di Francesco Forlani | Al minuto 2 e 25 secondi le grand chanteur Adamo, durante l’interpretazione di una delle canzoni più belle del repertorio classico francese, un attimo dopo aver cantato la strofa finale Z’étaient chouettes les filles du bord de mer / Z’étaient bêtes pour qui savait leur plaire, dice al pubblico presente in sala: «In italiano!»
Categoria: Tiro libero
Il bisogno di tradurre poesia
di Antonia Arslan |
A volte una poesia ti parla con una forza speciale, se riesci a leggerla nella sua lingua originale. Senti come un orologio che ti ticchetta nella mente, scende giù per i nervi e nel cuore, ti percorre con un ritmo potente. Non importa poi tanto sapere a fondo la lingua in cui è scritta:
Come Rita Desti suona Saramago
TIRO LIBERO di Fabio Stassi | Ho sempre pensato al traduttore come a un musicista. L’interprete che si accosta a uno spartito già scritto ma a cui manca lingua, timbro, intonazione e tocco. Il suono e il fiato. In una parola, la voce. Il suo compito è quello di restituirne la musica, e restituire è un verbo difficile, in letteratura, perché ha a che fare con la natura più intima del raccontare. Scrivere è anche, e forse soprattutto, un tentativo di restituire qualcosa a qualcuno (un’altra versione della verità? un segreto mai detto?), nell’incoscienza di sanare delle ferite, in una necessità quasi infantile di riparazione.
Ho sempre pensato al traduttore come a un musicista. L’interprete che si accosta a uno spartito già scritto ma a cui manca lingua, timbro, intonazione e tocco. Il suono e il fiato. In una parola, la voce. Il suo compito è quello di restituirne la musica, e restituire è un verbo difficile, in letteratura, perché ha a che fare con la natura più intima del raccontare. Scrivere è anche, e forse soprattutto, un tentativo di restituire qualcosa a qualcuno (un’altra versione della verità? un segreto mai detto?), nell’incoscienza di sanare delle ferite, in una necessità quasi infantile di riparazione.
Capire e farsi capire: un gesto eterno e quotidiano
Un autore e i suoi traduttori
Tredici secoli, tremila chilometri, una sola famiglia universa
TIRO LIBERO | di Melania G. Mazzucco
«Ognuno di noi – diceva Lamartine (qui nell’italiano di Giuseppe Fanciulli) – leggendo si forma una famiglia universa, che sceglie da tutti i paesi e da tutti i tempi, per crearsi una specie di parentela spirituale, di società ideale». Così, un testo amato, scritto in una lingua straniera inaccessibile ai lettori italiani, ha sempre rappresentato per me un invito irresistibile, come il canto delle Sirene, a impegnarmi in prima persona per crearmi quella famiglia universa e allargata.
Hanno preso Pietro Paolo Fortress
TIRO LIBERO | di Marta Boneschi
A un certo punto dei Dieci giorni che sconvolsero il mondo in traduzione italiana, John Reed fa irrompere un messaggero, il quale annuncia: «Hanno preso Pietro Paolo Fortress!», e il lettore dovrebbe compiangere il poveretto che, ormai privato della libertà, sarà certo ammazzato dai perfidi bolscevichi.