Categoria: Archivio

Una programmata patina di opacità

SERGIO ATZENI E TEXACO DI PATRICK CHAMOISEAU. INTRODUZIONE AL SEMINARIO DI PARMA

di Gigliola Sulis | L’incontro con un maestro, la scoperta di un’isola lontana ma simile alla propria, la conferma che la mescidazione linguistica e la riscrittura della storia sono scommesse già vinte con successo, l’universalità dei racconti delle periferie (the Empire writes back to the Centre, scrive Salman Rushdie); in più, l’immersione in un laboratorio di scrittura straordinariamente composito e la sfida della traduzione del plurilinguismo: tutto questo ha rappresentato, per lo scrittore Sergio Atzeni, la traduzione del romanzo Texaco (1992) del martinicano Patrick Chamoiseau.

Il seminario di Parma

3 MAGGIO 1995. CON LA VIVA VOCE  di Sergio Atzeni (a cura di Gigliola Sulis) |

Nell’anno 1991, verso la fine del 1991, dopo aver tradotto già parecchi libri per parecchi editori italiani e convinto di aver ormai un prestigio inattaccabile, ho cercato di realizzare un antico sogno, cioè tradurre un libro per l’editore Einaudi. Antico sogno perché sono cresciuto fin da ragazzo nel mito delle edizioni Einaudi e alcuni degli uomini che hanno fatto la Einaudi, come Vittorini, Pavese, Calvino, Primo Levi, erano tutti quanti scrittori e traduttori insigni, autori di alcune delle più interessanti traduzioni del dopoguerra. Avevo questa ambizione smisurata di lavorare per l’editore per il quale loro avevano lavorato.

Le Berger de la Diversité

ATZENI TRADUTTORE DI CHAMOISEAU di Yasmina Melaouah | Quanta consapevolezza e quanto coraggio occorrono, per accogliere l’estraneità e la stranezza, per ospitare la lontananza e i suoi echi e dar loro voce, lasciando che in quella voce perduri la traccia dell’ombra di ciò che è distante, l’incrinatura, il vuoto benefico, lo spiraglio di silenzio che solo può generare davvero senso?

Un artigiano scrupoloso e accurato

L’ITINERARIO DI SERGIO ATZENI TRADUTTORE. UNA TESTIMONIANZA di Paola Mazzarelli | Il testo del seminario che Sergio Atzeni tenne all’università di Parma nel 1995, pubblicato in questo numero di «tradurre», è una delle rare testimonianze dirette del lavoro di traduttore – indefesso e faticoso, ma anche a suo modo appagante – che di fatto dette da vivere allo scrittore tra il 1988 e il 1995.

La lotta per una lingua propria

NGUGI WA THIONG’O E L’AUTOTRADUZIONE IN GIKUYU di Sara Amorosini | La presentazione all’ultima edizione del Salone del Libro di Torino di Decolonizzare la mente a quasi trent’anni dalla sua pubblicazione in lingua inglese (Ngugi 1986), edito ora in Italia da Jaca Book nella traduzione di Maria Teresa Carbone (2015), ha riportato sulla scena letteraria il noto scrittore e intellettuale keniota Ngugi wa Thiong’o.

Opportunità, opportunismo e politiche di genere

LA NARRATIVA PERSIANA IN ITALIANO di Anna Vanzan | In Iran, fino a tempi recenti la letteratura è stata dominata dagli uomini. Tuttavia, dopo lo scoppio della Rivoluzione Islamica (1978-79) le iraniane hanno dato il via a una copiosa produzione e ora costituiscono l’avanguardia del movimento letterario.

Calabuig, e la lontananza

UN PROGETTO EDITORIALE DAL PUNTO DI VISTA DELL’EDITOR di Mariarosa Bricchi | I libri, di solito, non sono perfetti, e cercare libri belli per mestiere espone a sistematiche delusioni, e all’esercizio del patteggiamento. Alla fine, ogni libro che si sceglie di pubblicare è un’approssimazione al libro ideale – che non esiste, o è Guerra e pace. Pubblicare un libro è, per l’editor, un modo di riconoscere l’inatteso, il diverso, una scheggia di incanto. Poi, a posteriori, le approssimazioni si connettono, svelano i rapporti segreti che avevano guidato la scelta, e si ordinano in un disegno. Per Calabuig, il disegno ha a che fare con le varietà della lontananza. Questo testo racconta le intenzioni, la storia, le regole (sempre provvisorie) di un progetto editoriale

Continente emerso, continente scomparso

L’ISPANOAMERICA IN LINGUA ITALIANA di Stefano Tedeschi | Risulta difficile indicare con chiarezza quale è stato il momento in cui si comincia a formare in Italia un vero interesse per la cultura ispanoamericana. Di certo già dagli anni venti del Novecento si possono rintracciare pionieristiche traduzioni, antologie, articoli su riviste specializzate, libri di viaggiatori e mediatori che si muovono tra le due rive dell’Atlantico, ma tutto sembra interrompersi con la guerra civile spagnola: le nazioni latinoamericane si schierano quasi tutte con la Repubblica, e la rottura con l’Italia fascista sarà totale.

Le note del traduttore Borìs Pasternàk

di Giulia Baselica | Pasternàk viveva di traduzioni dai classici delle maggiori lingue europee. Ebbe quindi modo di riflettere a fondo su questa attività. In più di un caso espressse per iscritto queste riflessioni, che, come gran parte della sua opera creativa, entravano ovviamente in conflitto con i canoni dogmatici dell'”estetica” sovietica.

Indagine su un mestiere malnoto

LA REVISIONE DELLA TRADUZIONE EDITORIALE IN ITALIA di Giovanna Scocchera | Negli ultimi quindici anni, la revisione delle traduzioni ha suscitato un interesse crescente da parte della ricerca accademica. Gli studi sperimentali condotti sulla revisione rientrano perlopiù nell’ambito della Translation Process Research, che si preoccupa di indagare la traduzione in quanto processo ‒ e quindi anche nelle sue fasi costitutive ‒ applicando diversi metodi e strumenti di ricerca di tipo prevalentemente quantitativo.