Categoria: Studi e ricerche

La Premio Nobel, Balzac, la Sardegna e la «Biblioteca romantica»

GRAZIA DELEDDA TRADUTTRICE DI EUGÉNIE GRANDET

di Mario Marchetti |

Un filo carsico lega Balzac e Deledda. Grazia Deledda, a quanto si sa, tradusse un unico libro, il balzachiano Eugénie Grandet per la «Biblioteca romantica» diretta per Mondadori da G. A. Borgese, che apparve nel 1930 col titolo di Eugenia Grandet. E così Balzac fece un assai inusuale, per l’epoca, viaggio in Sardegna nella primavera del 1838. Cosa li spinse a queste scelte sorprendenti?

Un pilastro della «Medusa»

ALESSANDRA SCALERO NEL CARTEGGIO CON LA SORELLA LILIANA

di Elisa Bolchi |

Il mio studio si inserisce dunque in questa prospettiva e mira a ricostruire la figura di Alessandra Scalero grazie alle carte d’archivio, e in particolare al carteggio con la sorella Liliana, traendo così dall’ombra una traduttrice che ebbe un ruolo pioneristico nell’importazione della cultura straniera in Italia in epoca fascista. Spero, in questo modo, di mettere sotto la giusta luce una donna che fece della traduzione non solo un mestiere ma la propria “professione”, grazie alla quale poté mantenere l’indipendenza economica senza contare sull’appoggio di un padre o di un marito dal nome noto, fatto piuttosto insolito per una donna nata alla fine del diciannovesimo secolo. Fine ultimo di questo studio è creare quella che Munday definisce una microhistory of translation and translators

Benedetto Croce, ancora lui!

ALLE ORIGINI DELLA TRADUZIONE EDITORIALE CONSAPEVOLE IN ITALIA

di Gianfranco Petrillo |

Tra la fine degli anni venti e gli inizi dei trenta del Novecento, si sa, nacquero in Italia (confesso di non sapere, per ora, quando ciò sia accaduto altrove; e sarebbe importante saperlo) le prime collane editoriali dedicate consapevolmente a scrittori stranieri: la «Modernissima» di Gian Dàuli, la «Biblioteca romantica» di Borgese, la «Biblioteca europea» di Antonicelli, «Il Genio russo» di Polledro, gli «Scrittori nordici» di Mazzucchetti; e così via. E con queste collane si fece man mano sempre più forte lo scrupolo filologico, l’esigenza dell’integrità dei testi, dell’aderenza all’originale; e così via. Ma come e quando ha preso avvio la spinta a questa ondata?

Da lingue ignotissime

LE TRADUZIONI DA LINGUE PONTE DELLA NARRATIVA DELL’ESTREMO ORIENTE

di Norman Gobetti |
Senza alcuna remora, introducendo per Einaudi il volume Liriche cinesi, Eugenio Montale lodava la curatrice Giorgia Valensin con queste parole: «Non poteva in nessun modo prescindere […] dall’insigne corpus delle versioni di Arthur Waley. Il suo libro d’oggi è anzi, in parte, un sapiente ricalco di quello del Waley». Era il 1943, e nessuno si scandalizzava

I nostri conti con la narrativa in lingue balcaniche

GRAZIE SOPRATTUTTO A EDITORI MINORI SI FANNO PIÙ FREQUENTI LE TRADUZIONI DA SLOVENO, ALBANESE E BULGARO

di Damiano Latella | Per imbattersi in lingue poco studiate in Italia, non è indispensabile intraprendere lunghi viaggi verso l’Estremo Oriente. Anzi, l’Europa abbonda di lingue di minore diffusione, cosa che comporta non pochi problemi per i traduttori e gli interpreti che svolgono il loro lavoro nelle istituzioni dell’Unione Europea.

Un dialogo lungo un secolo e l’eredità italiana di Achebe

LE TRADUZIONI DI THINGS FALL APART di Sara Amorosini |
Il mondo non ha fine, e men che meno la traduzione. Con la più recente versione italiana di Things Fall Apart (Pezzotta 2016; l’originale è del 1958, e questa è la terza traduzione italiana) lo scrittore nigeriano Chinua Achebe entra a far parte ufficialmente di quella che Alberto Rollo ha chiamato, in una conversazione alle Giornate di Urbino del 2012, «la traduzione infinita»

Un ebreo il primo traduttore di Hitler

LE EDIZIONI ITALIANE DI MEIN KAMPF

di Bruno Maida

Il titolo doveva essere Viereinhalb Jahre [des Kampfes] gegen Lüge, Dummheit und Feigheit, cioè «Quattro anni e mezzo di lotta contro menzogne, stupidità e codardia», ma l’editore Max Amman convinse Adolf Hitler a sceglierne uno più conciso ed efficace, Mein Kampf. Mentre si trovava nel carcere di Landsberg dopo il fallito putsch di Monaco, il futuro Führer lo aveva dettato in parte al suo autista, Emil Maurice, e in parte all’amico Rudolf Hess. Venne pubblicato in due volumi – il primo nel 1925, il secondo nel 1926 – dalla casa editrice del partito,

Knut Hamsun in Italia negli anni venti

TRE STORIE DI TRADUZIONI E DI TRADUTTORI

di Sara Culeddu |

Cosa succede a un testo quando si muove dal suo contesto di origine per approdare a un contesto alieno, sostando lungo il viaggio in ripetuti arrivi e ripartenze? Cosa succede a un autore che venga introdotto in un nuovo contesto culturale tramite operazioni di selezione, interpretazione e trasfigurazione?

«È bello, è divino, per l’uomo onorato morir per la patria»

TIRTEO AD USO E CONSUMO DELL’IDEOLOGIA TRA OTTO E NOVECENTO

di Enrico Cerroni |

I lirici greci prima di Quasimodo: un canone diverso dal nostro

Quando si pensa alla lirica greca arcaica, spesso le prime impressioni che vengono alla mente sono quelle suscitate nel tempo delle letture liceali dai versi malinconici di Mimnermo, dalla convivialità politica di Alceo o dal ribellismo di Archiloco. All’interno dello stesso genere dell’elegia arcaica, una sorpresa ci è riservata invece da un altro poeta, che pure ha perduto, almeno negli ultimi settant’anni, il notevole fascino esercitato nel passato.

Voci coloniali nella Londra di Zadie Smith

ENGLISH E ENGLISHES NELLA TRADUZIONE ITALIANA DI WHITE TEETH

di Alessandra Castellazzi |

The first publishing sensation of the millenium, il primo fenomeno editoriale del millennio: così viene salutata la pubblicazione di White Teeth di Zadie Smith su «The Guardian» (Merritt 2000). Smith, autrice inglese di origini giamaicane, debutta sulla scena letteraria nel 2000, appena ventiquattrenne, con un romanzo ambientato nella Londra multietnica di fine Novecento.