Categoria: Numero 15 (autunno 2018)

Le scuole / Il progetto formativo dell’associazione Grió

di Mario Tolomelli

I corsi di traduzione editoriale organizzati dall’associazione Grió si rivolgono principalmente a studenti o laureati in lingue e discipline umanistiche interessati al campo dell’editoria e della traduzione, proponendosi di fornire un ponte che possa favorire l’accesso a un mondo professionale estremamente selettivo, in cui è difficile entrare qualora non se ne comprendano le dinamiche di funzionamento.

I docenti / Filosofia accademica e filosofia professionale

INSEGNARE A TRADURRE A UN’AULA UNIVERSITARIA COLMA DI STUDENTI

di Franca Cavagnoli |

La mia attività didattica nel campo della traduzione letteraria si svolge da molti anni su due piani: 1) l’aggiornamento professionale di colleghi e la formazione di studenti neolaureati, o dell’ultimo anno di università, che aspirano a fare della traduzione il loro lavoro; 2) corsi di traduzione letteraria all’interno del percorso universitario di laurea magistrale in Traduzione o Lingue e letterature straniere.

Le scuole / L’Alma Mater per la traduzione

di Gloria Bazzocchi |

Nell’anno accademico 1989-90 veniva inaugurata a Forlì la Sslmit (Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori), prima Facoltà universitaria dell’Alma Mater Studiorum in Romagna. Dopo la Legge Gelmini (2010), che ha sancito la scomparsa delle Facoltà, la Sslmit ha dovuto formalmente cambiare il suo nome, quindi ora si parla del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione – Dit, una realtà di eccellenza nell’ambito della traduzione e dell’interpretazione (basti pensare all’appartenenza alla Ciuti, Conférence Internationale Permanente d’Instituts Universitaires de Traducteurs et Interprètes e all’EMT, European Master’s in Translation). Ogni anno sono migliaia gli studenti provenienti da tutta Italia, e ormai anche dall’estero, che si presentano ai test per l’ammissione ai tre corsi di studio attivati, tutti con obbligo di frequenza al 70%: la laurea triennale in Mediazione linguistica interculturale (182 posti) e le lauree magistrali in Interpretazione (32 posti) e in Specialized Translation (62 posti).

I docenti / Insegnare l’attenzione

di Norman Gobetti |

La formation de la faculté d’attention est le but véritable et presque l’unique intérêt des études (Weil 1966, 85: «Il vero obiettivo e l’interesse pressoché unico degli studi è quello di formare la facoltà dell’attenzione» – Sala 2008, 191)

Da quando, una decina di anni fa, mi sono trovato per la prima volta dietro una cattedra, mi vado ripetendo come un mantra questa frase di Simone Weil: «Il vero obiettivo e l’interesse pressoché unico degli studi è quello di formare la facoltà dell’attenzione». Insegno traduzione letteraria, ma si può davvero insegnare a tradurre?

Le scuole / Tradurre la letteratura: uno spazio per la formazione dei traduttori editoriali

LA “SCUOLA DI MISANO”

di Roberta Fabbri |

Tradurre la letteratura è un corso di perfezionamento in traduzione editoriale che nei suoi ventitré anni di storia ha accolto più di 400 allievi. Il corso rientra fra le diverse attività di alta formazione organizzate dalla Fondazione Unicampus San Pellegrino che, oltre alla laurea triennale in Mediazione linguistica e alla laurea magistrale in Relazioni internazionali (in collaborazione con l’Università Link Campus), includono anche corsi post laurea e post dottorato, come la Nida School of Translation Studies, la summer school che ogni anno accoglie le figure internazionali più rappresentative nel mondo della teoria della traduzione.

I docenti / La lezione di traduzione

di Daniele Petruccioli |

Sono trentasei, demotivati, stanchi, non hanno nessun interesse per quello che stai per dirgli, si sono affacciati perché pare che a portoghese non bocciano mica, oppure perché gli sembra importante, nel loro corso di studi, ampliare gli orizzonti il più possibile, certo però che se invece di questo inutile corso di traduzione dei soliti testi letterari avessero messo qualcosa più sull’informatico, o sulla mediazione culturale… Oppure sono quattro, motivatissimi, entusiasti, innamorati, sanno benissimo quello che hanno scelto, lo vogliono fin da ragazzini, hanno letto, studiato e praticato la traduzione a vari livelli, e

Le scuole / Langue&Parole: una storia d’amore tra la formazione e la Rete lunga dieci anni

di Marina Invernizzi |

Nel 2009 la Rete era ben diversa da come la conosciamo oggi. I social non esistevano o quasi (il mio profilo personale su Facebook contava 36 contatti), i blog cominciavano a produrre le prime “star del web” – qualcuno ricorderà personaggi come Cavoletto di Bruxelles – , ma molte di queste non compravano nemmeno un dominio e scrivevano i loro articoli su spazi i cui indirizzi finivano con blogspot.com… Un’epoca in cui per molti la formazione a distanza era ancora quella per corrispondenza (sì, proprio via posta ordinaria) o, al massimo, in autoapprendimento, con materiali inviati via mail o caricati sui primi timidi tentativi di piattaforme didattiche.

I traduttori / Un traduttore sul bordo

di Vincenzo Barca |

Scrivo da un bordo.

Bordo dell’età: ho compiuto 68 anni e ho mal di schiena. Dicono che si possa esercitare il mestiere finché i neuroni ce la fanno a gestire la necessaria catasta di dati. Narra la leggenda di un traduttore ormai decrepito che, dal divano dal quale più non si muoveva, continuava a dettare ai suoi discepoli il testo che scaturiva dalla sua mente superallenata. Ma non vorrei ridurmi così. E non ho discepoli.

Bordo della lontananza:

Le scuole / L’editoria è un lavoro artigianale

di Leonardo G. Luccone |

Quando ho iniziato a tradurre, internet, almeno in Italia, era agli albori. Era il 1995 e potevo accedere alla rete solo dall’università, e per quanto Mosaic, l’unico motore di ricerca, mi spalancasse torrenti di conoscenza inaspettati, non trovavo quasi nulla di ciò che stavo cercando; mi imbattevo in tutt’altro. Volevo chiarirmi l’uso di una certa espressione in un certo contesto e finivo ad ammirare la collezione di chitarre elettriche di un riccone nello sprofondo dell’Alabama.

I traduttori / Da lettore spensierato a traduttore in nuce

di Laura Bortot |

La mia “storia” inizia con un dato concreto e in qualche modo bizzarro, capriccioso: la volontà irremovibile di non tradurre.

In effetti, se mi guardo indietro in cerca di episodi, incontri o esperienze che mi abbiano “avvicinata” all’idea e alla pratica della traduzione, mi imbatto in un ricordo del liceo.