Gioco di specchi

di Paola Cantatore

autrice di Tom Schamp, Il più folle e divertente libro illustrato del mondo di Otto, Modena, Franco Cosimo Panini, 2018 (da Het grootste en leukste beeldwoordenboek ter wereld, Tielt, Lannoo, 2016)

 

Tom Schamp non ti racconta una storia, Tom Schamp ti trasporta in un mondo. Lo fa così come fa il tornado quando trascina Dorothy nel Mondo di Oz.

Un bambino lo riconosce, il mondo da lui inventato: ci entra con naturalezza, ci si acquatta dentro e lo esplora di gusto. Perché Tom Schamp gioca con le cose e le parole come molti bambini fanno. Entrare nello sguardo dell’autore, condividerne la prospettiva, andarsene a spasso per le pagine con lui, è come fare un giro al luna park. Un giro bizzarro, allegro, a volte spiazzante.

Le sue tavole sono composte di moltissimi elementi, che si aggrovigliano, dialogando continuamente tra loro e con il nostro bagaglio culturale. Leggerle significa andare a caccia di particolari e spesso, per seguirne uno, finisci per sbattere contro un altro perdendo la direzione. Poi, però, capisci che la direzione non è mai stata importante. Riuscire a rendere dall’olandese la freschezza dei ribaltamenti, dei giochi di parole originali e a trasmettere tutto il genuino divertimento della loro interazione con il disegno: è stata questa la principale sfida della traduzione. Nel tentativo, a volte il compromesso è stata l’unica via possibile. Prendiamo un esempio: tra le decine di figure e riferimenti che dialogano tra loro nella doppia pagina dedicata al giardino e a ciò che contiene, c’è una talpa occhialuta con un buffo paio di baffetti impomatati. Indossa un camice bianco, pieno di tasche che contengono altre paia di occhiali, e indica un monticciolo di terra da cui sbuca un’altra talpa, più simile all’animaletto vero e proprio ma anche lei con gli occhiali e un cappello da Indiana Jones. La frase originale è: Een molshoop is een hoogtepunt van architecturale diepgang, letteralmente «Una talpa è il culmine della profondità architettonica», adattato in «La tana di una talpa è un esempio di profonda conoscenza dell’architettura». In italiano, si è cambiato il soggetto per renderlo più immediatamente fruibile al piccolo lettore; il gioco di parole parzialmente rimane, ma si perde quel «La talpa è il culmine» che fa riferimento sia alla talpa in cima alla montagnetta di terra, sia alla talpa vestita da professorone, evidentemente «il punto più alto» raggiunto nella conoscenza dell’architettura. Anche sul monticciolo di terra c’è un gioco di parole: ONDER GRONDSE letteralmente significa «SOTTO TERRA», ma anche «METROPOLITANA». E, difatti, accanto al terriccio è disegnato il simbolo della metro. In questo caso si è scelto di lasciare il significato letterale, perché purtroppo in italiano non c‘è nessun modo di rendere con un’unica formula il doppio significato originale. Basterà il simbolo della metro a suggerire il link giocoso con i tunnel sotterranei scavati dalla talpa.

Poche pagine dopo abbiamo un altro gioco di rimandi tra assonanze e immagini. In originale il «salone di pollezza» è kipsalon, letteralmente «pollaio» (in una scena che vede protagoniste delle galline che si fanno la messa in piega), che ha assonanza con kapper salon, «parrucchiere». In italiano ho optato per qualcosa che rendesse la stessa idea, usando una fantasiosa crasi.

Le pagine sono piene zeppe di giochini simili. Ma non solo… il libro, pensato per i bambini, regala (anche e soprattutto agli adulti) citazioni e riferimenti di ogni tipo: dai proverbi rivisitati, alle didascalie giocose, ai molteplici riferimenti alla cultura pop e all’attualità. Non manca neanche una sottile satira sociale e politica che sbuca a sorpresa di tanto in tanto. Forse il piacere e la difficoltà più grande, con un autore come Tom Schamp, è scacciare il dubbio che a quella fantasmagoria di battute, riferimenti, rimandi e rimbalzi di lingua sia stata resa giustizia. E che il giro al luna park abbia conservato tutto il suo scintillio giocoso e la voglia irrefrenabile di salire sulla giostra per fare l’ennesimo bis.