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Per una regia della traduzione

APPUNTI SU RITORNO A FASCARAY, DI ANNALENA MCAFEE

di Daniele Petruccioli | Partiamo dall’assunto che tradurre sia un lavoro, e un lavoro creativo. Mi rendo conto che si tratta di una questione controversa, su cui non esiste accordo né da un punto di vista pratico né teorico, né credo che vivrò abbastanza per vederlo. Se ancora dibattiamo sull’opportunità e sulla legittimità di un discorso creativo a proposito della traduzione; se nelle università italiane l’insegnamento della traduzione di testi creativi rientra ancora esclusivamente sotto l’ombrello dell’apprendimento linguistico; se la critica della traduzione, le rare volte in cui si affaccia a fare capolino su riviste e giornali più o meno specializzati, tende nella maggior parte dei casi a risolversi in un elenco che troppo spesso serve non al tentativo di descrivere un’interpretazione bensì a quello di determinare il maggiore o minor grado di errore; se è vero che non siamo d’accordo nemmeno sulla natura semiologica di questa pratica (figuriamoci sui suoi elementi, per dire, musicali…); se tutto questo è vero, non mi pare il caso di mascherarsi dietro un’introduzione fintamente assertiva che si ridurrebbe a una petizione di principio o peggio a una supplica. Vi chiedo di prenderlo come un assioma. Se lo condividete, non ho bisogno di invitarvi a seguirmi. Se non lo condividete, ma vi interessa vedere dove va a parare un ragionamento che parta da queste premesse, coltivo quanto meno la speranza di riuscire a toccare alcuni punti importanti anche per voi sul modo di pensare e praticare la traduzione.

Si è guadagnato? Si è perso?

PRIMO LEVI AMERICANO: A COLLOQUIO CON DOMENICO SCARPA di Susanna Basso | Il 15 ottobre 2015 la casa editrice Norton Liveright ha presentato a New York i tre volumi dei Complete Works, l’opera completa in traduzione inglese, di Primo Levi, curati da Ann Goldstein. Domenico Scarpa, consulente del Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, ha assistito la nota traduttrice americana e ha collaborato all’apparato critico. Qui risponde ad alcune impegnative domande di Susanna Basso.

Piccoli traduttori crescono

TRADURRE FREEDOM WRITERS IN CLASSE di Susanna Basso | Le esperienze di insegnamento della traduzione all’interno del curriculum scolastico si stanno facendo sempre più frequenti. Di una, presso il Liceo Galielo Galilei di Ostiglia, hanno dato conto le insegnanti che l’hanno condotta, le professoresse Carla Barbi e Maria Chiara Romani, (Fahernheit 451 ritradotto da liceali). Ora riferiamo su quella in corso presso il Liceo Maria Mazzarello di Torino.

Una privata geologia linguistica

CHE COSA SIGNIFICA TRADURRE ALICE MUNRO. LECTIO MAGISTRALIS di Susanna Basso |

Il 10 ottobre 2013 Alice Munro, definita dall’Accademia Reale di Svezia «maestra del racconto breve», è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura.

Il 30 agosto moriva a Dublino il poeta Seamus Heaney, Premio Nobel per la letteratura nel 1995. Tra le parole che accompagnarono l’attribuzione del Nobel si leggeva: «per le sue opere di bellezza lirica e profondità etica che esaltano i miracoli del quotidiano e la memoria viva del passato».

Tu dai voce a me, io do voce a te

Susanna Basso intervista Anna Nadotti

INTERVISTA AD ANNA NADOTTI

Incontro Anna Nadotti in un bar del centro di Torino in un pomeriggio chiaro di luglio. Ho con me gli appunti delle domande che voglio rivolgerle su La signora Dalloway, la nuova traduzione di Mrs Dalloway di Virginia Woolf da lei condotta per Einaudi, che Antonella Anedda ha definito con poetica esattezza «eroica». Ho subito la sensazione di parlare con qualcuno che è appena tornato da un lungo viaggio durante il quale ha incontrato tutti, Richard e Sally, Peter e Hugh, Lady Bruton, Rezia, Elizabeth, il dottor Holmes, i coniugi Bradshaw e naturalmente loro: Clarissa e Septimus. Voglio sapere come li ha trovati, per capire come li ha tradotti.