Categoria: Archivio

LTit – Letteratura tradotta in Italia. Anteprima

di Michele Sisto |

In questa nuova rubrica «tradurre» presenterà in anteprima alcuni degli studi sui mediatori italiani di letterature straniere che a partire dal 1° giugno 2018 appariranno sul portale LTit – Letteratura tradotta in Italia (www.ltit.it). LTit nasce dal progetto FIRB/Futuro in Ricerca Storia e mappe digitali della letteratura tedesca in Italia: editoria, campo letterario, interferenza finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) per il periodo 2013-2018, coordinato da Michele Sisto con Anna Baldini e Irene Fantappiè, e sviluppato presso l’Istituto Italiano di Studi Germanici in Roma, l’Università per Stranieri di Siena e l’Università di Roma 1 «La Sapienza».

Falsi amici

di Domenico Scarpa | A un anno dalla fine dell’ultima guerra Einaudi cominciò a stampare la prima traduzione integrale della Recherche. Il primo volume, Du côté de chez Swann, uscì nell’aprile 1946 con il titolo La strada di Swann. La versione era di Natalia Ginzburg, che firmava anche una Prefazione: poche pagine, scritte per presentare al lettore italiano Marcel Proust e l’impresa editoriale che lo riguardava.

I Translation Studies e la teoria della traduzione in Russia

SPIRAGLI DI COMUNICAZIONE NELLA “CORTINA DI FERRO”

di Giulia Baselica | In quegli stessi anni settanta in cui cominciavano a delinearsi  i Translation Studies come disciplina, il dibattito sovietico intorno, forse, non tanto al nome, bensì essenzialmente alla natura della teoria della traduzione, era vivace e fecondo e l’agone nel quale esso aveva luogo era una rivista specializzata, «Tetradi perevodčika» (I quaderni del traduttore). Su questo periodico venivano pubblicati ampi saggi d

«Quel mare di locuzioni tempestose»

VITA E TRADUZIONI DI GIGLIOLA VENTURI

di Aldo Agosti |

«Insomma, traduttori, perché fate questo ingrato mestiere?», ci si chiede. Per quanto mi riguarda, le ragioni sono molteplici: [ per] far partecipe di un bene a me accessibile chi, altrimenti, non riuscirebbe a fruirne. Perché mi piace […]. Mi piace specialmente cimentarmi con testi difficili, per vedere se sono capace – come quegli acrobati che da un trampolino vertiginoso si tuffano in una vasca di due metri di diametro uscendo dall’acqua col sorriso sulle labbra, agili, rilassati, eleganti – per vedere se sono capace di tuffarmi in quel mare di locuzioni tempestose che è un testo straniero ed uscirne con la stessa aisance, sì che solo gli specialisti si rendono conto della tensione, della concentrazione, della precisione, dell’equilibrio che ogni parola, ogni frase richiede per passare da una lingua all’altra senza sbavature, senza spruzzi, senza che l’acrobata linguistico vada a spaccarsi la testa sul duro cemento degli errori, o a slogarsi le giunture sul più morbido terreno dello stile originale da rendere».

Questo inno al mestiere del traduttore appariva su «Tuttolibri» del 26 aprile 1986,

«Conoscere tutti i tormenti e raramente le gioie»

BRUNO ARZENI E L’ARS MINOR DEL TRADURRE

di Romano Ruffini |

La grande germanista Lavinia Mazzucchetti, nell’introdurre la traduzione della tetralogia di Thomas Mann Joseph und seine Brüder (Giuseppe e i suoi fratell), di Bruno Arzeni, con cui aveva collaborato per anni, così scriveva: «Ora che la grande “nemica”, da lui così stoicamente attesa, lo ha strappato al lavoro, sentiamo il dovere personale di onorarne la memoria e di esprimere qui il rammarico per la insostituibile perdita, interpretando anche la viva gratitudine dell’editore e di Thomas Mann stesso, il quale da tempo aveva misurato i meriti del suo tanto modesto mediatore».

L’autonomia materiale e intellettuale della “vedova del martire”

ADA PROSPERO MARCHESINI GOBETTI ANGLISTA E AMERICANISTA

di Ersilia Alessandrone Perona |

La pubblicazione della prima biografia di Ada Prospero Marchesini Gobetti (1902-1968), apparsa negli Stati Uniti per opera di Jomarie Alano, ha richiamato l’attenzione sull’attività di traduttrice dall’inglese di una donna nota soprattutto per il suo sodalizio con Piero Gobetti, icona dell’antifascismo, e per la sua azione di combattente antifascista e di educatrice (Alano 2016). Ricostruendone nella sua interezza l’esperienza, l’autrice colloca il lavoro grazie al quale Ada acquisì un suo profilo professionale a partire dagli anni trenta (per quanto defilato, come per la maggior parte delle traduttrici e traduttori nel periodo fra le due guerre) nel percorso di resistenza che secondo la studiosa americana connotò tutta la sua vita.

«Ma quanti sono questi irlandesi?»

LA LETTERATURA IRLANDESE IN ITALIA A INIZIO NOVECENTO E I SUOI MEDIATORI

di Antonio Bibbò |

Non deve sembrar vero, a Carlo Linati, quando nel maggio 1921 Silvio D’Amico gli comunica che la grandissima attrice Eleonora Duse aveva espresso il desiderio di leggere i drammi di John Millington Synge, da lui tradotti qualche anno addietro. Stando alla testimonianza di Linati, la diva si sarebbe innamorata del personaggio di Maurya di Riders to the Sea: «Mi confessò

La Premio Nobel, Balzac, la Sardegna e la «Biblioteca romantica»

GRAZIA DELEDDA TRADUTTRICE DI EUGÉNIE GRANDET

di Mario Marchetti |

Un filo carsico lega Balzac e Deledda. Grazia Deledda, a quanto si sa, tradusse un unico libro, il balzachiano Eugénie Grandet per la «Biblioteca romantica» diretta per Mondadori da G. A. Borgese, che apparve nel 1930 col titolo di Eugenia Grandet. E così Balzac fece un assai inusuale, per l’epoca, viaggio in Sardegna nella primavera del 1838. Cosa li spinse a queste scelte sorprendenti?

Tradotto con Google

TRADUZIONE EDITORIALE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

di Giordano Vintaloro |

1. Dodici anni di deliri

Sono solo dodici anni che Google Translate accompagna le nostre ricerche ma sembra sia sempre esistito. Prima del 2006, l’approccio prevalente alla traduzione automatica era la Rule-Based Machine Translation (RBMT), basata sul precaricamento di informazioni linguistiche su grammatica, sintassi e vocabolario delle lingue di origine e di destinazione.

Franz Och, il capo del gruppo di ricercatori che avevano lanciato Translate, ne illustrava così il funzionamento:

Un pilastro della «Medusa»

ALESSANDRA SCALERO NEL CARTEGGIO CON LA SORELLA LILIANA

di Elisa Bolchi |

Il mio studio si inserisce dunque in questa prospettiva e mira a ricostruire la figura di Alessandra Scalero grazie alle carte d’archivio, e in particolare al carteggio con la sorella Liliana, traendo così dall’ombra una traduttrice che ebbe un ruolo pioneristico nell’importazione della cultura straniera in Italia in epoca fascista. Spero, in questo modo, di mettere sotto la giusta luce una donna che fece della traduzione non solo un mestiere ma la propria “professione”, grazie alla quale poté mantenere l’indipendenza economica senza contare sull’appoggio di un padre o di un marito dal nome noto, fatto piuttosto insolito per una donna nata alla fine del diciannovesimo secolo. Fine ultimo di questo studio è creare quella che Munday definisce una microhistory of translation and translators