Categoria: Numero 11 (autunno 2016)

La recensione / 3 – Il ruolo delle traduzioni nel mercato editoriale

di Damiano Latella |

A proposito di «Tirature ’16», a cura di Vittorio Spinazzola, Milano, il Saggiatore / Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2016

Chi parla di traduzione in modo pragmatico è sempre il benvenuto. Proprio per questo, consigliamo la lettura di questo «Tirature ’16», l’annuario sulla produzione editoriale disponibile gratuitamente on line (http://www.fondazionemondadori.it/cms/culturaeditoriale/799/tirature-16-un-mondo-da-tradurre). Quando si parla di industria culturale, come da anni fa egregiamente «Tirature», spesso ci si sofferma solo sugli autori, in particolare quelli che vendono di più, trascurando il ruolo che i traduttori svolgono nella circolazione dei libri in tutto il mondo.

La recensione / 4 – Speciazione, evoluzione, nicchia ecologica

di Paolo Cocco |

A proposito di Ana Pano Alamán e Fabio Regattin, Tradurre un classico della scienza. Traduzioni e ritraduzioni dell’Origin of Species di Charles Darwin in Francia, Italia e Spagna, Bologna, Bononia University Press, 2015

Chi affida la recensione di un saggio di traduzione a un naturalista conosce i rischi che corre: i lettori, e con loro la redazione, si preparino a trovare riferimenti a un mondo che più che di parole e pagine è fatto di carne e di legno, di sangue e di linfa.

Questo è particolarmente vero quando il libro da recensire si presta per natura ai parallelismi. È il caso di questo pregevole lavoro.

La recensione / 5 – I vincoli che offrono libertà

di Daniele Petruccioli |

A proposito di Franco Nasi, Traduzioni estreme, Macerata, Quodlibet, 2015, 176 pp. , € 18

Nel suo famoso Dire quasi la stessa cosa (Bompiani 2003), Umberto Eco dedica un intero capitolo (pp. 299-314 dell’edizione 2006) a una serie di casi particolari: due sono autotraduzioni (Joyce in italiano, Tagore in inglese), il terzo è la traduzione di Eco stesso del testo oulipista forse meglio conosciuto di Raymond Queneau, Esercizi di stile. Benché ciascuna a modo suo (sul piano stilistico, semantico, culturale), tutte queste traduzioni sono caratterizzate da una sconcertante libertà – almeno dal punto di vista di una certa vulgata attenta al «significato» – rispetto al testo originale.

La recensione / 6 – Utili nuove indicazioni, ma uno sguardo un po’ rétro

di Franco Nasi |

A proposito di Francesco Laurenti, Tradurre. Storie, teorie, pratiche dall’antichità al XIX secolo, Roma, Armando, 2015, 272 pp., € 25

Le numerose e articolate teorie sul tradurre di questi ultimi decenni, quasi unanimemente, tendono a mettere al centro delle loro ricerche la descrizione dell’atto traduttivo. Inutile definire delle regole valide in generale; sembra invece essere più proficuo cercare di comprendere le norme che entrano in gioco in una particolare situazione traduttiva (editoriale, accademica, creativa ecc.) o in un determinato momento storico culturale. Così si guarderà alla possibile o presunta differenza fra traduzione, adattamento, imitazione, riscrittura, e da ultimo trans-creazione, con uno sguardo problematico e non definitorio,

La recensione / 7 – Voli e cadute di un grande ispanista

di Valerio Nardoni |

A proposito di Vittorio Bodini. Traduzione, ritraduzione, canone, a cura di Nancy De Benedetto e Ines Ravasini, Lecce, Pensa Multimedia Editore, 2015, 282 pp., € 35,00

Vittorio Bodini (1914-1970), poeta, traduttore, studioso militante e docente universitario, occupa un posto di primo piano nell’ispanistica del secolo scorso, soprattutto grazie alla sua opera di traduttore, che trova forse nella versione einaudiana del Don Chisciotte (1957) il suo punto più alto. A essa si affiancano però altri imprescindibili contributi, come, ad esempio, l’antologia dei Poeti surrealisti spagnoli (Einaudi, 1963),

La recensione / 8 – Senza traduzione non c’è sviluppo di cultura

di Gianfranco Petrillo |

A proposito di Tullio Gregory, Translatio linguarum. Traduzioni e storia della cultura, Firenze, Olschki, 2016

Non è chi non veda, anche non sapendo il latino, nella parola translatio (translationem all’accusativo) l’etimo dell’inglese translation, cioè traduzione. Perché tradurre è trasferire, transferre, il verbo di cui translatio è appunto il sostantivo. Gregory chiarisce presto: sotto l’endiadi usata da Quintiliano (I sec. d.C.) per indicare l’attività di traduzione, transferre aut circumire [trasferire e aggirare],

La recensione / 9 – Da scrittore per ragazzi a grande interprete dell’ambivalenza americana

di Mario Marchetti |

A proposito di Elisa Francesca Conselvan, La fortuna editoriale di Mark Twain in Italia, Editoriale Documenta, Cargeghe, 2015, 220 pp., € 20

Un lavoro di ricerca ottimo, quello di Elisa Francesca Conselvan, ottimo per la precisione e l’esaustività. Grazie ad esso possiamo sapere tutto su quello che è stato pubblicato di Mark Twain (nom de plume di Samuel Langhorne Clemens) in Italia. Possiamo sapere tutto su chi sono stati i suoi traduttori. Tutto su quando e da chi è stato pubblicato.

Reminiscenze e borbottii / 5

Il vecchio lettore |

Il vecchio lettore torna. Ancora più vecchio, ovviamente, e dentro di sé forse più rancoroso. Ma con la promessa, fatta prima di tutto a se stesso, di limitare al minimo indispensabile i rimpianti. Quindi il serial si fa un po’ meno noir.

Da qualche tempo la traduzione va di moda. Se ne parla molto, sui giornali, nei media, nel web. Si moltiplicano le scuole, i corsi, i laboratori di traduzione, i premi per traduzioni.

La citazione

La natura potendo rappresentarsi sempre ugualmente in tutte le lingue

di Ugo Foscolo |

La lingua della traduzione dovend’essere assolutamente diversa, la libertà di maneggiarla e d’accomodarla all’originale dev’essere piena e assoluta; ma il disegno de’ pensieri,