di Valeria Lucia Gili
autrice di Lucie Green, Viaggio al centro del Sole, Milano, il Saggiatore, 2018 (da 15 Million Degrees, London, Penguin UK, 2016)
Lineare o tortuoso che sia, ogni traduzione è un viaggio da cui si emerge inevitabilmente più ricchi. Nel mio cammino con Lucie Green alla scoperta del Sole ho percorso tre strade differenti.
C’è stata innanzitutto l’immersione storica. Studiare la fisica del Sole significa ripercorrere le vicende degli uomini e delle donne che ne hanno svelato i segreti. Per chi traduce divulgazione scientifica questa parte del lavoro, meno tecnica, può sembrare più semplice, tuttavia non è immune da insidie. Benché la storia della scienza sia varia e interessante (sapevate che i primi laboratori spaziali nascondevano dei satelliti spia lanciati contemporaneamente in orbita? O che i test atomici americani hanno assestato un duro colpo al programma spaziale britannico?), capita che certi episodi, trasversali rispetto al tema trattato, vengano raccontati in più opere, e non sempre allo stesso modo. Qui, il problema si è posto perché talvolta la sequenza temporale narrata non combaciava con quella a me nota. Così, mi sono immersa in una lunga ricerca per distinguere le eventuali sviste dell’autrice, da segnalare e correggere, dai casi ove le incongruenze erano imputabili direttamente alle fonti originali, in cui invece mi sono limitata a rispettare la scelta operata a monte.
La storia dei fisici solari corre parallela al racconto autobiografico. Appassionata divulgatrice, Lucie Green è soprattutto una ricercatrice di prim’ordine nel campo della fisica solare. La sua passione per la nostra stella, ordinaria eppure così speciale, traspare sin dalle prime righe del libro e ha plasmato la sua carriera, che lei racconta accompagnando via via il lettore nel suo ufficio, a scoprire modelli del campo magnetico solare, nel suo laboratorio, a osservare la nascita delle sonde solari, e addirittura in crociera sul Pacifico a caccia di eclissi!
Infine, il racconto storico e autobiografico s’intreccia sapientemente con la trattazione della fisica solare. Tradurre lo sforzo di un autore per esprimere in termini semplici concetti spesso molto complessi significa veicolare la stessa quantità e, soprattutto, lo stesso tipo e livello di informazione. Ecco perché la saggistica scientifica è di solito affidata a traduttori che, come me, si sono formati nello stesso ambito: per il nostro bagaglio culturale e, soprattutto, per la capacità di confrontarsi con un testo specialistico. In Viaggio al centro del Sole, Lucie Green spiega in dettaglio la natura di fenomeni come macchie solari, brillamenti ed espulsioni di massa dalla corona del Sole. Forte della sua esperienza di divulgatrice, lo fa egregiamente grazie a una prosa chiarissima che, se da un lato mi ha semplificato il lavoro, dall’altro non ha cancellato la necessità di digerirne i contenuti. Così, man mano che la traduzione procedeva, il tempo dedicato alle ricerche è aumentato e il confronto con il testo si è fatto più interessante. Tradurre divulgazione non significa solo prendere delle nozioni e traghettarle in un’altra lingua ma, soprattutto, rapportarsi al contenuto, ragionare e capire se davvero tutto quadra come potrebbe sembrare a una prima lettura. Così sono venuti fuori i piccoli problemi, fisiologici in un testo del genere, che andavano dal refuso numerico, per esempio nel calcolo della quantità totale di materia eiettata in un’espulsione di massa coronale, a vere e proprie imprecisioni concettuali, per esempio sull’interazione tra campo magnetico e plasma solare (la materia di cui è fatto il sole) all’origine delle macchie solari che, a un certo punto, ha visto i loro ruoli invertirsi. Come sempre, questa è stata la parte più gratificante, che mi ha condotta a interpellare direttamente l’autrice e a discutere con lei le piccole modifiche essenziali per migliorare l’opera.
Il mio viaggio è così finito: ora tocca al lettore scoprire quanta strada abbiamo fatta tentando di capire «una cosa semplice come una stella».