Vattene, Musa!

APPUNTI SUI PASSAGGI IN ITALIA DELLA POESIA DI LINGUA TEDESCA

di Massimo Bonifazio

VATTENE 1Chi volesse impostare seriamente un discorso sulle modalità di metabolizzazione della poesia di lingua tedesca in Italia, lo articolerebbe di sicuro in varie sezioni che necessariamente verrebbero a incrociarsi. La prima grossa distinzione riguarderebbe i produttori di letteratura: da una parte i Classici, dall’altra gli Emergenti. I primi sarebbero ovviamente gli autori la cui importanza non viene messa in discussione né qui né nel mondo tedesco, canonizzati a livello accademico, presenti e visibili anche nel panorama editoriale nostrano: grosso modo Johann Wolfgang Goethe, Friedrich Hölderlin, Rainer Maria Rilke, Bertolt Brecht, Paul Celan – che forse attualmente è il poeta di lingua tedesca che detiene l’egemonia dell’interesse in Italia. I secondi sarebbero quelli che hanno una presenza editoriale instabile e un’immortalità non ancora garantita, che sono insomma in cerca di destino, sia là che qui, costituendo una sorta di galassia pulviscolare senza un vero centro. L’unico nome di spicco in questo gruppo è Durs Grünbein (nato nel 1962), che in Germania gode di grande notorietà e anche in Italia, come vedremo, viene pubblicato in sedi piuttosto prestigiose e con una certa continuità.

Bisognerebbe poi tenere in considerazione i mediatori, coloro che guidano la dinamica di assimilazione, svolgendo il ruolo centrale di «legittimare» (cfr. Bourdieu 1983) gli autori, cioè di lavorare a garantirne il valore – o quantomeno a stimolarne la circolazione nella cultura d’arrivo. Essi si dividono principalmente fra Accademici e Editoriali; ognuno dei due gruppi ha finalità, procedure e consuetudini specifiche. È sempre interessante rilevare, per esempio, una banalità come il dato di fatto che dietro alle scelte editoriali vi siano per lo più motivazioni economiche (si stampa per vendere), tendenzialmente estranee al mondo universitario, i cui attori lavorano cercando di fissare un determinato ruolo nella storia per gli autori di cui si occupano, in virtù di valori che finiscono per autolegittimarsi: in fin della fiera, il tale o il tal altrospesso sono “importanti” per uso e per tradizione, per gusto personale e per affinità ideologica, per conoscenza diretta (nel caso degli Emergenti) o perché si vuole tentare il colpaccio della scoperta sensazionale – insomma perché lo diciamo noi. Questo aspetto dell’arbitrio nelle scelte è un dato da tenere sempre in considerazione, non tanto per sottolineare la malizia dei mediatori, in genere inesistente, quanto per non incorrere nell’ingenuità di pensare che i “grandi poeti” appartengano a una dimensione astratta, olimpica e soprattutto necessaria della cultura. La loro circolazione dipende essenzialmente dal caso, cioè dalla fortuna di trovare dei mediatori che li considerino vivi e vitali, che si impegnino per loro e che li cucinino in maniera tale da risultare digeribili per il pubblico contemporaneo e magari futuro.

Il mondo universitario è qui inteso in senso piuttosto vasto, e non comprende solo professori e ricercatori strutturati che si siano occupati a più riprese di portare la poesia tedesca in Italia (fra gli altri, in ordine sparso: Roberto Fertonani, Giuliano Baioni, Ferruccio Masini, Giuseppe Bevilacqua, Ida Porena, e più di recente Anna Maria Carpi, Anna Chiarloni, Luigi Forte), ma anche i precari che per coraggio o per dovere hanno curato negli ultimi anni pubblicazioni di poesia (come Theresia Prammer, Monica Lumachi e Paolo Scotini). Dall’altra parte, invece, il mondo editoriale a cui penso è limitato in realtà alle case editrici che consentono una circolazione vasta ed effettiva delle opere, garantendo prestigio ai pubblicati con il loro solo nome, più che a quelle che lavorano a beneficio della filiera pubblicazioni scientifiche-lezioni-esami. (La gloriosa collana «Gli Elfi», diretta a suo tempo da Maria Fancelli per Marsilio, ad esempio, così come i libri delle edizioni e/o, ha certo avuto una diffusione maggiore della pur assai meritoria cugina «Il quadrifoglio tedesco» di Mimesis, diretta da Marco Castellari e Karin Birge Gilardoni-Büch). Nel caso specifico della germanistica italiana, è accaduto che nei decenni fra il 1960 e il 1990 i ruoli di mediatore “accademico” e “editoriale” si intrecciassero in una persona sola – penso per esempio a Cesare Cases, Roberto Fertonani e Giorgio Cusatelli, docenti universitari e collaboratori organici di, rispettivamente, Einaudi, Mondadori e Garzanti – mentre nell’ultimo periodo queste collaborazioni si sono fatte più lasche, anche per i mutamenti avvenuti nella natura delle case editrici. Permangono tuttavia figure come quelle di Paola Del Zoppo, ricercatrice e direttore editoriale di Del Vecchio, oltre a vari direttori di collana, come i già citati Castellari e Gilardoni-Büch, Luigi Reitani per gli «Anemoni» di Marsilio, Domenico Pinto per la ormai scomparsa «Arno» della casa editrice campano-lucana Lavieri, Matteo Galli per la «Hoffmanniana» della romana L’orma (e prima per Le Lettere, di Firenze), tutti impegnati nel mondo accademico. I mediatori “editoriali” puri, sono abbastanza pochi; fra questi i responsabili dei settori germanistici delle grandi case, come Enrico Ganni di Einaudi e Roberto Cazzola, prima in Einaudi e ora in Adelphi.

In questo discorso la poesia si colloca in uno spazio ancora più problematico, non correndo quasi mai il rischio di trovarsi fra i best-seller, a parte il caso di fenomeni come la polacca Wisława Szymborska, che però non ha uguali fra i tedeschi, nemmeno da lontano; e la probabile, anzi certa, anzi dubbia intraducibilità delle opere poetiche di certo non aiuta la loro diffusione. La poesia è un organismo fragile, che si nutre per solito di sostanze ed essenze, specialmente sonore, profondamente radicate in luoghi precisi, precisissimi, e rischia di soffocare appena al di fuori di essi. Ma si nutre anche di tempi e di climi, politici e psicologici, di categorica esattezza, come dimostra il caso di Schiller, osannato lungo tutto l’Ottocento anche in Italia (cosa sarebbe Verdi senza di lui?), come campione di una libertà espressa anche in vibranti liriche, il cui pathos idealistico ci è invece oggi sostanzialmente estraneo; e infatti lo si ricorda a stento come poeta, se non fra gli specialisti. Torniamo qui all’arbitrio: non esiste una regia complessiva della metabolizzazione, e i singoli mediatori lavorano secondo i propri gusti e interessi, che intersecano e in genere esprimono – in mancanza d’altro – quelli generali del proprio tempo.

Fatte queste premesse, che nel discorso serio di cui prima sarebbero un po’ meno blande, la situazione della poesia di lingua tedesca in Italia non si direbbe probabilmente malvagia. Come per tutti i fenomeni di questo genere, è difficile dire quanto a fondo essa venga man mano metabolizzata nella cultura italiana, e quanto quindi sia presente al di fuori dei circoli specialistici dei cultori di cose tedesche lato sensu. Per quel che riguarda i poeti, e limitandoci alle altissime sfere, abbiamo testimonianze precise per Mario Luzi, per esempio, che pur senza conoscere il tedesco è stato influenzato dai Classici Novalis, Hölderlin e Rilke (cfr. Luzi 1998 e Menicacci 2014), e per Andrea Zanzotto, che ha dichiarato il suo debito con Hölderlin in parecchie occasioni, non da ultimo nella sua introduzione al «Meridiano» dedicato al poeta tedesco (cfr. per esempio Zanzotto 2001; Zanzotto 2004, XII); Rainer Maria Rilke ha dalla sua, come Hölderlin, l’attenzione dei poeti e insieme dei filosofi – qui è soprattutto Heidegger a fare da tramite – come mostra ad esempio la curatela dei Sonette an Orpheus e delle Duineser Elegien da parte di Franco Rella (Rella 1991 e 1994b); lo stesso vale per Paul Celan, la cui opera poetica pare essersi oggi affermata come «stabile punto di riferimento», in barba ai dubbi di Giuseppe Bevilacqua, che nell’introduzione al «Meridiano» scriveva: «Non è affatto certo che Celan diventi alla fine un classico della poesia moderna […]. È possibile; ma non è affatto certo» (Bevilacqua 1998, XI). Si direbbe anzi che, per la poesia di lingua tedesca, Celan resti l’ultimo Classico davvero tale, e che non vi siano per ora Emergenti che potranno avere, anche lontanamente, una presenza così netta sull’orizzonte e un così forte influsso sulle poetiche future.

Naturalmente, chi è interessato alla poesia va a cercarsela da sé, per quanto impervi siano i sentieri per giungervi; ma certamente la pubblicazione in sedi prestigiose o quantomeno agevolmente raggiungibili aiuta la diffusione di opere e autori presso il famoso “grande pubblico”. Nel discorso serio, delle case editrici probabilmente non metterebbe conto parlare più di tanto, dato che sono sempre le stesse che in Italia spingono la poesia: «All’insegna del pesce d’oro» e Scheiwiller, «Lo Specchio» e derivati, «I Meridiani» e gli «Oscar poesia» di Mondadori, la «Collezione di poesia» Einaudi (la «bianca»), Crocetti, Donzelli, Guanda e Marcos y Marcos.

VATTENE 2Il discorso verterebbe poi probabilmente sulle antologie, queste opere «di riduzione ai minimi termini, di semplificazione violenta» di una intera letteratura, come le ha definite Roberto Fertonani (1967, VII). Parecchie sono quelle pubblicate in Italia a partire dagli anni Sessanta per far conoscere la poesia di lingua tedesca. Alcune di queste forniscono panoramiche su archi temporali lunghi e lunghissimi (Fertonani 1967, appunto; Giachino, Rossetto Sertoli 1977; Fertonani, Giobbio Crea 1991; Lumachi, Scotini 2004), anche all’interno di opere di respiro internazionale, come il Parnaso europeo curato in dieci volumi da Carlo Muscetta per Lucarini di Roma (Gargano, Venuti, Binni 1990; Porena 1990). Altre raccolte sono invece incentrate su gruppi particolari, come la poesia operaia o quella dadaista (Forte 1976, Mandalari 1977), su aree particolari come la Svizzera (Zweifel 2013), l’Austria contemporanea (Reitani 1999; Tumler et al. 1994), la Repubblica democratica tedesca (Buchwald, Wagenbach. 2009) o la città di Berlino (Buono 2000; Prammer 2011). Ulteriori raccolte sono poi intese a presentare al pubblico italiano una b di Emergenti (Musa 1958; Fertonani 1969a; Cacciapaglia 1980; De Pasquale, Landolfi, Verheul 2004; Prammer 2011) o comunque di autori legati alla contemporaneità (Chiarloni 1994). Alcune di queste antologie, soprattutto quelle dell’ultimo gruppo, hanno in genere un taglio ben preciso, spesso dichiarato nelle introduzioni. Roberto Fertonani, ad esempio, afferma in Giovani poeti tedeschi di aver voluto «raccogliere le voci più esplicite del dissenso» (Fertonani 1969a, 6) e di rifarsi a due raccolte comparse in Germania negli anni precedenti (Hamm 1966; Weyrauch, Poethen 1965), dietro sollecitazione di Cesare Cases; Anna Chiarloni esplicita la sua intenzione di non partire «da una mera rassegna di dati formali» per Nuovi poeti tedeschi, ma di tendere piuttosto «a mettere in relazione i testi con la realtà tedesca degli ultimi vent’anni» (Chiarloni 1994, V); Theresia Prammer sottolinea come Ricostruzioni. Nuovi poeti di Berlino (un volume estremamente interessante) non sia «un’antologia documentaristica, ma un lavoro inevitabilmente, volutamente parziale» – non un «florilegio» bensì un «giardino in progresso» – nel quale sono fissati «dei ritratti di poeti singolari e distinti» (Prammer 2011, 25) che si appoggiano sia a testi che a dichiarazioni di poetica, e contribuiscono a rendere la ricchezza della realtà letteraria berlinese.

A queste antologie si aggiungono opere ibride, che contengono i testi di singole liriche del Novecento e relativi commenti di germanisti (Chiarloni, Isselstein 1990) o una serie di brevi sillogi di Emergenti con introduzioni critiche (Chiarloni, Friedrich 1999; Pirro 2003), e altre che raccolgono soltanto interpretazioni di poesie collocate in antologie precedenti (Chiarloni, Morello 1996, dichiaratamente collegato a Chiarloni 1994). Di queste gruppo di opere che ho chiamato ibride mi pare valga la pena sottolineare l’importanza, dal momento che offrono al lettore, oltre al puro godimento dei testi, la possibilità di collocarli all’interno dei discorsi culturali in cui essi sono sorti, con il di più di essere immersi in una pluralità di voci, sia liriche che critiche.

Ognuna di queste antologie nasce naturalmente da esigenze particolari. In occasione di un seminario sulla poesia contemporanea durante un soggiorno berlinese, ad esempio, Anna Chiarloni (all’epoca professoressa di letteratura tedesca a Torino) raccoglie materiale che confluisce poi nella prima antologia in lingua tedesca dopo la caduta del Muro, dal titolo Grenzfallgedichte, pubblicata in collaborazione con una Lektorin dello Aufbau Verlag, Helga Pankoke (Chiarloni, Pankoke 1991). Grazie alla notorietà che acquisisce il testo in Germania, Roberto Cazzola, allora collaboratore della casa editrice Einaudi per le cose tedesche, propone a Chiarloni una versione italiana, che diventerà Nuovi poeti tedeschi (Chiarloni 1994) per la «Collezione di poesia» Einaudi, che copre idealmente gli anni che vanno dal 1968 alla caduta del muro. Per fare un altro esempio, l’antologia Ricostruzioni (Prammer 2011) nasce da un dossier che la curatrice, per propria iniziativa, pubblica in due puntate (Prammer 2007) sulla in «Poesia» dell’editore Crocetti. Il dossier viene poi rimaneggiato e trasformato in un’antologia di ampio respiro, che verrà pubblicata da Scheiwiller, con la collaborazione di Alfonso Berardinelli, all’epoca direttore di collana, e Andrea Amerio. Si tratta di «uno dei lavori più grandi di auto-sfruttamento della mia carriera», ha dichiarato Theresia Prammer in una mail indirizzata a chi scrive, che contiene anche un’interessante considerazione retrospettiva, cioè che in ogni caso è stata «una fortuna aver potuto fare il libro in quel periodo, in cui da Scheiwiller si respirava un’aria di rinascita e di sperimentazione poetica…».

Insieme alle antologie andrebbe citata anche la rivista «Poesia», certamente uno dei canali attraverso il quale la lirica di lingua tedesca, dei Classici come degli Emergenti, continua ad arrivare al pubblico italiano. Il n. 200, ad esempio, dal titolo 400 poeti del 900, contiene una ricca scelta di autori austriaci e tedeschi (Cfr. Poesia 2005); il n. 91 ospita una breve antologia a cura di Paolo Scotini dal titolo Dieci poeti tedeschi degli anni novanta, nella quale vengono presentati nomi allora non molto noti in Italia (Scotini 1996). Parecchi sono poi, negli anni, i contributi dedicati a singole figure di autori, che uniscono brevi caratterizzazioni a piccole antologie di testi poetici. Fra gli altri – l’elenco completo sarebbe lunghissimo – sulla rivista hanno trovato spazio Hölderlin (Mandruzzato 1993; De Angelis 1993; Mecacci 2002), Gottfried Benn (Addamo 1991), Else Lasker Schüler (Gardini 2005); Sarah Kirsch (Galzio 1999; Novello 2001; Bucciol 2011); Hans Magnus Enzensberger (Quadrelli 2002; Bucciol 2008a), Heiner Müller (Quadrelli 1999; Bucciol 2010), Raul Schrott (Bucciol 2008b; Novello 1999), Durs Grünbein (Quadrelli 2000; Giordano 2013).

Passando ai singoli, il discorso si sposterebbe dapprima sui Classici. Un buon numero di essi ha avuto in Italia, a partire dagli anni ottanta, uno o più volumi-monumento, nei quali le opere non sono state solo raccolte, ma anche inquadrate dal punto di vista filologico e storico. Il campo è coperto in maniera piuttosto uniforme, sebbene con qualche lacuna cui accennerò. Alle poesie di Friedrich Hölderlin, Hugo von Hofmannsthal e Paul Celan viene dedicato per esempio un «Meridiano» ciascuno, e di Goethe si pubblicano nella stessa collana Tutte le poesie e, separatamente, il Faust; la «Biblioteca della Pléiade» Einaudi accoglie l’opera omnia poetica di Rainer Maria Rilke e di Bertolt Brecht. Queste pubblicazioni si caratterizzano non solo per la prestigiosa veste grafica, ma soprattutto per l’acribia filologica che le rende, in realtà, delle vere e proprie edizioni critiche, fruibili però anche dai profani. Alla guida di queste edizioni vi sono quasi sempre dei mediatori “accademici” di una certa rilevanza: nei «Meridiani» Giorgio Zampa (1972) per Hofmannsthal, Roberto Fertonani (con Enrico Ganni, 1989) per Goethe, Giuseppe Bevilacqua (1998) per Celan, Luigi Reitani (2004) per Hölderlin; nella «Pléiade» Einaudi Giuliano Baioni e Andreina Lavagetto (1994) per Rilke, Luigi Forte (1999) per Brecht; il Faust nei «Meridiani» viene curato da uno studioso (e poeta) all’epoca non ancora appartenente ai ranghi universitari, cioè Franco Fortini (1970), coadiuvato da Cesare Cases.

Oltre che per lo sforzo di contestualizzare e commentare i testi e gli autori, queste edizioni sono più che meritorie per altri motivi, per esempio per il loro carattere pionieristico. Roberto Fertonani rileva nella sua Premessa che il «Meridiano” delle poesie di Goethe è «la prima edizione bilingue completa e annotata di tutte le poesie di Goethe al di fuori del territorio linguistico tedesco» (Fertonani, Ganni 1989, vol. 1, LXIV). Questa tendenza all’esaustività è un altro punto a loro favore: Bevilacqua e Reitani traducono o ri-traducono praticamente tutte le poesie reperibili di Celan e Hölderlin, facendo anche ordine nelle edizioni originali. Luigi Forte cura un’edizione completa delle poesie brechtiane, appoggiandosi in parte a traduzioni con una certa aura di classicità, come quelle di Fertonani e Fortini, e in parte affidando – soprattutto a Paola Barbon – le versioni delle liriche fino ad allora inedite in Italia. Per Rilke, Giuliano Baioni sceglie caso per caso se utilizzare vecchie versioni – come quelle di Giacomo Cacciapaglia per i Neue Gedichte e i Sonette an Orpheus (Cacciapaglia 1990 e 1992) e quelle, severamente riviste, di Anna Lucia Giavotto-Künkler per le Duineser Elegien (Giavotto Künkler 1985) – o se commissionare delle traduzioni ex novo ad Anna Maria Carpi, Cesare Lievi e Andreina Lavagetto.

Sempre interessanti sono le costellazioni che portano all’uscita dei volumi. Nella sua Premessa, Fertonani assegna al direttore della collana, Luciano De Maria, il merito dell’idea editoriale del «Meridiano» di Goethe; le poesie di Brecht vengono pubblicate su spinta dell’Einaudi, in particolare di Enrico Ganni, all’epoca responsabile del settore germanistico della casa editrice; quelle di Rilke nascono da una vecchia idea di Giuliano Baioni (che pensava però alle collane «Nuova universale Einaudi» o ai «Millenni»), ripresa poi da Roberto Cerati, con la collaborazione di Roberto Cazzola e Mauro Bersani in casa editrice.

I Classici della poesia di lingua tedesca che non hanno avuto un omaggio monumentale di questo genere sono tutto sommato pochi; per non sbagliare, farei i nomi di Georg Trakl, Stefan George, Gottfried Benn e Ingeborg Bachmann. Questo elenco è motivato dall’idea di poesia “viva” di cui sopra, in grado di avere un influsso sulla cultura attuale; e appunto non mi pare che siano molti di più gli autori di lingua tedesca da cui la poesia italiana contemporanea tragga o abbia tratto linfa. (Schiller e Heine, per dire, meriterebbero un monumento per il peso che hanno avuto nella cultura europea, ma certamente non per quello che hanno attualmente). Peraltro, i poeti citati non sono del tutto assenti dai cataloghi editoriali. L’esiguo lascito di Georg Trakl, per esempio, è stato proposto a più riprese nel suo insieme, in varie vesti (Pocar 1974, Porena 1979, degli Alberti, Innerkofler 1983, Traverso 1992), ma ciò che più assomiglia a un’edizione critica esaustiva nel senso di cui sopra è il volume Poesie a cura di Grazia Pulvirenti, con traduzione di Enrico De Angelis, nato su sollecitazione di Maria Fancelli per la già citata collana degli «Elfi» di Marsilio (Pulvirenti 1999). Similmente le poesie della Bachmann, nella raccolta di Maria Teresa Mandalari (2006); forse anche qui, come per Trakl, l’idea del monumento naufraga di fronte alla modestia quantitativa del materiale lirico a disposizione (al di là del peso specifico, che indubbiamente li pone fra i Classici). Ancor meno fortunati, in questo senso, sono gli altri due, che pagano forse in termini di mancata ricezione artistica la loro contiguità personale al nazismo. Di Benn è stato tradotto parecchio, per lo più dentro la «bianca» Einaudi (Masini 1966, 1971 e 1972; Carpi 1981, 2004 e 2006a) da Ferruccio Masini e Anna Maria Carpi, la quale anni fa ha proposto invano alla Mondadori un «Meridiano» per il poeta. A George, dopo varie pubblicazioni ancora negli anni trenta e quaranta, nell’ultimo cinquantennio sono state dedicate solo tre raccolte (Manacorda 1986; Traverso 1990; Bornmann 2003). Per questi Classici manca insomma un’edizione critica complessiva delle opere poetiche, per quanto blanda, in grado di restituirne un ritratto a tutto tondo. Citerei in coda anche Else Lasker-Schüler, il cui valore effettivo di Classico è difficile da stabilire, ma che pura ha una sua importanza nella lirica tedesca del Novecento; forse meriterebbe un «Meridiano» misto, di prose e poesie. Per ora è presente in Italia con quattro raccolte di testi poetici (Baioni 1963, Del Serra 1985, D’Ambrosio Angelillo 2004, Rosso Chioso 2007).

Vi sono poi alcuni nomi che cominciano a diventare Classici per il mondo di lingua tedesca (diciamo poeti che stanno almeno nelle antologie per le superiori), ma che in Italia sono arrivati punto o poco; penso a figure come Ernst Jandl e H.C. Artmann, pressoché impossibili da tradurre nelle loro espressioni più interessanti, e quindi presenti solo in varie antologie (Chiarloni 1994; Tumler 1994; Reitani 1999; Poesia 2005), oppure ai Naturlyriker Peter Huchel, Johannes Bobrowski e Sarah Kirsch, dei quali in italiano è disponibile pochissimo (per Huchel: Fortini, Leiser 1970; per Bobrowski: Fertonani 1969b; e Racca 2013; per Kirsch: Chiusano 1979, Heimbächer 1989, e Mandalari 1991) nonostante il fatto che, pur con tutte le differenze fra loro, siano insieme profondi e leggibili e, mi pare, in decisa consonanza con certe poetiche del Novecento nostrano (diciamo la «linea lombarda»); o ancora la meravigliosa e prolifica Friederike Mayröcker, presente da noi con una sola raccolta a cura di Sara Barni (2002), così come Günter Kunert, tradotto da Luigi Forte (1970).

Curiosamente, poi, vi sono degli autori troppo vecchi e/o troppo presenti nel panorama editoriale italiano per poterli considerare degli Emergenti, ai quali tuttavia è difficile assegnare il ruolo di Classici. Penso in particolare a Hans Magnus Enzensberger (classe 1929), che è difficile da valutare come poeta in “assoluto”, cioè al netto del ruolo di polemista e animatore culturale e politico assunto fin dagli anni sessanta, ma che pure vanta una presenza stabile e molto evidente in Italia, dato che quattro sue raccolte sono nella «bianca» Einaudi (Alliata 1980, Carpi 1997, 2001 e 2013), oltre alle due precedenti presso Feltrinelli (Fortini, Leiser 1964) e ancora Einaudi (Alliata 1979). A lume di naso, non credo però che possa vantare grosse filiazioni in Italia (né in Germania, in realtà) in termini di scuola poetica. Un discorso analogo vale per Durs Grünbein, come già dicevo il poeta “emergente” anche in Germania, versificatore indubbiamente assai dotato e compiaciutissimo poeta doctus, che ormai da tempo ha fatto propri atteggiamenti da Classico – e tale in qualche modo viene ritenuto anche in Italia, se tre sue raccolte sono state pubblicate nella «bianca» (Carpi 1999, 2005 e 2011). A detta della loro mediatrice, Anna Maria Carpi, la responsabilità di queste pubblicazioni negli ultimi anni va assegnata non tanto a lei, quanto all’editore, che cerca di star dietro all’ampio flusso di pubblicazioni in patria dei due, affidandole le traduzioni. Vi è inoltre una curiosa costellazione: Carpi è studiosa di Benn, il quale rientra certamente fra i maestri di Grünbein. Si fa qui pienamente palese l’arbitrio di cui parlavo prima; a fare la musica è l’inclinazione dei mediatori, più ancora che l’importanza degli autori nel paese d’origine, che pure ovviamente svolge un ruolo fondamentale nella scelta di pubblicarli. Carpi è un’instancabile trasportatrice di poeti verso le nostre latitudini; ha infatti tradotto anche raccolte di Heiner Müller (che in Italia è trascurato, mentre andrebbe tradotto e diffuso: comunque vedi Carpi 2006b), Kurt Drawert e Harald Hartung per Scheiwiller (Carpi 2006c e 2006d), di Thomas Bernhard per Guanda (Carpi 1991), di Michael Krüger per Mondadori (Carpi 2010 e 2015; un altro che potrebbe stare in una sorta di «linea lombarda», solo condita di sovrano cosmopolitismo) e delle poesie di Nietzsche per Einaudi (Carpi 2008). Va segnalato che Carpi è pressoché l’unica poetessa in proprio di un qualche rilievo fra tutti i mediatori qui citati, insieme a Franco Fortini, ad avere traghettato poesia dal mondo tedesco a quello italiano; in questo ambito non c’è stato finora il corrispettivo di un Giudici, un Caproni o un Raboni. Si segnalano però alcune versioni di Giorgio Luzzi (su sollecitazione di e in collaborazione con Anna Chiarloni: Chiarloni, Luzzi 2009 da Volker Braun; Luzzi 1999 da Goethe) e di Roberto Carifi (2003 da Rilke; 1992 da Trakl; Baldi, Carifi 2008 da Trakl).

Il discorso dovrebbe poi concludersi con una ragionamento sugli Emergenti veri e propri, cioè su coloro che dispongono in patria di una certa notorietà – conquistata per vie “accademiche” e/o “editoriali”, grazie per esempio a lanci ben studiati, di cui le case editrici del mondo tedesco sono espertissime, oppure a spiccate capacità di autopromozione, come quelle dimostrate da Grünbein. La sensazione è che il panorama in generale non sia floridissimo, dalla morte di Celan in qua. C’è una situazione pulviscolare, come già dicevo, nella quale non ci sono poeti che emergano davvero per robustezza: si direbbe che non ci sia la stoffa per dei Classici come li abbiamo intesi finora. Ci sono certamente autori di maggiore spessore, che però curiosamente in Italia non sono (ancora?) arrivati con pubblicazioni autonome. Penso soprattutto a Rolf Dieter Brinkmann (1940-1975), la cui poesia ha fatto da mediatrice con il movimento beat americano e oggi è ancora assai leggibile (chi scrive da tempo vorrebbe tradurne delle cose); a Thomas Kling (1957-2005), la cui poesia è però talmente incentrata sulle possibilità foniche del tedesco da risultare quasi intraducibile in italiano (cfr. l’articolo che lo riguarda in Pirro 2003, autrice Marina Brambilla); e a Raoul Schrott (nato nel 1964), che condivide con Grünbein una certa sicumera e la tendenza a darsi arie da Classico. Schrott fra l’altro è stato il curatore di uno strepitoso successo editoriale nel mondo tedesco, Die Erfindung der Poesie. Gedichte aus den ersten viertausend Jahren (Schrott 1997: «L’invenzione della poesia. Poesie dai primi quattromila anni»), un’antologia in cui sono presenti le più disparate tradizioni antiche, dai sumeri fino al Galles del XIII secolo, con commenti e versioni di grande freschezza, che hanno contribuito ad avvicinare alla poesia un vasto pubblico. Non è chiarissimo il motivo per cui Schrott non sia presente in Italia né come poeta né come romanziere, dato che, pur nella sua compiaciutissima «erudita voracità» (Bucciol 2008b), le sue poesie non sono particolarmente ostiche, e a tratti hanno immagini folgoranti (cfr. anche Pirro 2003, con un intervento a mia firma, e Novello 1999).

Forse il discorso serio di cui prima tenterebbe a questo punto di dare conto delle uscite di singole raccolte di poesia. Gli autori importati recentemente, a parte i già citati Grünbein e Mayröcker, sono – con ampio beneficio d’inventario – Franz Tumler (Roli 1990), Peter Waterhouse (Miglio 1998 e 2009), Evelyn Schlag (Novello 2000), il già citato Volker Braun (Chiarloni, Luzzi 2009), Ulrike Draesner (Miglio, Prammer 2010), Lutz Seiler (Del Zoppo 2012) e Michael Donhauser (Bucciol 2012), più o meno tutti già presenti nelle antologie cui ho fatto cenno prima. Difficile dire se si tratta di una scelta rappresentativa, anche perché è difficile stabilire cosa sia davvero esemplare, chi e cosa sia davvero in grado di cogliere lo Zeitgeist dell’attuale poesia di lingua tedesca.

Un dato interessante del discorso riguarderebbe la platea dei mediatori, più ampia e variegata, e complessivamente (cioè non presi uno a uno, ma sommati tutti insieme) di minor peso accademico: i nomi sarebbero quelli dell’attivissima Camilla Miglio, di Theresia Prammer e di Paola Del Zoppo per il mondo tedesco; per il mondo austriaco si segnalerebbero Maria Luisa Roli e Riccarda Novello. Gio Batta Bucciol avrebbe un ruolo importante per il suo ruolo di divulgatore, sia sulla rivista «Poesia» che nell’ambito della piccola editoria; suoi sono fra l’altro anche lavori di mediazione nell’altro senso, cioè di transito di autori italiani, quali Luzi ed Erba, verso il mondo tedesco (cfr. Bucciol, Fingerhaut 2002 e Bucciol, Perfahl 1989). Da ultimo sarebbe interessante anche rendere conto delle riprese di traduzioni delle vecchie glorie: Leone Traverso, Giaime Pintor, Ervino Pocar… autori di versioni non sempre felicemente “classiche’” o comunque non sempre invecchiate bene, certo più economici per le case editrici che i nuovi, “esosi” traduttori; ma a questo si accennerebbe forse solo per allungare il brodo.

Se fossi stato io a cimentarmi nel discorso serio, adesso scoprirei del tutto le mie carte, e userei la mia dose di arbitrio per affermare o ribadire quali degli Emergenti o quasi-Classici dovrebbero comparire in italiano, e non solo in antologia: secondo me tutto Heiner Müller e tutto Rolf Dieter Brinkmann; non proprio tutto, perché sarebbe troppo, ma certo molto Friederike Mayröcker, Peter Huchel e Sarah Kirsch; parecchio Volker Braun, H.C. Artmann, Ernst Jandl e Günter Kunert; diverse cose di Raoul Schrott e da Johannes Bobrowski; almeno qualcosa da Thomas Kling, pur con tutte le difficoltà del caso, e magari da Monika Rinck (nata nel 1969), e perché no? da Ann Cotten (nata nel 1982). Mi piace concludere con la graffiante esortazione che quest’ultima usa in apertura di un suo testo poetico, di buon auspicio per chi nelle poesie, in qualsiasi lingua, rifugge il sentimentalismo:

Verpiß dich, Muse! Gusch,
halt die Fresse, du bist
komplett obsolet, Muse […].

Vattene Musa! Stai zitta,
tieni il becco chiuso, sei
completamente obsoleta, Musa […] (Prammer 2011, 626).

Ringrazio le molte persone che mi hanno aiutato con suggerimenti e indicazioni, in particolare Anna Maria Carpi, Anna Chiarloni, Maria Fancelli, Andreina Lavagetto, Theresia Prammer, Grazia Pulvirenti, Luigi Forte e Michele Sisto.

Bibliografia

* Le opere contrassegnate con un asterisco (*) raccolgono, al loro interno, versioni di un elevato numero di traduttori. Rinuncio in questa sede a segnalarne tutti i nomi, e rimando direttamente ai volumi citati per gli elenchi precisi.

** Delle opere contrassegnate con due asterischi (**) non sono stato in grado di trovare il nome dei traduttori.

Addamo 1991: Gottfried Benn, la liturgia della parola, a cura di Sebastiano Addamo, in «Poesia» n. 40

Alliata 1979: Hans Magnus Enzensberger, Mausoleum. Trentasette ballate tratte dalla storia del progresso, traduzione di Vicky Alliata, Torino, Einaudi (da Mausoleum. 37 Balladen aus der Geschichte des Fortschritts, Frankfurt a. M., Suhrkamp 1975)

Alliata 1980: Hans Magnus Enzensberger, La fine del Titanic. Commedia, traduzione di Vittoria Alliata, prefaz. di Cesare Cases, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 213 (da Der Untergang der Titanic, Frankfurt a. M., Suhrkamp 1978)

Baioni 1963: Else Lasker-Schüler, Poesie, a cura di Giuliano Baioni, Milano, Nuova Accademia, «Stelle» (da Gedichte 1902-1943, a cura di Friedhlem Kemp, München, Kösel 1959, scelta)

Baioni, Lavagetto et al. 1994: Rainer Maria Rilke, Poesie, edizione con testo a fronte a cura di Giuliano Baioni, commento di Andreina Lavagetto, 2 voll. (vol. 1 1895-1908: 1994; vol. 2 1908-1926: 1995), traduzione di Giacomo Cacciapaglia, Roberto Carifi, Anna Maria Carpi, Anna Lucia Giavotto Kunkler, Andreina Lavagetto, Cesare Lievi, Torino, Einaudi, «Biblioteca della Pléiade» 12

Baldi, Carifi 2008: Georg Trakl, La notte e altre poesie, traduzione di Massimo Baldi e Roberto Carifi, postfaz. di Roberto Carifi, Pistoia, Via del Vento, «Acquamarina» 34

Barni 2002: Friederike Mayröcker, Della vita le zampe, a cura di Sara Barni, Roma, Donzelli, collana «Poesia» 17

Bevilacqua 1998: Paul Celan, Poesie, tradotte, a cura e con un saggio introduttivo di Giuseppe Bevilacqua, Milano, Mondadori, «I Meridiani»

Bornmann 2003: Stefan George, Algabal, a cura di Bianca Maria Bornmann, Firenze, Le Lettere, «Il nuovo melograno» 54

Bourdieu 1983: Pierre Bourdieu, La distinzione. Critica sociale del gusto, traduzione di Guido Viale, Bologna, Il Mulino (da La distinction. Critique sociale du jugement, Paris, Editions de Minuit, 1979)

Bucciol 2008a: Hans Magnus Enzensberger. La storia delle nuvole, a cura di Gio Batta Bucciol, in «Poesia» n. 227

– 2008b: Raoul Schrott. Una erudita voracità, a cura diGio Batta Bucciol, in«Poesia» n. 230 (la copertina di questo numero della rivista è dedicata a Schrott)

– 2010: Heiner Müller. L’utopia pensata, a cura di Gio Batta Bucciol, in «Poesia» n. 246 (la copertina di questo numero della rivista è dedicata a Müller)

– 2011: Sarah Kirsch. Tutti i colori della neve, a cura di Gio Batta Bucciol, in «Poesia» n. 256 (la copertina di questo numero della rivista è dedicata a Kirsch)

– 2012: Michael Donhauser, I canti più belli, con sette disegni dell’autore, a cura di Gio Batta Bucciol, Martinsicuro, Di Felice, «I poeti di Smerilliana» 1

Bucciol, Fingerhut 2002: Luciano Erba, Im Land der Mitte und andere Gedichte, übersetzt und herausgegeben von Gio Batta Bucciol und Karlheinz Fingerhut, mit Zeichnungen von Hans Joachim Madaus (traduzioni di Gio Batta Bucciol; con disegni di Hans Joachim Madaus), Tübingen, Narr

Bucciol, Perfahl 1989: Mario Luzi, Gedichte, ausgewählt und übersetzt von Gio Batta Bucciol und Irmgard B. Perfahl; mit Zeichnungen von Hans Joachim Madaus (scelta e traduzione di Gio Batta Bucciol e Irmgard B. Perfahl; con disegni di Hans Joachim Madaus), Tübingen, Narr

Buchwald, Wagenbach 2009: 100 poesie dalla DDR, a cura di Christoph Buchwald e Klaus Wagenbach, con uno scritto di Edoardo Sanguineti, introd. di Andrea Tarquini, traduzione di Achille Castaldo, Giovanni Giri, Cristina Vezzaro, ed. it. a cura di Sara Sedehi, Milano, Isbn

Buono 2000: Franco Buono, Stemma di Berlino.Poesia tedesca della metropoli, Bari, Dedalo

Cacciapaglia 1980: Poesia tedesca contemporanea. Dal 1945 a oggi, a cura di Giacomo Cacciapaglia [soli testi italiani!], traduzioni di Giacomo Cacciapaglia et al.*, Roma, Newton Compton, «Paperbacks poeti» 91 [Le traduzioni sono prese da altre antologie o da opere di singoli poeti, come spiegato nella Nota ai testi]

– 1990: Rainer Maria Rilke, Sonetti a Orfeo e poesie sparse, traduzione e cura di Giacomo Cacciapaglia, Pordenone, Studio tesi, «Biblioteca» 81

– 1992: Rainer Maria Rilke, Nuove poesie. Requiem, traduzione e cura di Giacomo Cacciapaglia, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 232

Carifi 1992: Georg Trakl, Canto del dipartito e altre poesie, a cura di Roberto Carifi, Firenze, Le Lettere, «Il nuovo melograno» 9

– 2003: Rainer Maria Rilke, L’angelo e altre poesie, traduzione e cura di Roberto Carifi, Pistoia, Via del Vento, «Acquamarina» 19

Carpi 1981: Gottfried Benn, Giorni primari, a cura di Anna Maria Carpi, Milano, Il Saggiatore, «I paralleli» 4 (da Primäre Tage. Gedichte und Fragmente aus dem Nachlass, Wiesbaden, Limes 1958)

– 1991: Thomas Bernhard, Ave Virgilio: carme, a cura di Anna Maria Carpi, Parma, Guanda, «Fenice contemporanea» (da Ave Vergil, Frankfurt a. M., Suhrkamp 1981)

– 1997: Hans Magnus Enzensberger, Musica del futuro, traduzione di Anna Maria Carpi, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 264 (da Zukunftsmusik, Frankfurt a. M., Suhrkamp 1991)

– 1999: Durs Grünbein, A metà partita. Poesie 1988-1999, a cura di Anna Maria Carpi, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 282

– 2001: Hans Magnus Enzensberger, Più leggeri dell’aria, traduzione di Anna Maria Carpi, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 301 (da Leichter als Luft, Frankfurt a. M., Suhrkamp 1999)

– 2004: Gottfried Benn, Frammenti e distillazioni, a cura di Anna Maria Carpi, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 331 (da Fragmente, Wiesbaden, Limes 1951, Destillationen, Wiesbaden, Limes 1953)

– 2005: Durs Grünbein, Della neve, ovvero Cartesio in Germania, a cura di Anna Maria Carpi, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 341

– 2006a: Gottfried Benn, Flutto ebbro, a cura di Anna Maria Carpi, Parma, Guanda, «Poeti della fenice» (da Trunkene Flut. Ausgewählte Gedichte, Wiesbaden, Limes 1949)

– 2006b: Heiner Müller, Non scriverai più a mano, a cura di Anna Maria Carpi, Milano, Scheiwiller, collana «Poesia» 89 (da Ende der Handschrift, Ausgewählt und mit einem Nachwort versehen von Durs Grünbein, Frankfurt a. M., Suhrkamp, 2000)

– 2006c: Kurt Drawert, Collezione di primavera, a cura di Anna Maria Carpi, Milano, Scheiwiller, collana «Poesia» 88 (da Frühjahrskollektion, Frankfurt a. M., Suhrkamp 2002)

– 2006d: Harald Hartung, Sogna più lento, a cura di Anna Maria Carpi, Milano, Scheiwiller, collana «Poesia» 90 (da Langsamer träumen, München, Hanser 2002)

– 2008: Friedrich Nietzsche, Le poesie, a cura di Anna Maria Carpi, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 368

– 2010: Michael Krüger, Il coro del mondo. Poesie 2001-2010, a cura di Anna Maria Carpi, Milano, Mondadori, «Lo specchio. I poeti del nostro tempo»

– 2011: Durs Grünbein, Strofe per dopodomani e altre poesie, a cura di Anna Maria Carpi, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 399 (da Erklärte Nacht, Frankfurt a. M., Suhrkamp 2002, Strophen für übermorgen, Frankfurt a. M., Suhrkamp 2007, Liebesgedichte, Frankfurt, Insel 2008)

Carpi 2013: Hans Magnus Enzensberger, Chiosco, traduzione di Anna Maria Carpi, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 412 (da Kiosk, Frankfurt a. M., Suhrkamp 1995)

– 2015: Michael Krüger, Spostare l’ora, traduzione e postfazione di Anna Maria Carpi, Milano, Mondadori, «Lo specchio. I poeti del nostro tempo» (da Umstellung der Zeit, Frankfurt a. M., Suhrkamp 2013)

Chiarloni 1994: Nuovi poeti tedeschi, a cura di Anna Chiarloni, traduzione di Paola Albarella, Anna Maria Carpi, Franca Cavagnoli, Roberto Cazzola, Anna Chiarloni, Italo Alighiero Chiusano, Luigi Forte, Margit Knapp, Maria Grazia Manucci, Giancarlo Mariani, Domenico Mugnolo, Riccarda Novello, Cecilia Novero, Luigi Reitani, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 244

Chiarloni, Friedrich 1999: Terra di nessuno. La poesia tedesca dopo la caduta del muro di Berlino*, a cura di Anna Chiarloni e Gerhard Friedrich, Alessandria, Edizioni dell’Orso

Chiarloni, Isselstein 1990: Poesia tedesca del Novecento*, a cura di Anna Chiarloni e Ursula Isselstein, Torino, Einaudi «Piccola Biblioteca Einaudi» 524

Chiarloni, Luzzi 2009: Volker Braun, La sponda occidentale, traduzione e cura di Anna Chiarloni e Giorgio Luzzi, Roma, Donzelli, collana «Poesia» 43

Chiarloni, Morello 1996: Poesia tedesca contemporanea: Interpretazioni*, a cura di Anna Chiarloni e Riccardo Morello, Alessandria, Edizioni dell’Orso

Chiarloni, Pankoke 1991: Grenzfallgedichte: eine deutsche Antologie, Berlin Weimar, Aufbau, hrsg. Anna Chiarloni und Helga Pankoke

Chiusano 1979: Sarah Kirsch, Formule magiche, traduzione di Italo Alighiero Chiusano, Milano, Rusconi, «Collezione di poesia» 22 (da Zaubersprüche, Ebenhausen, Langewiesche-Brandt 1989)

D’Ambrosio Angelillo 2004: Else Lasker-Schüler, Poesie, versione di Giuseppe D’Ambrosio Angelillo, Acquaviva delle Fonti, Acquaviva

De Angelis 1993: Hölderlin. La via del ritorno, a cura di Milo De Angelis, in«Poesia» n. 66

De Pasquale, Landolfi, Verheul 2004: Le dimore impossibili. Antologia di poeti olandesi, tedeschi e italiani, nota introduttiva di Idolina Landolfi, poeti olandesi a cura di Kees Verheul, poeti tedeschi a cura di Matilde De Pasquale, poeti italiani a cura di Idolina Landolfi, Cava De’ Tirreni, Avagliano.

degli Alberti, Innerkofler 1983: Georg Trakl, Le poesie, prefaz. di Claudio Magris, introd. di Margherita Caput e Maria Carolina Foi, traduzione di Vera degli Alberti e Eduard Innerkofler, Milano, Garzanti, «I grandi libri Garzanti» 284

Del Serra 1985: Else Lasker-Schüler, Ballate ebraiche ed altre poesie, a cura di Maura Del Serra, Firenze, Giuntina, «Collana Schulim Vogelmann» 10

Del Zoppo 2012: Lutz Seiler, La domenica pensavo a Dio, a cura di Paola Del Zoppo, traduzione di Gio Batta Bucciol, Anna Maria Curci, Milo de Angelis, Paola Del Zoppo, Federico Italiano, Theresia Prammer, Silvia Ulrich, Roma, Del Vecchio, collana «Poesia» 9

Fertonani 1967: Antologia della lirica tedesca, a cura e traduzione di Roberto Fertonani, Milano, Ricciardi [Antologia priva di commenti e introduzioni]

Fertonani 1969a: Giovani poeti tedeschi, Torino, Einaudi, a cura e traduzione di Roberto Fertonani, «Collezione di poesia» 60

Fertonani 1969b: Johannes Bobrowski, Poesie, a cura di Roberto Fertonani, Milano, Mondadori, «Lo specchio. I poeti del nostro tempo»

Fertonani, Ganni 1989: Johann Wolfgang Goethe, Tutte le poesie, edizione diretta da Roberto Fertonani con la collaborazione di Enrico Ganni, 3 voll. (vol. 1: 1989, vol. 2: 1994, vol. 3 Divano occidentale orientale: 1997), traduzione di Marco Beck, Emilio Castellani, Italo Alighiero Chiusano, Dario Del Corno, Roberto Fertonani, Enrico Ganni, Maria Teresa Giannelli, Andrea Landolfi, Elisabetta Risari, Mario Specchio, Milano, Mondadori, «I Meridiani»

Fertonani, Giobbio Crea 1991: Antologia della poesia tedesca, a cura di Roberto Fertonani ed Elena Giobbio Crea, traduzione di Roberto Fertonani, Marcella Bagnasco, Maria Teresa Giannelli, Mario Specchio, Anselmo Turrazza, Moshe Unkelbach-Kahn, Diego Valeri, Milano, Mondadori, «Oscar poesia» 60

Forte 1970: Günter Kunert, Ricordo di un pianeta, prefazione e traduzione di Luigi Forte, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 71

Forte 1976: Luigi Forte, La poesia dadaista tedesca (contiene: Una proposta d’antologia), Torino, Einaudi

Forte 1999: Bertolt Brecht, Poesie, edizione con testo a fronte a cura di Luigi Forte, 2 voll. (vol 1 1919-1933: 1999, vol. 2 1934-1956: 2005), traduzione di Paola Barbon, Emilio Castellani, Mario Carpitella, Olga Cerrato, Giorgio Cusatelli, Roberto Fertonani, Luigi Forte, Franco Fortini, Ruth Leiser, Hellmut Riediger, Paul Braun, Cesare Cases, Claudio Groff, Gabriele Mucchi, Torino, Einaudi, «Biblioteca della Pléiade» 31 e 46

Fortini 1970: Johann Wolfgang Goethe, Faust, 2 voll., introd., traduzione con testo a fronte e note a cura di Franco Fortini, Milano, Mondadori, «I Meridiani»

Fortini, Leiser 1964: Hans Magnus Enzensberger, Poesie per chi non legge poesia: trenta poesie, traduzione di Franco Fortini e Ruth Leiser, Milano, Feltrinelli, «Le comete» 32

– 1970: Peter Huchel, Strade strade, traduzione di Ruth Leiser e Franco Fortini, introd. di Franco Fortini, Milano, Mondadori, «Lo specchio. I poeti del nostro tempo» (da Chausseen chausseen, Frankfurt a. M., Fischer 1963)

Galzio 1999: Sarah Kirsch. Volo prospettico e planetaria distanza, a cura di Gabriella Galzio, in «Poesia» n. 125

Gardini 2005: Sull’ultima stella, la poesia di Else Lasker Schüler, a cura di Nicola Gardini, in «Poesia» n. 190 (la copertina di questo numero della rivista è dedicata a Lasker-Schüler)

Gargano, Venuti, Binni 1990: Poesia inglese, poesia tedesca, a cura di Antonella Gargano, Roberto Venuti e Francesco Binni, vol. 1 di Parnaso Europeo. Dal Protoromanticismo al Decadentismo, a cura di Carlo Muscetta, Roma, Lucarini

Giachino, Rossetto Sertoli 1977: Poesia tedesca del Novecento, a cura di Anna Maria Giachino e Gabriella Rossetto Sertoli, traduzione di Piero Bernardini Marzolla, Emilio Castellani, Paolo Chiarini, Elena Croce, Roberto Fertonani, Franco Fortini, Luigi Forte, Anna Maria Giachino, Maria Teresa Mandalari, Ferruccio Masini, Gilda Musa, Giaime Pintor, Ida Porena, Gabriella Rossetto Sertoli, Leone Traverso, Milano, Rizzoli

Giavotto Künkler 1985: Rainer Maria Rilke, Elegie duinesi, introduzione, traduzione con testo a fronte e note di Anna Lucia Giavotto Künkler, Genova, Il Melangolo, «Università» 16

Giordano 2013: Durs Grünbein. Porcellana, Poema sulla devastazione della mia città, a cura di Federica Giordano, in «Poesia» n. 279 (la copertina di questo numero della rivista è dedicata a Grünbein)

Hamm 1966: Aussichten: junge Lyriker des deutschen Sprachraums, Hrsg. Peter Hamm, Biederstein, München

Heimbächer 1989: Sarah Kirsch, Lieve sgomento. Poesie scelte, a cura di Irmela Heimbächer, Roma, Le parole gelate, «La vena rota» 18

Lumachi, Scotini 2004: Antologia della poesia tedesca, a cura di  introduzione di Patrizio Collini*, Roma, L’Espresso,«La biblioteca di Repubblica. Poesia straniera» 12

Luzi 1998: Mario Luzi, Il mio incontro con la poesia tedesca, Firenze, Polistampa

Luzzi 1999: Johann Wolfgang Goethe, All’alta memoria di Howard, traduz. e nota di Giorgio Luzzi, riproduzione di sei acqueforti di Francesco Franco, Mondovì, El Peilo

Manacorda 1986: Stefan George, L’anno dell’anima, a cura di Giorgio Manacorda, Milano, SE, «Piccola enciclopedia» 18

Mandalari 1977: Maria Teresa Mandalari, Poesia operaia tedesca del ‘900. Studio antologico, Milano, Feltrinelli, «Universale Economica» 683

– 1991: Sarah Kirsch, Calore di neve. Poesie 1973-1989, traduzione di Maria Teresa Mandalari, Roma, Fondazione Piazzolla, «Poesia europea vivente» 3 (da Schneewärme, Stuttgart, DVA 1989)

– 2006: Ingeborg Bachmann, Poesie, traduzione di Maria Teresa Mandalari, Milano, TEA, «Poeti del nostro tempo» 9 (prima ed. Parma, Guanda 1978; ed. accresciuta Guanda 1987)

Mandruzzato 1993: La disumana innocenza di Friedrich Hölderlin, a cura di Enzo Mandruzzato, in «Poesia» n. 66

Masini 1966: Gottfried Benn, Aprèslude, prefazione e traduzione di Ferruccio Masini, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 34 (da Aprèslude, Wiesbaden, Limes 1955)

– 1971: Gottfried Benn, Morgue, introduzione e traduzione di Ferruccio Masini, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 85 (da Morgue und andere Gedichte, Berlin, Deutsches Reich 1912)

– 1972: Gottfried Benn, Poesie statiche, prefaz. e traduzione di Ferruccio Masini, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 171 (da Statische Gedichte, Zürich, Arche 1948).

Mecacci 2002: Friedrich Hölderlin, La luce scura” della poesia, a cura di Andrea Mecacci, in «Poesia» n. 161

Menicacci 2014: Marco Menicacci, Mario Luzi e la poesia tedesca. Novalis, Hölderlin, Rilke, Firenze, Le Lettere

Miglio 1998: Peter Waterhouse, Fiori, a cura di Camilla Miglio, Roma, Donzelli, collana «Poesia» 5

– 2009: Peter Waterhouse, Fiori. Manuale di poesia per chi va a piedi, a cura di Camilla Miglio, Roma, Donzelli, collana «Poesia» 41

Miglio, Prammer 2010: Ulrike Draesner, Viaggio obliquo (poesie 1995-2008), a cura di Camilla Miglio, Theresia Prammer, traduzione di Alessandro Baldacci et al., S. Angelo in Formis, Lavieri, «Arno» 10 (da Für die Nacht geheuerte Zellen. Gedichte, München, Luchterhand 2001)

Musa 1958:Poesia tedesca del dopoguerra, a cura di Gilda Musa, Milano, Schwarz

Novello 1999: Raoul Schrott. La ricerca dell’assoluto, a cura di Riccarda Novello, in «Poesia» n. 132

– 2000: Evelyn Schlag, Orfeo al femminile, a cura di Riccarda Novello, Faenza, Mobydick, «Lenuvole» 71

Novello 2001: Sarah Kirsch. L’arcana magia delle parole, a cura di Riccarda Novello, in «Poesia» n. 147 (questo numero della rivista dedica la copertina a Kirsch)

Pirro, Costa, Sbarra 2003: Le storie sono finite e io sono libero. Sviluppi recenti nella poesia di lingua tedesca, a cura di Maurizio Pirro, Marcella Costa e Stefania Sbarra, prefaz. di Anna Chiarloni*, Napoli, Liguori.

Pocar 1974: Georg Trakl, Poesie, scelta, premessa al testo, traduzione e note di Ervino Pocar, Milano, Rizzoli, «Biblioteca Universale Rizzoli» 754

Poesia 2005: 400 poeti del 900, in «Poesia» n. 200. Contiene un’antologia di poeti austriaci (Hugo von Hofmannsthal, Rainer Maria Rilke, Georg Trakl, Erich Fried, Hans Carl Artmann, Ernst Jandl, Ingeborg Bachmann, Friederike Mayröcker) e di poeti tedeschi (Stefan George, Else Lasker-Schüler, Hermann Hesse, Gottfried Benn, Georg Heym, Kurt Tucholsky, Nelly Sachs, Bertolt Brecht, Hilde Domin Palm, Johannes Bobrowski, Paul Celan, Hans Magnus Enzensberger, Sarah Kirsch)

Porena 1979: Georg Trakl, Poesie, a cura di Ida Porena, Torino, Einaudi, «Collezione di poesia» 152 (ed. aggiornata: 1997)

Porena 1990: Poesia tedesca e austriaca, poesia ungherese, poesia romena, poesia neogreca. L’età contemporanea, a cura di Ida Porena, vol. 5 di Parnaso Europeo, a cura di Carlo Muscetta, Roma, Lucarini

Prammer 2007: Qui l’aria brucia. Nuove voci da Berlino. Prima parte (Gerhard Falkner, Ulrike Draesner, Ulf Stolterfoht, Marion Poschmann, Monika Rinck), a cura di Theresia Prammer, in «Poesia» n. 217: e  Qui l’aria brucia. Nuove voci da Berlino. Seconda parte (Hendrik Jackson, Jan Wagner, Daniel Falb, Steffen Popp, Ann Cotten), in «Poesia» n. 218

– 2011: Theresia Prammer (a cura di), Ricostruzioni. Nuovi poeti di Berlino, traduzione di Theresia Prammer, Gio Batta Bucciol, Enza Scuderi, Alessandro Baldacci, Camilla Miglio, Donatella Capaldi, Monica Lumachi, Federico Italiano, Milo De Angelis, Irene Fantappiè, Milano, Scheiwiller

Pulvirenti 1999: Georg Trakl. Poesie, a cura di Grazia Pulvirenti, traduzione di Enrico De Angelis, Venezia, Marsilio, «Gli Elfi»

Quadrelli 1999: L’angelo della storia di Heiner Müller, a cura di Paola Quadrelli, in «Poesia» n. 128

– 2000: Il «cane cartesiano»: la condizione umana nella poesia di Durs Grünbein, a cura di Paola Quadrelli, in «Poesia» n. 164

– 2002: Hans Magnus Enzensberger. Poesia come resistenza al potere, a cura di Paola Quadrelli, in «Poesia» n. 164

Racca 2013: Johannes Bobrowski, Poesie, traduzione e cura di Davide Racca, Martinsicuro, Di Felice, «I poeti di Smerilliana» 14

Reitani 1999: Luci lune luoghi. Antologia della poesia austriaca contemporanea, a cura di Luigi Reitani, traduzione di Maria Luisa Roli, Luigi Reitani, Riccarda Novello, Matilde De Pasquale, Augusto De Bove, Nevio Tomea, Gabriella Catalano, Maria Teresa Galluzzo, Maria Gazzetti, Adele Netti, Valentina Di Rosa, Milano, Marcos y Marcos, ««I Testi di Testo a fronte» 26

– 2004: Friedrich Hölderlin, Tutte le liriche,edizione tradotta e commentata e revisione del testo critico tedesco a cura di Luigi Reitani, con uno scritto di Andrea Zanzotto, Milano, Mondadori, «I Meridiani»

Rella 1991: Rainer Maria Rilke, I sonetti a Orfeo, traduzione e cura di Franco Rella, Milano, Feltrinelli, «Universale economica» 2025

– 1994: Rainer Maria Rilke, Elegie duinesi, traduzione e cura di Franco Rella, Milano, Rizzoli, «Biblioteca Universale Rizzoli» 974

Roli 1990: Franz Tumler, La suddivisione del tempo. Poesie, introd. e traduzione di Maria Luisa Roli, Milano, Guerini e Associati, «Collana blu» 12 (da Das Zerteilen der Zeit, Innsbruck, Haymon 1989)

Rosso Chioso 2007: Else Lasker-Schüler, Il mio pianoforte azzurro, a cura di Fernanda Rosso Chioso, San Cesario di Lecce, Manni, «Quaderni del gallo silvestre» 7 (da Mein Blaues Klavier. Neue Gedichte, Jerusalem, Jerusalem Press, 1943)

Schrott 1997: Die Erfindung der Poesie. Gedichte aus den ersten viertausend Jahren, Frankfurt a. M., Eichborn, hrsg. Raoul Schrott, «Die andere Bibliothek» 154

Scotini 1996:  Dieci poeti tedeschi degli anni Novanta (Brigitte Oleschinski, Michael Donhauser, Peter Waterhouse, Thomas Kling, Uwe Kolbe, Barbara Köhler, Jan Koneffke, Kerstin Hensel, Durs Grünbein, Wolfgang Schlenker), a cura di Paolo Scotini, in «Poesia» n. 91

Traverso 1990: Stefan George, Poesie, traduzione di Leone Traverso, presentazione di Giuseppe Bevilacqua, Firenze, Le Lettere, «Il nuovo melograno» 3 (che riprende l’edizione Sansoni del 1942)

Traverso 1992: Georg Trakl, Poesie, a cura e traduzione di Leone Traverso, prefaz. di Italo Alighiero Chiusano, Firenze, Passigli (riedizione di Poesie, traduzione di Leone Traverso, introd. di Rodolfo Paoli, Milano, Cederna 1949)

Tumler et al. 1994: Franz Tumler, Friederike Mayröcker, Alfred Kolleritsch, Ernst Jandl, Robert Schindel, Poesia contemporanea. Primo quaderno austriaco**, Milano, Crocetti, «I testi di Testo a fronte». 14

Weyrauch, Poethen 1965: Lyrik aus dieser Zeit, Hrsg. Wolfgang Weyrauch und Johannes Poethen, Esslingen, Bechtle

Zampa 1972: Hugo von Hofmannsthal, Narrazioni e poesie, a cura di Giorgio Zampa, Milano, Mondadori «I Meridiani»

Zanzotto 2004: Andrea Zanzotto, Con Hölderlin, una leggenda, in Reitani 2004, pp. IX-XXIV

Zweifel Azzone 2013: Cento anni di poesia nella Svizzera tedesca, a cura di Annarosa Zweifel Azzone, traduzione di Annarosa Zweifel Azzone, Ursula Bavaj, Donata Berra, Renata Buzzo Màrgari, Remo Fasani, Anna Fattori, Denis Forasacco, Pierre Lepori, Giorgio Manacorda, Riccarda Novello, Dubravko Pusck, Anna Ruchat, Milano, Crocetti