Categoria: Archivio

Sulla strada. Bianca

di Carlo Prosperi, autore di

Edmund De Waal, La strada bianca. Storia di una passione, Torino, Bollati Boringhieri, 2016 (da The White Road, London/New York, Chatto & Windus/Farrar, Straus & Giroux, 2015) |

«Noooooooo!» Sono nella sala lettura della Sormani, la biblioteca comunale di Milano. Fantozzianamente vorrei lanciarmi contro la finestra per sfogare l’urlo di dolore e invece devo trattenerlo, rispettare il silenzio. Tra le mani ho il terzo volume delle opere complete, edizione Sansoni 1957, di Defoe. Sto cercando la traduzione di un brano tratto da A tour thro’ the whole island of Great Britain e ho appena scoperto

La recensione / 1 – Alcune osservazioni a un progetto ambizioso e meritorio

di Stefano Ondelli |

A proposito di: Eleonora Gallitelli, Il ruolo delle traduzioni in Italia dall’Unità alla globalizzazione. Analisi diacronica e focus su tre autori di lingua inglese. Dickens, Faulkner e Rushdie, Aracne editrice, Roma, 2016, 312 pp., € 30,00

Il volume espone i risultati di un progetto di ampio respiro (di cui «tradurre» ha già offerto un’anticipazione nel suo numero 8), che ha lo scopo di illustrare, con dovizia di materiali, il ruolo delle traduzioni nel contesto culturale italiano e valutare gli esiti degli approcci traduttivi sviluppati in momenti diversi della storia del nostro Paese dall’Unità a oggi.

La recensione / 2 – Uno strumento per «utenti iniziati» alle prese con l’arabo

di Isabella Camera d’Afflitto |

A proposito di: Eros Baldissera, Il dizionario di Arabo. Dizionario italiano-arabo / arabo-italiano, seconda edizione, Bologna, Zanichelli, 2014, pp. 580 (italiano-arabo) e pp. 776 (arabo-italiano), € 56,00 (e-book € 33,90)

Chi, come me, ha iniziato a studiare l’arabo negli ormai lontanissimi anni settanta (anzi nel 1969), ricorderà cosa volesse dire tradurre un testo con l’aiuto di “un terzo” di vocabolario arabo-italiano. Dopo aver continuato a pubblicare ristampe e aggiornamenti delle edizioni precedenti del Compatto e del Dizionario di Arabo (2004), Baldissera ha realizzato un’ulteriore e utilissima opera, più ampia di quelle esistenti sul mercato.

La recensione / 3 – Trapiantare: traduttori come mediatori culturali, o della traduzione come atto di cura

di Roberta Sapino |

Traduttori come mediatori culturali,a cura di Sergio Portelli, Bart Van den Bossche e Sidney Cardella, Franco Cesati Editore, Firenze 2016, 173 pp., € 17,00

Tradurre, lo dice la parola, è tra-durre, portare al di là, tendere ponti verso sponde straniere, più o meno note, più o meno lontane. L’immagine del traduttore-traghettatore, non a caso, è ricorrente, tanto nella saggistica critica quanto nelle parole dei traduttori chiamati a descrivere se stessi.

Un’altra immagine, meno frequentata, si disegna davanti agli occhi del lettore che si addentra tra le pagine di questo volume:

La recensione / 4 – L’operaio e la piccola borghese

di Gianfranco Petrillo
A proposito di: Elio Vittorini, Si diverte tanto a tradurre? Lettere a Lucia Rodocanachi, 1933-1943, a cura di Anna Chiara Cavallari e Edoardo Esposito, Milano, Archinto, 117 pp., € 20,00.

Ormai Lucia Rodocanachi non è più soltanto «mitica»: è un personaggio centrale della storia letteraria italiana della prima metà del Novecento. Se si assumono gli anni trenta come «il decennio delle traduzioni», secondo l’ormai famigerata definizione di Cesare Pavese, la «gentile signora» di Arenzano ne è una protagonista assoluta, négresse inconnue.

La recensione / 5 – Considerazioni psicoanalitiche sulle possibilità e le limitazioni del tradurre

di Rossella Bernascone |

A proposito di Traduzioni, numero speciale di «Psiche.Rrivista di cultura psicoanalitica», vol. II, n. 2/2015, Bologna, il Mulino, pp. 295-584, € 25,00

«Psiche» è la rivista di studi psicologici più antica d’Italia, fondata nel 1912 a Firenze da Roberto Assagioli. Il Focus del volume è uno scritto di Paul-Laurent Assoun, tradotto da Aurora Gentile – che nel corposo fascicolo compare anche come traduttrice del saggio di Janine Altounian e come autrice della scheda di lettura su La comunità dei traduttori di Yves Bonnefoy – dedicato al «desiderio del traduttore» e al suo inconscio traduttologo.

La recensione / 6 – Thomas Mann «umanista militante» e l’Italia

di Gianfranco Petrillo |

A proposito di: Elisabetta Mazzetti, Thomas Mann, dialoghi italiani. Sintonia spirituale e comune cultura europea nei carteggi (1920-1955), Roma, Artemide, 2016, pp. 217, € 25,00

La figura di Thomas Mann, così familiare ai lettori italiani della seconda metà del Novecento, da un paio di decenni e forse più viene come a sfumare in dissolvenza, soverchiata dall’attenzione agli autori e alle autrici di lingua inglese e postcoloniali. Questo lento tramonto accompagna così il travaglio che attualmente sta vivendo non tanto l’Unione europea, quanto l’idea stessa di un’Europa unita.

La recensione / 7 – Con la traduzione, l’equivalenza nella differenza

di Giulia Baselica |

A proposito di: Bruno Osimo, Manuale di traduzione di Roman Jakobson, Blonk, 2016, 98 pp., €12.00

Jakobson non ha mai scritto un manuale di traduzione. Questo volume realizza quindi un duplice e meritorio intento: in primo luogo ricostruisce, con procedimento consequenziale, la riflessione sulla traduzione del grande linguista, filologo, semiotico e critico letterario russo. In secondo luogo questo breve ma denso saggio impone al lettore-traduttore (o al lettore interessato e sensibile alle questioni e agli aspetti della traduzione) una necessaria presa di coscienza.

Una giornata di studi utile alla riflessione

di g.p. | Serve davvero ai giovani che si avvicinano alla traduzione essere sommersi da esempi di impervie scalate su testi limite quali quelli delle graphic novel argentine, dell’inarrivabile Rabelais, dell’intimidente Shakespeare o dell’immancabilmente evocato Joyce?

La citazione – Tra il dire e il fare

PAROLA DI GIULIO EINAUDI EDITORE |

Cominciamo con lo stabilire che tradurre è in sé un fatto creativo importantissimo, Con parole che condivido, in un recente convegno sulla traduzione, Luciano Foà ha parlato di «quella benedetta, pungolante insoddisfazione per la propria inadeguatezza di fronte al testo originale che dovrebbe covare nell’animo dei traduttori e che è la fonte di un lavoro ben riuscito».