipo di traduzione scelto se il testo di arrivo debba riprodurre le convenzioni della cultura di partenza o rispettare le convenzioni della cultura di arrivo. Nel nostro caso le traduzioni servono essenzialmente a informare i destinatari su ciò che propongono di volta in volta il Deutsches Museum, l’area bambini e il museo paleontologico, in un modo da suscitare curiosità nei potenziali visitatori. Perciò devono essere redatte in conformità con le convenzioni vigenti nella cultura di questi destinatari.
Ecco alcuni esempi:
Categoria di convenzione | Testo tedesco | Testo italiano |
misure | vor mehr als hundert Jahren | più di un secolo fa |
forma | 2 000, 18 000 | 2.000, 18.000 |
rund siebzig Flugobjekte | circa 70 aeromobili | |
10 bis 18 Uhr | dalle 10:00 alle 18:00 | |
8,50 € | € 8,50 / 8,50 euro | |
stile | schwere Brocken heben | sollevare massi pesantissimi |
genere testuale | lassen Sie sich inspirieren | lasciatevi ispirare |
Mo, Do, Fr, Sa, So | Lunedì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica | |
bitten wir Gruppen und Schulklassen um vorherige Anmeldung | gruppi e scolaresche sono pregati di prenotare in anticipo |
Per le misure, tra la cultura italiana e quella tedesca non ci sono differenze così eclatanti come con gli anglosassoni e i loro miles, feet, gallons ecc., ma gli italiani hanno l’etto, parlano di decine, ventine, ecc. e, appunto, di decenni e secoli. Ovviamente, al livello del sistema, esiste anche cento anni, e non sarebbe sbagliato dire più di cento anni fa, però l’italiano dispone di una variante in più.
Le convenzioni culturali, a differenza delle norme linguistiche, non sono codificate, almeno non in modo sistematico (per l’italiano, alcune indicazioni vengono fornite dall’Accademia della Crusca), e quindi vanno estratte da testi paralleli (testi autentici della cultura di arrivo che riguardo al genere testuale, al tema, alle funzioni comunicative, ecc. assomiglino al testo di partenza: cfr. Nord 2010, 232). Le mie studentesse si sono servite di vari siti di musei italiani (scelta discutibile perché i siti Internet hanno comunque caratteristiche diverse dalle brochure stampate e di conseguenza non sono testi paralleli perfetti) e, per quanto riguarda le convenzioni formali, hanno trovato le varianti sopra elencate a cui, però, sarebbe opportuno aggiungerne anche altre: in effetti, nell’«Info» del Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, l’orario e i prezzi sono indicati così: «9.30 – 17.30» e «10,00 €». Per capire se in questo caso le convenzioni siano elastiche o se una variante sia più comune delle altre, bisognerebbe analizzare un numero più grande di testi paralleli.
Gli esempi riportati per le convenzioni stilistiche e le convenzioni dei diversi generi testuali illustrano in primo luogo la tendenza italiana ad abbondare in aggettivi e in superlativi assoluti e a prediligere costruzioni impersonali e, in secondo luogo, il fatto che in testi pubblicitari italiani ci si rivolga ai destinatari dandogli del tu. È interessante notare che gli studenti, pur riconoscendo come «convenzionale» il tu in un annuncio o messaggio pubblicitario italiano, di fronte a un Sie tedesco, non osano dare del tu al loro destinatario italiano e si rifugiano, per così dire, nella seconda persona al plurale. È un indizio di quanto la lingua e la cultura di partenza, anche se «straniere», condizionino il traduttore? O dimostra che la convenzione sta mutando, che il tu, man mano, sta cedendo il posto al Lei?
Un’ulteriore categoria di convenzioni che possono provocare problemi è costituita dalle convenzioni traduttive. Esse si riferiscono all’approccio traduttivo stesso e ci dicono quale macrostrategia traduttiva ovvero quale tipo di traduzione sia opportuno utilizzare in un dato ambito (per esempio la traduzione letteraria o la traduzione di citazioni) di una data cultura e come si è soliti affrontare, in una data cultura, la traduzione di certi elementi del testo, per esempio se i nomi propri si traducono o meno. In italiano i nomi di persone contemporanee non si traducono, a eccezione di sovrani (regina Elisabetta) e i loro discendenti (principe Carlo), ma non tutti (principe William); tuttavia in passato si usava tradurli, almeno in parte (a Milano si sono intitolate delle vie a Giovanni Sebastiano Bach, Giorgio Byron, Federico Chopin, Carlo Marx e Guglielmo Röntgen, ma anche, chissà perché, a Albert, non Alberto, Einstein). I nomi di istituzioni non vengono tradotti né declinati (il Deutsches Museum, al Deutsches Museum ecc.), mentre gli indirizzi rimangono in lingua, ma vengono adeguati alla sintassi italiana (in Neuhauser Straße, al numero 10 della Richard-Wagner-Straße).
2.3. Problemi traduttivi linguistici
I problemi linguistici derivano da differenze strutturali tra la lingua di partenza e la lingua di arrivo. Si manifestano nell’ambito del lessico, della sintassi, della grammatica, degli elementi soprasegmentali, dell’ortografia e della punteggiatura. Qui di seguito sono riportati alcuni esempi di problemi traduttivi linguistici insieme alle soluzioni per le quali hanno optato i miei studenti (forse a volte discutibili e/o incoerenti tra di loro); per non dilungarmi troppo, rinuncio a commentarli.
Ambito | Testo tedesco | Testo italiano |
lessico: abbreviazioni | z. B. | per esempio / tra cui |
1. OG | primo piano | |
lessico: parole composte |
Astronomie-Ausstellung
|
esposizione sull’astronomia |
Sie ist die größte Museumsbibliothek Deutschlands. | È la più grande biblioteca all’interno di un museo della Germania. | |
in traditionsreicher Kulisse | in una cornice ricca di storia | |
die dreigeschossige Säulengalerie | la galleria a colonne disposta su tre piani | |
lessico: verbi specifici | reinkrabbeln | entrarci |
lessico: anglicismi | Highlights | Reperti di maggiore interesse |
sintassi: valenza verbale | Demonstrationen, Experimente und interaktive Exponate laden zum Mitmachen und Ausprobieren ein | dimostrazioni, esperimenti ed esposizioni interattive vi inviteranno a partecipare e sperimentare in prima persona |
Probiert das Öffnen und Schließen der Schleusentore aus | Provate ad aprire e chiudere le paratoie della chiusa | |
Forscher bei der Arbeit beobachten | osservare i ricercatori mentre lavorano | |
sintassi: nominalizzazione | Wissenschaft zum Staunen. | Una scienza fatta per stupire. |
sintassi: sintassi complessa | Der heute unter Denkmalschutz stehende Bau wurde im Jahre 1902 nach Plänen des Architekten Leonhard Romeis als Königlich Bayerische Kunstgewerbeschule im Stile der Deutschen Renaissance errichtet. | L’edificio, riconosciuto e at-tualmente tutelato come mo-numento storico, venne co-struito nel 1902 secondo il pro-getto dell’architetto Leonhard Romeis seguendo i canoni del Rinascimento Tedesco. In principio nacque come sede della Königlich Bayerische Kunstgewerbeschule (scuola bavarese reale delle arti applicate). |
sintassi: sintagmi nominali complessi | eine Ausstellung der Anthropologischen Staatssammlung zur Evolution des Menschen | un’esposizione della Staatssammlung (collezione della Baviera) sull’evoluzione dell’Uomo |
ein Großteil der damaligen Sammlungsbestände | la maggior parte dei reperti che facevano parte della raccolta dell’epoca | |
im Alter von 3 bis 8 Jahren | tra i tre e gli otto anni | |
Kinder bitte nur in Begleitung Erwachsener | I bambini solo accompagnati dagli adulti | |
grammatica: tempi verbali | Wer auf das Karussell steigt, merkt […] | Salite sul girello e girando noterete […] |
Lange Zeit hatten die Men-schen nachts nur das Feuer | Per molto tempo l’uomo ha avuto solo il fuoco di notte | |
Bereits im Jahr 1843 erlangte die Paläontologische Samm-lung ihre Selbständigkeit. | Già nel 1843 la collezione paleontologica ottenne il suo spazio indipendente. | |
grammatica: articoli | Regen, zum Beispiel, oder Sturm, Fische, Frühling, den Nikolaus oder eine Libelle | la pioggia, per esempio, o la tempesta, i pesci, la primavera, Babbo Natale o una libellula |
grammatica: posizione dell’aggettivo | Legendäre Autos, uralte Eisenbahnen oder innovative Mobilitätsideen | Auto leggendarie, storici vagoni ferroviari e innovative idee di mobilità |
Die Paläontologische Sammlung gehört heute zu den größten und bedeutendsten Fossilsammlungen in Deutschland | La collezione paleontologica rientra attualmente fra le maggiori e più prestigiose raccolte di reperti fossili in Germania. | |
elementi soprasegmentali: focus | Was ist Gentechnik? […] Antworten finden Sie im Deutschen Museum. |
Che cos’è l’ingegneria genetica? […] Troverete le risposte nel Deutsches Museum.
|
Lange Zeit hatten die Men-schen nachts nur das Feuer | Per molto tempo l’uomo ha avuto solo il fuoco di notte | |
ortografia: maiuscola | In der Musikabteilung im Kinderreich | Nella Sezione Musica del Mondo dei bambini |
Abteilung Informatik | Reparto informatica | |
Entwicklungsgeschichte der Erde | storia dell’evoluzione della Terra | |
punteggiatura: virgolette | die Dampflok»Puffing Billy« | la locomotiva a vapore«Puffing Billy» |
3. Applicazione
L’analisi dei problemi traduttivi non è fine a se stessa, ma, come un po’ tutto il lavoro di Christiane Nord, destinata all’applicazione didattica. La sua utilità consiste nel dare un volto alla competenza traduttiva: i problemi traduttivi trasformano la competenza traduttiva in un concreto oggetto di studio, e la rendono quantificabile.
3.1. Sistematizzazione dell’insegnamento
Il primo risvolto pratico è che gli studenti sanno cosa studiare e come prepararsi agli esami: una volta compreso il modello proposto, possono esercitarsi, a lezione o da soli (vantaggio inestimabile per corsi senza obbligo di frequenza), a rilevare problemi e a identificare possibili soluzioni, costruendosi un repertorio al quale possono poi attingere.
I docenti possono servirsi dei problemi traduttivi per strutturare le lezioni e per oggettivare le prove. Sia il materiale didattico, cioè i testi da tradurre o le traduzioni da commentare a lezione, sia i testi da proporre negli esami si possono scegliere in base ai problemi traduttivi presenti. (È importante ricordare che i problemi traduttivi non sono mai inerenti a un testo, ma si pongono in una determinata situazione traduttiva e che, quindi, per individuare e per risolvere in modo corretto un problema traduttivo, ci vuole non solo il testo di partenza, ma anche un profilo del testo di arrivo, ovvero un incarico traduttivo da cui si possa dedurre questo profilo.) Introducendo un (sotto)tipo di problema alla volta e aumentando gradualmente la quantità e la complessità dei problemi si arriva a una progressione logica e «sostenibile» delle lezioni di traduzione.
Le prove dovrebbero contenere solo problemi che gli studenti, se hanno frequentato e/o studiato il materiale messo a disposizione, hanno già imparato ad affrontare. Tenendo costante il numero assoluto e la varietà dei problemi presenti, si può far sì che diverse prove di uno stesso appello corrispondano allo stesso livello di difficoltà.
3.2. Valutazione delle traduzioni
L’analisi dei problemi traduttivi può essere sfruttata, inoltre, per la valutazione delle traduzioni. In effetti, nell’ottica funzionalista, un errore traduttivo viene definito come non-adempimento dell’incarico traduttivo, ovvero, più concretamente, come risoluzione non adeguata di un problema traduttivo. In base alla tipologia dei problemi traduttivi si possono distinguere tre tipi di errori traduttivi: pragmatici, legati alle convenzioni e linguistici.
Se non è stato correttamente risolto… | si tratta di: |
un problema pragmatico (la traduzione non è adatta ai destinatari, al mezzo, al luogo, al momento, alle funzioni previsti dall’incarico) | un errore traduttivo pragmatico (EP). |
un problema legato alle convenzioni (la traduzione non è conforme alle convenzioni della cultura di arrivo specificate dall’incarico) | un errore traduttivo legato alle convenzioni (EC). |
un problema linguistico (la traduzione non è conforme alle norme della lingua di arrivo, benché l’incarico lo esiga, a causa di interferenze linguistiche) | un errore traduttivo linguistico (EL). |
I tipi di errore sono elencati in ordine di importanza: un errore pragmatico è piuttosto grave poiché può intralciare o addirittura far fallire il processo comunicativo, mentre gli errori legati alle convenzioni e gli errori linguistici di solito hanno conseguenze meno disastrose. Pertanto, nella valutazione delle traduzioni, un errore pragmatico pesa di più di un errore legato alle convenzioni, e questo, a sua volta, pesa di più di un errore linguistico. Eventuali infrazioni alle norme sintattiche e lessicali del sistema e alle norme d’uso della lingua di arrivo che non rientrano nella categoria degli errori traduttivi linguistici (un classico errore grammaticale, stilistico od ortografico viene considerato come errore traduttivo solo se l’incarico per la traduzione in questione prevede che essa sia grammaticalmente, stilisticamente e ortograficamente perfetta) vanno segnate, e valutate, a parte (per esempio, come nello schema sottostante, con LA-N, che sta per lingua di arrivo-norma) poiché non pregiudicano la funzionalità del testo di arrivo, ma aumentano solo il tempo necessario per correggerlo.
Ecco un possibile schema per la valutazione dei vari errori traduttivi:
EP | EC | EL | LA-N | |
Valutazione | 3-5 punti | 2-3 punti | 1-2 punti | 0,5-1 punti |
Criterio di valutazione | Impatto sulla funzionalità del testo di arrivo | Impiego di tempo per correzione |
Per concludere vorrei illustrare questo metodo di valutazione con qualche esempio tratto dalle traduzioni delle mie studentesse.
Testo di arrivo | Tipo di errore traduttivo | Segno e valutazione |
In circa 50 aree potete ammirare attualmente all’incirca 18 000 oggetti esposti, tra cui si trovano numerosi capolavori della tecnica. Molti degli oggetti storici vengono regolarmente esposti. | La frase è incoerente con quella precedente: se si possono ammirare gli oggetti, è chiaro che sono regolarmente esposti. (Infatti il testo tedesco dice che gli oggetti vengono vorgeführt che è un’altra cosa: oltre che esposti, spiegati) | P-Coerenza (5) |
In un’esposizione unica scopri-rete come i trasporti metropoli-tani si siano susseguiti nel corso della storia: dal tram ai cavalli fino all’elicottero di salvataggio passando per la Goggomobil e le berline di lusso. | Il destinatario non capisce di che cosa si tratta. | P-Dest (4) |
Verkehrszentrum – come si spostano le persone | (vedi sopra) | P-Funzione (4) |
Il Flugwerft Schleißheim si trova sul più antico e attivo campo di aviazione della Baviera. | Informazione sbagliata: si tratta del più antico campo di aviazione ancora attivo. | P-Info (3) |
Le origini risalgono all’attività di ricerca del gabinetto di storia naturale della Bayrischen(1) Akademie der Wissenschaften(2), fondata nel 1759. |
(1) Le convenzioni traduttive non sono state rispettate. (2) Il destinatario non capisce di che cosa si tratta. |
1) C-Trad (2)
2) P-Dest (4) |
Salite sul girello e girando noterete che le forme della luna – mezza luna, luna piena, luna a forma di falce e luna nuova – dipendono dalla posizione della luna e della terra rispetto al sole. | Riproduzione del trattino che è un segno d’interpunzione (prevalentemente) tedesco | C-Forma (2) |
Disposto su due livelli(1) c’è molto da scoprire: la difficile strada di primi MP3-Player(2) o l’incostante destino del treno a levitazione magnetica Transrapid(3). |
(1) Riproduzione della sintassi tedesca (Auf zwei Ebenen gibt es Einiges zu entdecken) (2) Riproduzione dell’anglici-smo tedesco (3) Il destinatario non capisce di che cosa si tratta. |
1) L-Sin (1)
2) L-Less (1)
3) P-Dest (3) |
Temi attuali vengono presentati in speciali esposizioni(1) e nuovi dipartimenti vengono continuamente aggiunti(2). |
1) La posizione dell’aggettivo è sbagliata (interferenza con la parola composta Sonderausstellungen) 2) Ordine sbagliato di tema e rema |
1) L-Less (1)
2) L-Focus (1) |
L’Archivio(1) del Deutsches Museum è annoverato tra i più importanti archivi specialistici d’Europa sulla(2) storia delle scienze naturali e della tecnologia. |
1) Riproduzione della maiuscola 2) Riproduzione della sintassi tedesca (Spezialarchive zur Geschichte) |
1) L-Orto (1) 2) L-Sin (1) |
Scolari e studenti | Falso amico (studenti compren-de sia Schüler che Studenten) | L-Less (1) |
Bibliografia
Brusasco et al., 2011: Paola Brusasco, Maria Cristina Caimotto, Aurelia Martelli, Insegnare a tradurre. Esperienze di didattica all’Università di Torino e una «modesta proposta», in «tradurre» n. 0 (primavera 2011)
Nord 1997: Christiane Nord, Translating as a Purposeful Activity. Functional Approaches Explained, St. Jerome, Manchester
– 2001: Christiane Nord, Lernziel: Professionelles Übersetzen Spanisch-Deutsch. Ein Einführungskurs in 15 Lektionen, Gottfried Egert Verlag, Wilhelmsfeld.
– 2009: Christiane Nord, Textanalyse und Übersetzen. Theoretische Grundlagen, Methode und didaktische Anwendung einer übersetzungsrelevanten Textanalyse, Julius Groos Verlag, Tübingen.
– 2010: Fertigkeit Übersetzen. Ein Kurs zum Übersetzenlehren und ‑lernen, BDÜ Fachverlag, Berlin.
– Nord 2014: Hürden-Sprünge. Ein Plädoyer für mehr Mut beim Übersetzen, BDÜ Fachverlag, Berlin.