Categoria: Numero 15 (autunno 2018)

Gli allievi / UN INTeressante equivoco

di Alice Della Seta |

Nel biennio 2014/2016 ho frequentato il corso di laurea magistrale in Traduzione e interpretariato all’Università degli studi internazionali di Roma (UNINT), dove è possibile scegliere tra due curriculum: Traduzione o Interpretazione. Per buona o cattiva sorte, ho deciso di intraprendere il primo. Spinta dall’interesse per la traduzione editoriale, ignoravo che di moduli in questo ambito ne avrei trovati solo due. A dirla tutta, questo articolo sarebbe ancora più corto del previsto se, per un caso fortuito, al secondo anno non avessero rimpiazzato all’ultimo momento il modulo di traduzione tecnico-scientifica con un secondo modulo di traduzione editoriale.

La recensione / 4 – Costruire ponti: la traduzione come strumento per una politica e poetica dell’ospitalità

di Giulia Grimoldi |

A proposito di: Paola Zaccaria, La lingua che ospita. Poetiche politiche traduzioni, Milano, Meltemi, , 2017, 289 pp., € 20,00

Border, confini, ibridazione, creolizzazione, impurità, complessità: come entrano nella riflessione sulla letteratura (e sulla traduzione) questi concetti legati al tema delle migrazioni cui assistiamo quotidianamente? Nella seconda edizione de La lingua che ospita, frutto di una rilettura che conferma la necessità di utilizzare la lente del border critical thinking come strumento chiave per interpretare gli attraversamenti planetari contemporanei e le nuove costruzioni di muri, Paola Zaccaria pluralizza le coordinate indicate nel sottotitolo, Poetiche, politiche, traduzioni,

La recensione / 5 – La traduzione nella lente di Darwin

di Giulia Baselica |

A proposito di : Fabio Regattin, Traduction et évolution culturelle, Paris, L’Harmattan, 2018, pp. 185, €19,50

Già il titolo di questo saggio nella sua densa sinteticità presenta le colonne portanti di una costruzione interpretativa della traduzione tanto inconsueta quanto, per molti aspetti, illuminante: la traduzione come segno e atto dell’evoluzione culturale.

L’autore, Fabio Regattin, è ricercatore di Lingua francese e traduzione e si occupa di traduzione editoriale e teatrale, e il volume Traduction et évolution culturelle è pubblicato in una collana interamente dedicata alla teoria e alla pratica della traduzione, di cui ci occuperemo più ampiamente in un prossimo numero di «tradurre».

Reminiscenze e borbottii / 9

Il vecchio lettore |

L’idealismo è morto, viva l’idealismo! Beninteso: nessuna nostalgia per la metafisica immanentistica e l’estetica tautologica di Benedetto Croce né tanto meno per il fascismo mistico e la statolatria di Giovanni Gentile, e nemmeno per il bieco classismo e il bieco maschilismo di entrambi. Ma c’è qualcosa di molto attuale nella loro rivolta, all’inizio del secolo scorso, contro il positivismo meccanicistico imperversante, contro il socialismo parolaio e sostanzialmente attesista, contro quelli che l’idealista Karl Marx chiamava i materialisti volgari, contro affaristi e imbonitori di ricchezze, contro un parlamento in preda a gruppi e gruppetti di professionisti della chiacchiera disposti a ogni trasformismo, senza luce di progetto, senza costruzione di futuro. C’è qualcosa di attuale – davanti allo sfacelo cui è ridotto, a furia di riforme, il sistema formativo italiano – nel loro puntare sulla scuola