di Mario Rubino |
A proposito di Klassiker neu übersetzen / Ritradurre i classici, a cura di Barbara Kleiner, Michele Vangi e Ada Vigliani, Franz Steiner Verlag, Stuttgart 2014, pp. 147, € 29,00
CHE COSA SIGNIFICA TRADURRE ALICE MUNRO. LECTIO MAGISTRALIS di Susanna Basso |
Il 10 ottobre 2013 Alice Munro, definita dall’Accademia Reale di Svezia «maestra del racconto breve», è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura.
Il 30 agosto moriva a Dublino il poeta Seamus Heaney, Premio Nobel per la letteratura nel 1995. Tra le parole che accompagnarono l’attribuzione del Nobel si leggeva: «per le sue opere di bellezza lirica e profondità etica che esaltano i miracoli del quotidiano e la memoria viva del passato».
INTERVISTA A MARCO CASSINI di Damiano Latella |Partiamo dal principio. Un bel giorno, Marco Cassini, editore e co-fondatore di minimum fax, stanco di proporre autori di lingua inglese e di lingua italiana, si mette in testa di passare ad autori di lingua spagnola. Come se non bastasse, fonda un nuovo marchio indipendente dal nome tutto in maiuscolo, SUR. È andata così? Da dove nasce l’idea?
TIRO LIBERO di Fabio Stassi | Ho sempre pensato al traduttore come a un musicista. L’interprete che si accosta a uno spartito già scritto ma a cui manca lingua, timbro, intonazione e tocco. Il suono e il fiato. In una parola, la voce. Il suo compito è quello di restituirne la musica, e restituire è un verbo difficile, in letteratura, perché ha a che fare con la natura più intima del raccontare. Scrivere è anche, e forse soprattutto, un tentativo di restituire qualcosa a qualcuno (un’altra versione della verità? un segreto mai detto?), nell’incoscienza di sanare delle ferite, in una necessità quasi infantile di riparazione.
Ho sempre pensato al traduttore come a un musicista. L’interprete che si accosta a uno spartito già scritto ma a cui manca lingua, timbro, intonazione e tocco. Il suono e il fiato. In una parola, la voce. Il suo compito è quello di restituirne la musica, e restituire è un verbo difficile, in letteratura, perché ha a che fare con la natura più intima del raccontare. Scrivere è anche, e forse soprattutto, un tentativo di restituire qualcosa a qualcuno (un’altra versione della verità? un segreto mai detto?), nell’incoscienza di sanare delle ferite, in una necessità quasi infantile di riparazione.
L’INVENZIONE DEL LINGUAGGIO DELLA SCIENZA MODERNA di Silvana Borutti | I temi, o, meglio, i problemi che saranno affrontati in questo articolo sono così riassumibili: che cosa sia il linguaggio per il sapere scientifico nella prospettiva delle scienze moderne; che effetti abbia su un linguaggio scientifico una situazione storica di cambiamento di paradigma; in che termini si possa parlare di traduzione fra teorie in contesti di rivoluzione concettuale. Farò riferimento alle concezioni epistemologiche di Gilles G. Granger, di Willard V. O. Quine e di Thomas Kuhn, e alla situazione esemplare dell’invenzione del linguaggio della chimica moderna da parte di Lavoisier.