Autore: tradurre

Cervantes, Shakespeare e la tripla falsità

UNA STORIA DI TRADUZIONI, FINZIONI E MERCATO DELL’INTRATTENIMENTO

di Giovanni Greco |

Si sono mai incontrati i due contemporanei Cervantes e Shakespeare? In realtà, smontato il castello delle coincidenze, in una forma molto controversa, la relazione intertestuale tra i due viene adombrata in un testo teatrale di più di un secolo dopo, scritto da un tal Lewis Theobald, con il titolo intrigante di Double Falsehood (Doppia falsità), che va in scena nel 1727 a Londra. Ma che rapporto esiste tra Double Falsehood, Theobald, Shakespeare (e il suo sodale degli ultimi anni, Fletcher) e Cervantes?

Un cammello per la cruna di un ago

LA LUNGA E AVVENTUROSA STORIA DELLE TRADUZIONI BIBLICHE ITALIANE

di Norman Gobetti |

Biblia, ovvero “Libri”. L’esplicita pluralità è insita fin dal nome nella collezione delle decine di testi sacri raccolti nell’arco di un millennio prima dagli ebrei e poi dalle tante chiese cristiane. Pluralità di generi letterari (miti, cronache, raccolte di leggi, trattati, predicazioni, discorsi, proverbi, novelle, inni, canti d’amore, preghiere, epistole, parabole, profezie, visioni e molto altro), pluralità di punti di vista (moltissimi eventi, dalla creazione dell’uomo e della donna alla morte e resurrezione di Gesù, vengono narrati più volte, con varianti spesso notevoli), pluralità testuale (solo col tempo si definirono versioni standardizzate collazionando manoscritti diversi), pluralità canonica (i libri considerati ispirati non sono gli stessi per tutte le chiese cristiane, e ovviamente non sono gli stessi per ebrei e cristiani), e anche pluralità linguistica.

«Ad amare una volta un po’ meglio tutti gli altri mortali»

UGO FOSCOLO E LA TRADUZIONE DEL SENTIMENTAL JOURNEY

di Alessio Mattana |

Oratore della libertà e assiduo frequentatore di Yorick: quale Ugo Foscolo?

Pubblicata nel 1813 con il titolo Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia, la versione di A Sentimental Journey di Laurence Sterne (1768) elaborata da Ugo Foscolo è una delle traduzioni d’autore più note ai lettori italiani. Il grado di libertà che l’autore esercitò nei confronti del testo originale è parte integrante del suo fascino: «condotta con fantasia sollecitata e insieme frenata» (Varese 1982, 38), è quella di Foscolo una traduzione che interpreta il pensiero di Sterne oltre la lettera senza per questo sacrificare lo spirito dell’originale.

Dal giovane Holden al vecchio Alex

LA MIMESI DELL’ITALIANO GIOVANILE TRA INVENZIONE E TRADUZIONE

di Stefano Ondelli | The Catcher in the Rye di Salinger, noto in italiano come Il giovane Holden, è considerato un romanzo di svolta non solo per i temi trattati ma anche per le innovazioni che introduce a livello linguistico, e questo è vero per l’originale americano (Costello 1959) come pure per la sua traduzione in italiano (per una panoramica, cfr. Gentili 2014). Fino a pochissimo tempo fa era lecito parlare di traduzione al singolare perché, in riferimento a questo romanzo (a cominciare dal titolo), il pensiero andava immediatamente alla versione einaudiana del 1961 a firma di Adriana Motti.

Françoise Brun, une grande dame des lettres italiennes en français

UNE CONVERSATION AVEC EDITH SOOCKINDT, 12 JUILLET 2016 (http://tinyurl.com/j4g72kf).

Françoise Brun est une des grandes traductrices de l’italien et c’est plus de 130 œuvres traduites qui jalonnent sa carrière, de Baricco à Loy en passant par Agus et Sorrentino. Signe de ce labeur soutenu au fil des ans, elle a reçu en 2011 à l’unanimité le Grand Prix de Traduction de la Société des Gens de Lettres, une belle récompense pour le travail d’une vie.

Curieuse d’en apprendre davantage, je l’ai donc soumise au feu brûlant de mes questions…

L’interview est longue et dense, mais passionnante !

Traduzioni di Françoise Brun in volume (prime edizioni)

a cura di Silvia Guzzi | 1979 Manfredo Tafuri, Projet et Utopie. De l’Avant-garde à la Métropole, Paris, Dunod (da Progetto e utopia. Architettura e sviluppo capitalistico, Bari, Laterza, 1973) 1981 Francesco Moschini, Massimo Scolari. L’architecture de l’incertitude [avec Franco…

Rinaldo Küfferle, traduttore intransigente

di Elda Garetto |

Agli esordi della sua carriera letteraria, ispirato dalla giovanile inclinazione alla poesia (Küfferle 1920), Rinaldo Küfferle (Pietroburgo 1903 – Milano 1955: cfr. Garetto 2016a) non immaginava che il suo nome sarebbe stato ricordato soprattutto come traduttore, ma aveva già un’idea molto precisa di cosa attendersi da una traduzione di versi.

Lo dimostra una sua feroce stroncatura,

I Demoni di Küfferle 1 e 2 (e 3?)

UNA PATERNITÀ CONTESA (E DISCUTIBILE)

di Edoardo Esposito |

Del romanzo di Dostoevskij Besy (1873), noto in italiano come I demoni, opera fra le più complesse e discusse dello scrittore russo, esiste in Italia una dozzina di traduzioni, quasi la metà delle quali realizzate nel periodo fra le due guerre (anche col titolo, come quella di Olga Resnevic del 1928, Gli ossessi, per la casa editrice Campitelli di Foligno), quando cominciava a diffondersi, rispetto al problema del tradurre, l’esigenza di un lavoro più curato e controllato di quanto non si usasse prima,

Inseguire pensieri, restituire enigmi

di Fulvio Ferrari, autore di |

Cees Noteboom, Tumbas, Milano, Iperborea, 2015 (da Tumbas, Amsterdam, Atlas, 2007)

«Chi giace nella tomba di un poeta?» Così ha inizio l’introduzione di Tumbas, e così ha inizio la fatica del suo traduttore. Perché se mi si chiede qual è la difficoltà specifica di tradurre Nooteboom – proprio lui, non un qualsiasi scrittore o poeta di lingua nederlandese – una prima risposta la si trova qui, già in queste prime righe, nella scrittura di un autore che continua a porsi domande e a cercare risposte mettendo sulla carta i propri processi di pensiero,