UN PRIMO APPROCCIO
di Natalia Peñín Fernández
Dalla fine del XX secolo e grazie ai nuovi approcci metalessicografici, abbiamo assistito a un importante cambiamento di tendenza riguardo alla concezione di ciò che dovrebbe contenere un dizionario. Se prima la preoccupazione era rivolta soprattutto al numero di pagine e di voci, da questo momento si comincia a tener conto della prospettiva dell’utente e dell’uso a cui è destinato. Tuttavia, secondo gli esperti, rimane ancora molta strada da percorrere, e gli editori continuano a presentare opere con finalità sia traduttive sia didattiche, senza delimitare un gruppo di utenti chiaramente identificabili (San Vicente 2007).
Partendo dall’idea di una tipologia di utenza ben precisa, vale a dire il traduttore, lessicografi, linguisti e traduttologi si sono interrogati sulla possibilità di creare dizionari specifici per traduttori professionisti, così come sull’utilizzo delle diverse fonti d’informazione. Il dizionario ideale dovrebbe riuscire ad assistere il traduttore in tutte le fasi del processo traduttivo, quando emergono problemi o bisogni che possono essere risolti, appunto, consultando un dizionario. Ma per poter soddisfare questi bisogni, talvolta complessi, occorre una combinazione altrettanto complessa di soluzioni lessicografiche (Tarp 2014), ragion per cui, a causa dei limiti derivanti dalla natura stessa delle opere, un’unica fonte di consultazione difficilmente sarà sufficiente. Eppure, il dizionario costituisce una parte fondamentale della fase di documentazione del traduttore e i suoi limiti possono essere superati attraverso la ricerca e consultazione di altre fonti, che alcuni studiosi classificano sulla base della loro affidabilità: dizionari tecnici, enciclopedie, Internet, glossari propri del traduttore (León 2000), manuali di testo, manuali di stile, riviste specializzate, tesi di dottorato, testi paralleli, corpora e altri ancora (Brandimonte 2005).
In questo articolo cercheremo di offrire un quadro degli strumenti lessicografici esistenti, sia cartacei che digitali, nell’ambito della traduzione letteraria dallo spagnolo in italiano e viceversa. Nell’impossibilità di essere esaustivi, prenderemo in esame i principali dizionari bilingui e monolingui di spagnolo, quindi alcuni strumenti come i dizionari delle collocazioni, con la consapevolezza di tralasciarne tanti altri, ad esempio i dizionari fraseologici, dei sinonimi e dei contrari, enciclopedici, specialistici e i glossari. Quanto ai dizionari monolingui di italiano, consigliamo la lettura ancora attuale di Calvo 2007, Cavagnoli 2012 e Palumbo 2017.
Dizionari bilingui spagnolo-italiano/italiano-spagnolo
Il dizionario bilingue di grandi dimensioni è l’unico che permette all’utente di trovarsi di fronte a una selezione del materiale adeguata al suo proposito: il giusto equilibrio fra lingua scritta e lingua parlata, fra lingua standard e varianti della lingua (colloquiale, gergale, specialistica, formale, letteraria), neologismi, tabù, arcaismi, prestiti ecc.
I dizionari bilingui italiano-spagnolo di grandi dimensioni e di recente pubblicazione, che aspirano a diventare opere di riferimento orientate a soddisfare le norme redazionali consigliate dalla lessicografia moderna, sono, a nostro parere, tre. Li presenteremo sommariamente, rispettando l’ordine cronologico di pubblicazione. Per un approfondimento, si consiglia la lettura di Baldiserra 2015 e di De Hériz 2014, nonché la consultazione del portale Contrastiva (http://www.contrastiva.it/wp/).
Il primo risale al 1997, quando Laura Tam ha pubblicato con la casa editrice Hoepli il Grande dizionario di spagnolo. Gran diccionario italiano-español, in versione cartacea e in CD-ROM. Quest’opera è stata subito riconosciuta come uno strumento innovatore per la sua concezione macrostrutturale e microstrutturale. Dopo un’analisi dettagliata, Elena Liverani conclude quanto segue:
Non rimane, dunque, che consigliare la consultazione del dizionario Tam, pubblicato da Hoepli, opera non priva di limiti, su cui molti hanno già scritto, ma che certamente rappresenta lo strumento più completo ora a disposizione. Laura Tam, peraltro, sta lavorando proprio in questo periodo alla redazione di una nuova edizione e presto potremo dunque avere a disposizione una versione perfezionata di questo dizionario. (Liverani 2003, 21)
Effettivamente, nel 2004 ne uscì una seconda edizione, a cui cinque anni dopo seguì una terza (TAM09), che è quella attualmente in commercio e che mantiene la versione in CD-ROM, ma della quale troviamo anche una versione gratuita online.
Il secondo è il Grande dizionario di spagnolo pubblicato da Garzanti nel 2009 (d’ora in avanti GARZ09), opera di diversi autori. Sulla relativa scheda del portale Contrastiva leggiamo che le caratteristiche della macrostruttura e della microstruttura sono le stesse di quello medio, ma che il formato nuovo contiene 20.0000 accezioni in più e ha «un evidente maggior sviluppo di ogni articolo». Si può trovare sul mercato in versione cartacea con CD-ROM e solo in CD-ROM.
Infine abbiamo Il Grande dizionario di spagnolo. Dizionario spagnolo-italiano italiano-español (d’ora in avanti ZAN12), pubblicato nel 2012 da Zanichelli, i cui autori sono Adriana Padoan e Rossend Arqués. Oltre che nella versione cartacea si propone in DVD-ROM, in versione scaricabile e come consultazione online.
Tutte e tre le pubblicazioni si presentano come dizionari generali bidirezionali e come strumento di assistenza sia nella decodificazione sia nella codificazione di testi. In nessuno dei prologhi si identifica un gruppo di utenti specifico; l’unico dei tre che menziona superficialmente la figura del traduttore è lo ZAN12, nella cui presentazione si legge:
La volontà è stata quella di creare un vero dizionario bidirezionale, diretto a entrambi i gruppi di parlanti, come si evince in particolare dall’uso della versione elettronica. Nella sezione spagnola sono state messe in rilievo le peculiarità di questa lingua pensando ai bisogni di studenti, traduttori e utenti comuni italiani, per permettere loro non solo di comprendere ma anche di produrre testi. Lo stesso è avvenuto per la sezione italiana.
Anche se gli autori parlano di «vero dizionario bidirezionale», noi siamo ben consapevoli che «in realtà tale dizionario non esiste, e tutti i dizionari bilingui, indipendentemente dal fatto che lo dichiarino esplicitamente o meno, hanno comunque una direzione privilegiata che favorisce l’attività o di chi domina la lingua d’arrivo o quella di partenza» (Liverani 2003, 19).
A livello di macrostruttura, partendo dall’informazione offerta dalla quarta di copertina della versione cartacea, possiamo identificare le seguenti caratteristiche:
Pagine |
Lemmi |
Accezioni |
Americanismi |
|
TAM09 |
2.608 |
130.000 |
175.000 |
2.500 (De Hériz 2014) |
GARZ09 |
2.180 |
145.000 |
200.000 |
6.000 |
ZAN12 |
2.848 |
190.000 |
275.000 |
1.234 |
I dati oggettivi confermano che lo ZAN12 raccoglie un numero maggiore di lemmi rispetto alle altre opere; bisogna ricordare, tuttavia, che il suo lemmario non raccoglie toponimi, antroponimi e acronimi, i quali si trovano inseriti nelle appendici. Nel lemmario di tutte e tre le pubblicazioni è possibile distinguere parole semplici, composte e derivate, tutte le parole femminili il cui significato è diverso dalla forma maschile e le forme comparative e superlative non derivate come pessimo e peggiore. Costituiscono i lemmi anche marchi registrati (accompagnati dal simbolo ®), acronimi e abbreviazioni.
Per quanto riguarda le unità pluriverbali, di crescente interesse nella lessicografia moderna, lo ZAN12 si contraddistingue per averle differenziate tipograficamente in un tentativo di classificazione attraverso i diversi simboli che precedono le locuzioni, le frasi dipendenti e le espressioni fisse e i cartelli. La sezione fraseologica propone inoltre una gran quantità di esempi e marche che facilitano la comprensione, il che favorisce la sua funzione come strumento per la traduzione.
In generale, tutte e tre le pubblicazioni hanno mantenuto il principio di coerenza che Haensch e Omeñaca 2004 definivano come fondamentale per la lemmatizzazione. Da questo punto di vista, quindi, la macrostruttura è efficace. Sulla scelta del lessico possiamo aggiungere che tutte e tre le opere prestano particolare attenzione alle variazioni diatopiche, diafasiche, diastratiche e diatecniche, come dimostra un’ampia e accurata marcatura, compresa anche quella relativa alla fraseologia. A nostro avviso, questo aspetto, che è anche il più nuovo e modernizzante, potrebbe essere valorizzato se nella prefazione venisse accompagnato da un riferimento ai criteri di selezione, alle fonti utilizzate, al criterio di differenziazione delle marche e ai principi di organizzazione e strutturazione del materiale.
Il Nuovo dizionario spagnolo-italiano e italiano-spagnolo di Lucio Ambruzzi è stato pubblicato dalla casa editrice Paravia nel 1948 (il volume spagnolo-italiano) e 1949 (italiano-spagnolo). Nel 1973 apparve la settima e ultima edizione riveduta e aggiornata, in commercio fino a oggi. Anche se non dichiara in nessuna edizione il numero di lemmi trattati (Bermejo 2008, 162) secondo alcuni calcoli (Marello 1989, 197) il primo volume dovrebbe contenere circa 70.000 voci, e il secondo circa 60.000. Fra i dizionari che presentiamo in questo articolo potremmo ritenerlo un’opera datata, tuttavia non poteva mancare un accenno a questo dizionario ritenuto per un lungo periodo fra i migliori del suo genere.
Dizionari monolingui di spagnolo
Sui dizionari monolingui di spagnolo e italiano che proponiamo in questo articolo, si può trovare un’abbondante letteratura che offre analisi dettagliate sulle loro caratteristiche (De Hériz 2014; Rey 2017; Liverani 2003); quindi ci limiteremo soltanto a una rassegna superficiale dei loro elementi distintivi, in modo che il lettore possa riconoscerli come strumenti utili alla traduzione. Nell’analisi macrostrutturale, abbiamo esaminato la lemmatizzazione, la selezione dei lemmi e gli americanismi, mentre per quella microstrutturale le unità pluriverbali, gli esempi, i limiti d’uso e il loro carattere descrittivo o prescrittivo.
Il primo dizionario, Diccionario de la Lengua Española (DLE), è l’opera centrale della Real Academia Española (RAE). Si tratta di un dizionario sincronico, generale e normativo che, pur non esente da critiche, viene considerato dalla maggior parte degli studiosi come un punto di riferimento ineludibile. La 23ª e ultima edizione è stata pubblicata nel 2014 e vi hanno preso parte tutte le accademie della Asociación de Academias de la Lengua Española. Della 22ª edizione è disponibile una versione consultabile online gratuitamente.
Vi è poi il Diccionario de uso del español actual, conosciuto anche come CLAVE, un dizionario di carattere descrittivo, progettato nell’ambito della didattica dello spagnolo come lingua straniera. Pubblicato per la prima volta nel 1997 da Ediciones SM, nel 2012 ha raggiunto la sua nona edizione. Anche questo dizionario può essere consultato gratuitamente online.
Come afferma Liverani 2003, uno dei suoi punti di forza è l’aver deciso di dare piena legittimità alle diverse varietà linguistiche, compresa quella meridionale, oltre al fatto di prestare particolare attenzione alla registrazione dei neologismi.
Un terzo strumento monolingue da segnalare è il Diccionario del Español Actual di Manuel Seco, Olimpia Andrés e Gabino Ramos, pubblicato nel 1999 da Aguilar Lexicografía. Nel prologo si legge l’intenzione di proporre un dizionario di carattere descrittivo, non normativo, destinato a un ampio pubblico ma specificando che scrittori, traduttori, insegnanti e studenti saranno le figure in grado di trarne il massimo rendimento. Si distingue dai precedenti per la macrostruttura che raccoglie il lessico vivo e in uso della lingua spagnola dopo la seconda metà del XX secolo. Per ottenere questo risultato i redattori hanno escluso le fonti lessicografiche già esistenti e quindi eliminando automaticamente le voci obsolete nella creazione del lemmario.
Elena Liverani indica come punti di forza l’evidenziazione del contorno lessicografico, la ricchezza delle etichette restrittive e l’accurata selezione degli esempi basati su citazioni. Riguardo alle varianti diatopiche, nel caso specifico quella americana, ci avverte però che «il traduttore deve tenere presente che la lingua registrata è unicamente quella della variante peninsulare e che dunque si rivela uno strumento inadeguato nella traduzione di testi ispanoamericani». (Liverani 2003, 25)
Un altro dizionario importante è il Diccionario de Uso del Español di María Moliner (d’ora in poi DUE), pubblicato per la prima volta nel 1962, quindi in una terza edizione nel 2007. Il titolo stesso indica che si tratta di un dizionario d’uso, oltre che di un’opera descrittiva generale. Rispetto al dizionario della Real Academia, la novità principale riguarda l’inclusione di un sistema di sinonimi e parole affini e raggruppamenti per famiglie lessicali «che spesso risultano utilissime al traduttore» (Liverani 2003, 24), che lo avvicina alla concezione del dizionario onomasiologico, pur non essendo questa la sua prima definizione. Tale caratteristica lo rende un ottimo aiuto per la codificazione. Fra le critiche ricevute si fa cenno all’esclusione del vocabolario popolare, dei tabù linguistici e di gran parte del lessico americano.
A livello di macrostruttura, usando come fonte di informazione la quarta di copertina della versione cartacea e lo studio di Rey 2017, possiamo identificare le seguenti caratteristiche:
Pagine |
Lemmi |
Accezioni |
Americanismi |
|
DLE |
93.111 |
195.439 |
||
CLAVE |
43.000 |
|||
DEA |
4.638 |
75.000 |
141.000 |
1.234 |
DUE |
1.519+1.597 |
32.000 |
Dall’analisi di Rey 2017 ricaviamo che tutti e quattro i compendi menzionati registrano lessico di lingua standard e che il loro principale criterio di selezione è la lingua d’uso. In tutti i monolingui si trova terminologia di diversi livelli di comunicazione e varietà socioculturale, oltre a neologismi, lessico americano e tecnico, sigle, abbreviazioni e fraseologia. Nel suo studio comparativo, Rey dichiara anche che il dizionario con maggiore varietà è senza dubbio il DLE.
Per quanto concerne gli americanismi, anche in questo caso l’ultima edizione del DLE è quella che ne contiene una selezione più abbondante, mentre il DUE e il CLAVE sono quelli che ne hanno meno. Come abbiamo specificato precedentemente, nel DEA, invece, non se ne trovano affatto. Il criterio di inclusione dichiarato nel prologo del DLE e in quello del CLAVE è il criterio differenziale, vale a dire che il termine deve essere usato in gran parte del continente americano e provenire da un paese con ampio peso demografico.
Nei dizionari monolingui generali, le unità pluriverbali seguono la regola classica stabilita nel DLE. In tutte le opere a esso ispirate vengono registrate all’interno degli articoli, normalmente sotto il sostantivo che contengono oppure, se questo non esiste, nell’ordine, sotto il verbo, l’aggettivo, il pronome o l’avverbio. Quando in un’unità pluriverbale troviamo due termini della stessa categoria, la regola stabilisce che vada registrata alla voce dedicata al primo dei due. Nel caso del DUE e del DEA, invece, l’unità pluriverbale va registrata sotto tutti i termini principali, ma sviluppata soltanto nell’articolo dedicato a quello che ha la precedenza in base all’ordine indicato poc’anzi, mentre nelle altre voci viene inserito un rinvio. Se prendiamo ad esempio l’espressione andar con pies de plomo, troviamo che:
DLE |
CLAVE |
DUE |
DEA |
|
con pies de plomo |
sotto pie 1. locs. advs. coloqs. Despacio, con cautela y prudencia. Andar, ir con pies de plomo |
sotto pie con pies de plomo loc. adv. col. |
sotto pie CON PIES DE PLOMO. Con mucha *cautela |
sotto pie 94 con ~ de plomo. (col.) Con suma cautela. Normalmente con los vs ANDAR(SE), IR o ACTUAR. |CPuche Paralelo 333: Ya más de una vez le habían tachado de anarquista. Tendría que ir con pies de plomo en lo que decía. P.Squeirolo Inf. 18.7.74, 3: Inglatterra que dispone de dosbases en Chipre, está muy preocupada por el futuro de las mismas y por ello actúa con pies de plomo. |
sotto plomo V. con PIES de plomo |
sotto plomo 94 con pies de ~. |
L’informazione sulle restrizioni d’uso è presente in tre dei dizionari monolingui, rappresentata attraverso le abbreviazioni che precedono le accezioni. Lo studio di Rey 2017 conferma che l’opera più ricca di marche è il DLE, seguito da DEA, CLAVE e DUE. Si noti inoltre che nel CLAVE non compaiono le marche di specialità tecnica.
Infine, a proposito degli esempi che accompagnano le definizioni, per il DLE e il DUE Rey 2017 non li ritiene sufficienti e segnala che nei prologhi di entrambi mancano informazioni che spieghino il motivo per cui vengono inseriti in alcune accezioni e non in altre. Il CLAVE, invece, offre nella maggior parte delle accezioni un esempio costituito da una frase completa. Il prologo del DEA è molto descrittivo in merito alla selezione degli esempi e afferma che provengono da diverse pubblicazioni dell’ultima metà del secolo.
Va precisato che le opere descritte in questa sezione sono state pubblicate da case editrici spagnole, e questo, inevitabilmente, costituisce un elemento condizionante, nonostante l’evidente sforzo, in alcuni casi, di dedicare una maggiore attenzione alle varianti extrapeninsulari. È però difficile che la lingua dei diciannove Paesi d’America in cui si parla spagnolo, con la sua incredibile ricchezza lessicale, venga descritta accuratamente in opere di origine peninsulare, che spesso offrono una selezione ristretta e arbitraria del lessico americano.
L’ultima edizione del dizionario della RAE dimostra la rinnovata attenzione verso lo spagnolo non peninsulare. Infatti, la pubblicazione è stata sottoposta a un processo di revisione degli americanismi già esistenti nell’edizione precedente con l’inclusione di nuove voci appartenenti al Diccionario de Americanismos.
Infine, nel 2010 è stato pubblicato dalla casa editrice Santillana il Diccionario de americanismos della Asociación de Academias de la Lengua Española. Questo recente compendio di carattere descrittivo raccoglie 70.000 voci e 120.000 accezioni di tutte le aree americane, compresi gli Stati Uniti, lasciando fuori tutte quelle parole che sebbene usate in America hanno anche un uso generalizzato nello spagnolo peninsulare.
Dizionari delle collocazioni
La recente attenzione per le collocazioni, non soltanto nell’ambito della linguistica ma anche della lessicografia, ha dato luogo nel panorama italiano e in quello spagnolo alla comparsa di alcuni dizionari dedicati alle combinazioni linguistiche. L’attenzione per le collocazioni nei dizionari monolingui e bilingui era già cominciata a emergere negli ultimi decenni, ma in queste opere risulta di grande utilità per l’attività traduttiva, in quanto il loro scopo più evidente è quello della codificazione linguistica.
Per quanto riguarda la lingua spagnola, segnaliamo due progetti sulle combinazioni che ogni traduttore dovrebbe conoscere. Il primo è il Diccionario de colocaciones del español che il gruppo DiCE mette a disposizione sul web dal 2004, un’opera che per il momento si occupa dell’ambito semantico dei nomi di sentimento ma che i suoi creatori ritengono un progetto non concluso.
Un altro dizionario fondamentale è il dizionario REDES, Diccionario combinatorio del español contemporaneo, pubblicato nel 2004 da SM a cura di Ignacio Bosque, membro della Real Academia Española. Fra i possibili destinatari elencati nel prologo si specificano anche i traduttori di tutti i campi. Una caratteristica interessante è l’attenzione dedicata al lessico americano: il lemmario è basato su quotidiani e riviste spagnole e ispanoamericane degli ultimi vent’anni.
Altri strumenti lessicografici
Un ulteriore spazio andrebbe dedicato ai monolingui di italiano, dizionari di collocazioni, di sinonimi e contrari, fraseologici e di proverbi che possono rivelarsi di grande utilità sia nella fase di comprensione sia in quella di ri-espressione del testo.
Meritano, inoltre, una menzione altri ottimi strumenti lessicografici per il traduttore reperibili in rete, come quelli ospitati su piattaforme online e spesso di consultazione gratuita. Nell’ambito dello spagnolo accenniamo, fra le altre, alla creazione da parte della RAE di due corpora gratuiti: il Corpus de Referencia del Español Actual (CREA), un corpus di riferimento dello spagnolo attuale, e il Corpus Diacrónico del Español (CORDE). D’altra parte, l’Accademia della Crusca offre un amplissimo elenco di banche dati, corpora e archivi testuali che senza dubbio rendono la ricerca in lingua italiana agevole, capillare e proficua. Inoltre, è interessante da segnalare la piattaforma a pagamento Sketch Engine che ospita centinaia di corpora in diverse lingue. Questo argomento meriterebbe uno spazio dedicato, in quanto offre abbondanti possibilità di approfondimento.
Conclusioni
I dizionari svolgevano nella mia prassi la funzione di zattera a cui agganciare momentaneamente un silenzio mentale, nella speranza di trasformarlo, al più presto, in una parola. Mi barricavo a volte fisicamente dietro le loro salde torri di carta, per sentirmi meno attaccabile dalle armate insidiose dei dubbi. Dal dizionario bilingue passavo al monolingue, all’italiano o ai sinonimi e contrari, per godermi la rassicurazione di quei brevi elenchi di sfumature […] Di fatto, smettevo di lavorare per affidare la soluzione ad associazioni lessicali preconfezionate. Com’è facile innamorarsi delle parole, di quelle più insolite, più colorite, di quelle più letterarie, o più gergali. Come è facile dimenticarsi che, paradossalmente, nessun dizionario può contenere la parola che cerca il traduttore, ma tuttalpiù talvolta, e quasi per caso, può suggerirla. (Basso 2010, 5-6)
I bisogni del traduttore riguardano la fase di ri-espressione nella lingua di arrivo, ma anche quelle di comprensione, deverbalizzazione e quella di revisione, e per ciò fanno riferimento non solo alla definizione dei termini nella lingua di partenza e dei loro equivalenti nella lingua di arrivo, ma anche alle collocazioni e alle espressioni fisse, alle informazioni sull’ortografia e agli aspetti grammaticali e sintattici, al registro e alle convenzioni stilistiche. Per alcuni di questi bisogni il traduttore può consultare il dizionario bilingue, in cui si trova generalmente un punto di partenza da dove cominciare ricerche più approfondite, ma anche il monolingue di entrambe le lingue.
In queste pagine abbiamo tentato di presentare un’importante fetta del panorama dei principali strumenti lessicografici che il traduttore letterario dallo spagnolo verso l’italiano ha a disposizione. Abbiamo visto quali sono i dizionari bilingui e monolingui spagnoli più usati e che, per caratteristiche lessicografiche e dimensioni, costituiscono un materiale imprescindibile per l’attività traduttiva.
L’efficacia del dizionario nel processo traduttivo è direttamente collegata all’utilizzo di altre fonti di informazione. Questa rete di strumenti fondamentali rappresenta l’unico modo per colmare le lacune presenti nei dizionari attuali, che derivano dalla natura stessa di queste opere e che compensano la mancanza di esaustività in ambiti cui si è accennato in queste sezioni, quali fraseologia, limiti d’uso, connotazioni e locuzioni.
Non è stato possibile analizzare in questa sede altre risorse altrettanto utili quali quelle online come i corpora, che riteniamo meriterebbero uno spazio proprio in quanto offrono abbondanti possibilità di approfondimento.
In sostanza si può affermare che, singolarmente, nessuno dei compendi passati in rassegna sarebbe, com’è logico, in grado di soddisfare tutti i bisogni del traduttore, né di coprire tutte le esigenze che derivano dall’attività traduttiva. Tuttavia, nell’insieme si tratta di un ventaglio di risorse di provata qualità lessicografica che offre all’utente un buon punto di partenza, da cui la creatività espressiva del traduttore può cominciare il suo percorso.
Dizionari citati
Asociación de Academias de la Lengua Española, ASELE (a cura di), Diccionario de americanismos, Lima, Santillana, 2010
Ignacio Bosque (a cura di), Redes. Diccionario combinatorio del español contemporáneo, Madrid, SM, 2004
Laura Tam, Grande Dizionario italiano-spagnolo, spagnolo-italiano, Milano, Hoepli, 2009
Lucio Ambruzzi, Dizionario spagnolo-italiano, Torino, Paravia, 1973
Margarita Alonso-Ramos, Diccionario de colocaciones del español (DICE), 2004 (http://www.dicesp.com/)
María Moliner, Diccionario de uso del español, Madrid, Gredos, 1996
Manuel Seco con Olimpia Andrés e Gabino Ramos, Diccionario del español actual, Madrid, Aguilar, 1999
Real Academia Española, Asociación de Academias de la Lengua Española, Diccionario de la lengua española, 23.ª ed., Madrid, Espasa, 2014
Rossend Arqués e Adriana Padoan, Il Grande Dizionario di Spagnolo. Dizionario spagnolo-italiano italiano-español, Bologna, Zanichelli, 2012
VV.AA., Diccionario de uso del español actual. Clave, Madrid, SM, 2012
Sitografia
http://corpus.rae.es/creanet.html
http://corpus.rae.es/cordenet.html
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Basso 2010: Susanna Basso, Sul tradurre. Esperienze e divagazioni militanti, Milano, Bruno Mondadori
Brandimonte 2005: Giovanni Brandimonte, Algunas reflexiones sobre el uso del diccionario en el proceso traductor, in Las Gramáticas y los Diccionarios en la Enseñanza del Español como Segunda Lengua: Deseo y Realidad, bajo la dirección de María Auxiliadora Castillo Carballo, Sevilla, Universidad de Sevilla (http://cvc.cervantes.es/ensenanza/biblioteca_ele/asele/pdf/15/15_0178.pdf)
Calvo 2007: Cesáreo Calvo Rigual, Panorama della lessicografia monolingue italiana attuale, in Tendenze attuali nella lingua e nella linguistica italiana in Europa, a cura di Antonella D’Angelis e Lucia Toppino, Roma, Aracne, pp. 9–78
Cavagnoli 2012: Franca Cavagnoli, La voce del testo. L’arte e il mestiere di tradurre, Milano, Feltrinelli
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Haensch, Omeñaca 2004: Gunter Haensch y Carlos Omeñaca, Los diccionarios del español del siglo XXI, Salamanca, Universidad de Salamanca
León 2000: Mario León, Manual de interpretación y traducción, Madrid, Luna publicaciones
Liverani 2003: Elena Liverani, Gli strumenti del traduttore dallo spagnolo all’ italiano : appunti di lessicografia bilingue e monolingue, cartacea e online (www.ledonline.it/ledonline/tradurrespagnolo/tradurrespagnolo_03_liverani.pdf)
Marello 1989: Carla Marello, Dizionari bilingui, Bologna, Zanichelli
Palumbo 2017: Giuseppe Palumbo, Le parole per dirlo in italiano, in «tradurre | pratiche teorie strumenti» 13, autunno 2017 (https://rivistatradurre.it/2017/11/le-parole-per-dirlo-in-italiano/)
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