Categoria: Numero 10 (primavera 2016)

Vattene, Musa!

APPUNTI SUI PASSAGGI IN ITALIA DELLA POESIA DI LINGUA TEDESCA

di Massimo Bonifazio |

Chi volesse impostare seriamente un discorso sulle modalità di metabolizzazione della poesia di lingua tedesca in Italia, lo articolerebbe di sicuro in varie sezioni che necessariamente verrebbero a incrociarsi. La prima grossa distinzione riguarderebbe i produttori di letteratura: da una parte i Classici, dall’altra gli Emergenti. I primi sarebbero ovviamente gli autori la cui importanza non viene messa in discussione né qui né nel mondo tedesco, canonizzati a livello accademico, presenti e visibili anche nel panorama editoriale nostrano: grosso modo Johann Wolfgang Goethe, Friedrich Hölderlin,

Versi vari e diversi

LA POESIA ARABA È INTRADUCIBILE O VITTIMA DI UNA PERSISTENTE CHIUSURA?

di Francesca Maria Corrao |

Per secoli gli intellettuali arabi, i grandi traduttori e commentatori di Aristotele hanno ritenuto che tradurre la poesia di altri popoli fosse irrilevante, perché la propria era considerata perfetta. Ma già nel Duecento, in epoca mamelucca, tra i mistici si avviava la traduzione dei versi dei poeti persiani e turchi. È soprattutto agli inizi del Novecento però

Prima e dopo Ceauşescu

LE TRADUZIONI DI POESIA ROMENA CONTEMPORANEA IN ITALIA

di Roberto Merlo |

Nella storia delle traduzioni di letteratura romena in italiano, la poesia occupa da sempre un posto privilegiato. Dalle prime traduzioni di gusto belle époque delle “interpretazioni” poetiche su temi folclorici dell’aristocratica Elena Văcărescu (1864-1947) tra fine Ottocento e primo Novecento (tramite il francese o il tedesco) fino alla poesia antilirica e postmodernista di Mircea Cărtărescu (n. 1956), passando per i grandi “classici” del modernismo e dell’avanguardia interbellici, l

La poesia ispanica novecentesca in traduzione italiana

PANORAMICA E PROPOSTE

di Valerio Nardoni | La poesia ispanica novecentesca conosciuta in Italia, cioè tradotta, pubblicata e distribuita presso un pubblico che possa dirsi “ampio”, può ridursi forse a due grandi nomi: Federico García Lorca, per l’area europea, e Pablo Neruda, per il continente americano. Accanto a questi poeti non mancano, naturalmente, felici eccezioni, e, per quanto riguarda la produzione latino-americana, piuttosto popolari sono i nomi di Jorge Luis Borges o di César Vallejo

Suggerimenti lacaniani per tradurre poesia cinese contemporanea

di Claudia Pozzana

La poesia cinese, territorio per rari lettori colti, poeti e traduttori, viene percepita ancora o come troppo antica o troppo esotica, e pochi si interessano veramente alla poesia cinese contemporanea. Il motivo forse è dovuto al fatto che poche sono le case editrici che hanno veramente pubblicato opere di poeti contemporanei. Certamente tra le edizioni pioniere in questo senso va ricordato l’intelligente disponibilità di Gianni Scalia con la sua celebre rivista bolognese «In forma di parole», che nel lontano 1984 pubblicò la prima serie di traduzioni di quattro poeti cinesi curata dalla sottoscritta in collaborazione con Alessandro Russo.

Le traduzioni dal ne(d)erlandese

di Jean Robaey 1. Che cosa si intende per ne(d)erlandese Nel dicembre 2013 si è svolto a Bologna un convegno dedicato proprio al nostro tema: Il segno elusivo. La traduzione italiana della poesia in neerlandese (e afrikaans) del XX e…

Poesia francese tradotta in italiano (1990-2016)

CON UNA RIFLESSIONE PERSONALE

di Fabio Scotto |

In primo luogo s’impone una riflessione che consenta di cogliere affinità e differenze tra le due storie culturali, quella della poesia italiana e quella della poesia francese, le quali, nonostante talune tangenze, permangono ben diverse l’una dall’altra, per varie ragioni per lo più legate alla loro diversa evoluzione storica e stilistico-formale.

Vent’anni (circa) di traduzioni di poesia inglese, britannica e postcoloniale: 1995-2015

di Andrea Sirotti | Per affrontare in modo esauriente l’argomento delle traduzioni italiane di poesia anglofona dovremmo rispondere ad alcune domande preliminari. Che cosa spinge un editore piccolo o grande a superare tutte le difficoltà – economiche, burocratiche, contrattuali – per proporre al pubblico italiano poeti sconosciuti, benché magari affermati e apprezzati in patria? Che pubblico ha da noi la poesia anglofona (o la poesia tout-court)? Un editore può ancora permettersi operazioni di tipo squisitamente culturale? Ѐ possibile fare di più per educare il lettore all’apprezzamento delle poesie “degli altri”? Esiste un legame stretto e fertile tra accademia, critica ed editoria?

La valle delle farfalle*

di Bruno Berni |

Tradurre poesia non è mai un atto banale, richiede – più che la prosa − la capacità (almeno il tentativo) di lasciarsi scivolare in un testo, indossarlo, esplorarlo a occhi chiusi, percepirlo sulla pelle, sentirlo fin dentro allo stomaco, provare persino il dolore che lo sostiene. Per poi spogliarsi di nuovo e, conservandone traccia sull’anima, tenere lontano il mondo e cucire un nuovo testo, ancora a occhi chiusi, con altri materiali, ma un testo che dia a chi lo indossa le stesse sensazioni provate. Forse è così, tradurre poesia. O forse no.

Encore et toujours sur la traduction de la poésie

de Joëlle Gardes | Je ferai ici un bilan des difficultés que j’ai rencontrées en traduisant le recueil du poète Tommaso Di Dio, Tua e di tutti. Faloppio, LietoColle, 2014 (La tienne et à tous, Recoursaupoeme éditions, juin 2015, www.recoursaupoemeediteurs.com).