Vittorio Alfieri
Dopo Orazio intero, avea letti e studiati ad oncia ad oncia più altri autori, e tra questi Sallustio. La brevità ed eleganza di quell’istorico mi avea rapito talmente, che mi accinsi con molta applicazione a tradurlo; e ne venni a capo in quell’inverno. Molto, anzi infinito obbligo io debbo a quel lavoro; che poi più e più volte ho rifatto mutato e limato, non so se con miglioramento dell’opera, ma certamente con molto mio lucro sì nell’intelligenza della lingua latina, che nella padronanza di maneggiar l’italiano.
Vita, Epoca quarta. Virilità, III, Ostinazione negli studi più ingrati (anno 1776)
François de Chateaubriand
Nul, dans une littérature vivante, n’est juge compétent que des ouvrages écrits dans sa propre Langue. En vain vous croyez posséder à fond un idiome étranger, le lait de la nourrice vous manque, ainsi che les premières paroles qu’elle vous apprit à son sein et dans vos langes : certains accens ne sont que de la patrie. On soutient que les beautés réelles sont de tous le tems, de tous les pays, oui, les beautés de sentiment et de pensées, non les beautés de style. Le style n’est pas, comme la pensée, cosmopolite, il a une terre natale, un ciel, un soleil a lui
Mémoires d’outretombe, frammento del L. XIII scartato (ed. J.-C. Berchet, t. II, Appendice, Garnier, Paris 1992, p. 771)
Nessuno, in una letteratura viva, è giudice competente se non delle opere scritte nella sua stessa lingua. Invano credete di possedere a fondo un idioma straniero, vi manca il latte della nutrice, così come le prime parole che vi ha insegnato al seno e nella vostra lingua: certi accenti non sono che della patria. Si sostiene che le bellezze reali sono di ogni tempo, di ogni paese; sì, le bellezze di sentimento e di pensiero, no le bellezze di stile. Lo stile non è, come il pensiero, cosmopolita, ha una terra natia, un cielo, un sole suoi (Traduzione redazionale)