Categoria: Traiettorie

La fille prodige della traduzione

GIOVANNA BEMPORAD DA OMERO A RILKE E RITORNO

di Flavia Di Battista | In una lunga intervista rilasciata nel 2008 Giovanna Bemporad ricorda con orgoglio i suoi esordi di traduttrice, frutto della «scoperta che un uomo maturo, com’era Carlo Izzo, ha fatto di una ragazzina quindicenne straordinaria, che traduceva tutti i grandi classici da tutte le lingue con una bravura da superare quella di tanti traduttori già famosi e conosciuti, tanto che si era sparsa la voce, si diceva, Traverso, Praz e Manacorda, eccetera: “Sì, ma quella li batte tutti”. Correva questa voce, no, che io ero più brava di tutti» (Bemporad 2011, 15). L’incontro con Izzo, che a quel tempo lavora sia come traduttore dall’inglese che come insegnante, avviene in un’aula scolastica e dà origine

Vito Pandolfi

BRECHT E GLI ESPRESSIONISTI NEL TEATRO ITALIANO DEL DOPOGUERRA
di Raffaella di Tizio |
Con il suo impegno di regista teatrale, oltre che di critico, collaboratore e ispiratore di importanti progetti editoriali, Vito Pandolfi fu al centro della prima ricezione italiana di Bertolt Brecht e dell’espressionismo tedesco. Attivo nella resistenza clandestina, era divenuto famoso per la messinscena a Roma nel febbraio del 1943, con il regime ancora saldo al potere, di una personale e sovversiva versione della proibita Dreigroschenoper (1928). Nel dopoguerra svolse una fondamentale azione di divulgazione della drammaturgia tedesca in Italia, ma il suo ruolo di mediatore è stato solo parzialmente acquisito dalla storiografia.

Giovanni Giudici

di Teresa Franco |

La formazione

Il nome del poeta, traduttore e giornalista Giovanni Giudici (La Spezia 1924 – Le Grazie 2011) è legato soprattutto a Milano, sua città adottiva. La sua formazione avviene, però, a Roma, dove si trasferisce dalla Liguria nel 1933, ancora bambino, e vive gli anni più drammatici della storia del Novecento. Nel «pontificio collegio» rievocato in una celebre poesia (Te Deum, in Giudici 2008, 396-400) compie parte degli studi, e nel quartiere popolare di Montesacro, immortalato nelle pagine di una prosa narrativa, trascorre sia l’infanzia fascista sia la giovinezza dell’impegno antifascista (Giudici 1989, 110-133).

Michiel Salom

(Padova, 21 aprile 1751 – Padova, 1° maggio 1837)

di Valeria di Luigi e Michele Sisto | Sebbene sulla sua vita si abbiano solo notizie frammentarie, Michiel Salom è sicuramente uno dei più importanti conoscitori e traduttori di letteratura tedesca vissuti in Italia nella burrascosa età compresa fra la Rivoluzione francese e il Congresso di Vienna: Foscolo, Leopardi e molti altri leggono il Werther di Goethe nella sua traduzione (Manacorda 2001, 57-68), mentre quelle dell’Emilia Galotti di Lessing e della Geschichte des Agathon (Istoria di Agatone) di Wieland circolano ampiamente tra i letterati più fedeli agli ideali illuministici negli anni delle guerre napoleoniche, della Repubblica cisalpina e del Regno d’Italia.

Andrea Maffei

Molina di Ledro, 19 aprile 1798 – Milano, 27 novembre 1885

di Laura Petrella | Andrea Maffei è il più prolifico e prestigioso traduttore letterario del XIX secolo, soprattutto dal tedesco, ma non solo, e fra il 1818 e il 1880 contribuisce alla consacrazione in Italia di autori come Gessner, Schiller, Goethe, Klopstock, Heine, Grillparzer, Byron, Milton, Moore e Lamartine. Mediatore, poeta, consulente editoriale, agente letterario e promotore culturale, Maffei occupa una posizione centrale nella società letteraria milanese preunitaria e in quella fiorentina una volta concluso il processo di unificazione.

Enrico Rocca

Gorizia, 10 gennaio 1895 – Roma, 20 luglio 1944

di Stefania De Lucia |

Nato in una Gorizia ancora parte del territorio asburgico, Enrico Rocca cresce bilingue per decisione della madre che sogna per lui «un futuro da maestro, che in Austria era pagato bene, o un tranquillo seggio di giudice» (Rocca 1964, 43; cfr. anche Lunzer 1996a ). Enrico non apprezza i metodi didattici della k. k. Staats- Oberrealschule, la scuola imperialregia che sua madre ha scelto per lui e dalla quale viene espulso a causa dei contrasti con un insegnante.

Giani e Carlo Stuparich

(Trieste, 4 aprile 1891 – Roma, 7 aprile 1961; Trieste, 3 agosto 1894 – Monte Cengio 30 maggio 1916)

di Bianca Del Buono |

L’incontro di Giani e Carlo Stuparich con la cultura tedesca può essere ricondotto alla prima giovinezza, trascorsa in un contesto socio-culturale estremamente proficuo, se non allo scambio, almeno al contatto tra popoli diversi: alle soglie del Novecento, infatti, la compresenza secolare di tedeschi, italiani e sloveni conferisce alla città di Trieste lo status di un vero e proprio microcosmo in cui le diverse culture non solo trovano una loro spontanea espressione, ma tendono a definirsi precisamente l’una in rapporto alle altre

Italo Tavolato

di Irene Fantappiè | Un personaggio controverso ed enigmatico, dalla Voce di Prezzolini insieme con altri giovani irredentisti triestini, attraverso il fascismo e fino al nazismo.

Curzio Malaparte

di Franco Baldasso | Parlare di Curzio Malaparte come mediatore della letteratura tedesca in Italia ha del paradosso. Pochi scrittori italiani, non solo nel Novecento, sono stati così ostinatamente, così ostentatamente antitedeschi. Eppure le sue prese di posizione polemiche, le sue stroncature sia politiche che letterarie rivelano se non una conoscenza specialistica, un’inesausta e non superficiale attenzione verso i movimenti politico-culturali a nord delle Alpi e un’apertura ai nuovi avvenimenti nella letteratura in lingua tedesca, profondamente diversa da quella degli altri intellettuali italiani nel periodo tra le due guerre.

Giaime Pintor

di Stefania De Lucia |

L’interesse di Giaime Pintor per la lingua e la cultura tedesca affonda le radici nell’infanzia ed è riconducibile alla passione familiare per la radio e per la musica, in particolare per Schubert, Beethoven e Wagner. Anche in età adulta la musica resta ai suoi occhi un’arte nella quale, a differenza di quanto avviene nella parola scritta, i paesi di lingua tedesca conservano memoria dei più alti valori civili, senza piegarli alle nuove ideologie politiche.