Le parole per dirlo in italiano

DOVE E COME CERCARLE IN RETE

di Giuseppe Palumbo

La mole di strumenti di consultazione reperibili online è sterminata, eppure quando si chiede a un gruppo di studenti universitari di qualsiasi ambito disciplinare quale sia il loro dizionario online preferito la risposta è quasi sempre la stessa: wordreference.com, che in realtà non è, o non è solo, un dizionario. Esiste una miriade di altri siti che offrono accesso a dizionari e risorse lessicografiche e linguistiche di vario genere, eppure gli studenti tendono perlopiù a ignorarli (forse non senza ragione, come vedremo poi). Come orientarsi in questo panorama vasto e variegato? In base a quali criteri optare per uno strumento anziché un altro? Cosa offre la Rete specificamente per quanto riguarda la lingua italiana? In questo articolo tenterò di rispondere – in maniera giocoforza selettiva e parziale – a queste domande. Nel farlo, adotterò un punto di vista preciso: quello di chi, in un contesto di formazione universitaria, deve illustrare agli studenti quali strumenti di consultazione, cartacei e online, possono aiutarli a trovare le rese traduttive più efficaci e – più in generale – a migliorare un testo tradotto dal punto di vista stilistico e terminologico. Nelle riflessioni e nella breve rassegna che seguono spero tuttavia di fornire qualche spunto o indicazione utile anche per il traduttore già esperto.

Per non perdermi io stesso, nella navigazione in questo enorme mare di risorse (che comprende dizionari di vario genere, corpora e archivi testuali, piattaforme, ma anche blog e forum di discussione) mi servirò di una bussola, che ricavo dal dibattito in corso negli ultimi anni in lessicografia su quali forme possa assumere il dizionario “del futuro”. Per questo dibattito mi rifaccio in larga parte a due pubblicazioni: la prima, più recente, è un articolo di Enrico Lanfranchi, pubblicato tre anni fa (Lanfranchi 2014), che traccia una storia breve dei dizionari italiani, ripercorre le tappe della crisi dei dizionari cartacei e prefigura le caratteristiche “ideali” del dizionario dell’era digitale; la seconda è un articolo molto meno recente (de Schryver 2003) in cui si enumeravano caratteristiche, vantaggi e desiderata dei dizionari in formato elettronico, mettendoli in rapporto sia con le versioni cartacee sia con le potenzialità offerte dai supporti digitali.

Quali caratteristiche potrà assumere dunque, secondo Lanfranchi, il dizionario del futuro? Per delinearle Lanfranchi parte col notare alcuni cambiamenti di prospettiva già in atto, che citerò telegraficamente ma che meriterebbero tutt’altro spazio e attenzione: i dizionari cartacei sono «in crisi globale, epocale e senza possibilità di ritorno» e gli utenti, specie quelli più giovani, si servono soprattutto, se non esclusivamente, delle versioni digitali, per di più consultate su un dispositivo mobile; il dizionario si sta già trasformando da risorsa «statica e assertiva» a «servizio linguistico orientativo»; infine, la quantità di materiale, di fonti, a disposizione dei lessicografi è aumentata enormemente e i lessicografi dovranno trovare il modo di coniugare il rigore che non può non contraddistinguere un’opera editoriale alla flessibilità richiesta dalle esigenze degli utenti e dalla varietà di supporti.

Ma veniamo agli aspetti o caratteristiche che dovrebbero contraddistinguere una risorsa lessicografica di avanguardia (l’articolo di Lanfranchi, lo ricordo, è del 2014; molti lettori riconosceranno nell’elenco che segue caratteristiche che nel frattempo sono divenute realtà – in tutto o in parte – in vari dizionari e piattaforme online). Il primo aspetto è il progressivo erodersi dei confini che tenevano ben separati dizionari di tipo distinto. Ancora oggi vengono pubblicati, separatamente, vocabolari, dizionari dei sinonimi e contrari, dizionari delle collocazioni e così via. Specie nelle versioni online, tuttavia, queste opere tendono a mescolare sempre più i contenuti, dando all’utente accesso a informazioni (sinonimi, collocazioni, note grammaticali e d’uso) che tradizionalmente andavano cercate altrove.

Altra caratteristica innovativa è data dalle strategie di ricerca consentite dal supporto digitale, che fanno a meno dell’ordine alfabetico e che nei casi più felici dovrebbero consentire all’utente di costruirsi percorsi di ricerca personalizzati (incentrati, ad esempio, sulle informazioni di carattere storico-etimologico oppure sugli esempi d’uso).

Un’ulteriore caratteristica riguarda la possibilità di potenziare la struttura ipertestuale dei dizionari in modo tale da offrire, per l’utente, una «rete concettuale navigabile in superficie ma suscettibile di approfondimento»: ad esempio, per andare esplorare i collegamenti semantici, quelli collocazionali, quelli analogici, ma anche quelli enciclopedici o concettuali. In altre parole, se parto con la ricerca di un lemma, il dizionario mi dovrà portare agevolmente a esplorare il relativo campo semantico, le possibili collocazioni, le polirematiche, i lemmi ad esso legati per analogia e le eventuali voci enciclopediche collegate. Alla base di una risorsa dovrebbe quindi idealmente essere presente una medesima banca dati, che cambierà aspetto in base alle necessità di fruizione dell’utente. A ciò si ricollega direttamente la necessità di adottare interfacce grafiche e ambienti di ricerca che consentano agli utenti di interagire con la risorsa e di vedersi proporre informazioni in linea con quello che cercano: un sinonimo, un traducente, un esempio d’uso, ecc. Siamo, in definitiva, di fronte alla già più volte annunciata liberazione dalla “tirannia della carta”, con la conseguente caduta di molte convenzioni editoriali (dalle abbreviazioni alla concisione delle definizioni) che, storicamente, erano legate alla necessità di risparmiare spazio.

Non essendoci limitazioni di spazio fisico e grazie alla possibilità di offrire contenuti multimediali, il dizionario del futuro potrà, infine, offrire tutta una serie di contenuti che in passato non erano disponibili: materiale audio con la corretta pronuncia dei lemmi, rimandi a illustrazioni e filmati e tavole di flessione. Come si diceva, si tratta di caratteristiche che, prese singolarmente, sono già presenti in molte opere o piattaforme, ma che forse non compaiono ancora come insieme organico in nessuna risorsa attualmente disponibile.

Nel più vecchio excursus proposto da de Schryver (2003) su desiderata e vantaggi dei dizionari elettronici si mettevano già in risalto molte delle potenzialità poi descritte anni dopo da Lanfranchi. In più, de Schryver proponeva una serie di riflessioni che oggi, pur dopo la realizzazione di molti “sogni” del lessicografo, rimangono ancora attuali. Ne riprendo due. La prima riguarda la presentazione e le modalità di fruizione dei contenuti. La digitalizzazione e il ricorso a interfacce grafiche ha sì liberato i dizionari dalle restrizioni di spazio nella presentazione delle informazioni lessicografiche, tuttavia l’assenza di restrizioni comporta la necessità di una maggior attenzione alla selezione e alla disposizione dei contenuti. L’utente, in altre parole, va aiutato a navigare senza confusioni e incertezze nello spazio grafico del dizionario e delle sue componenti e strutture. Dal 2003 a oggi si sono moltiplicate le risorse lessicografiche online, di matrice lessicografica e non, ma questo aspetto sembra spesso essere curato con minore attenzione rispetto ad altri.

Una seconda riflessione di de Schryver riguarda il ruolo e lo status del dizionario come opera editoriale e prodotto culturale: se, in virtù della diffusione del digitale, il dizionario si candida a diventare servizio di consultazione immediata o piattaforma integrata di contenuti eterogenei, saranno gli editori e la comunità degli studiosi disposti a sacrificarne la funzione di «supremo legislatore» (Serianni 2014)? E non potrebbe invece instaurarsi un meccanismo di difesa che porta invece proprio questi ultimi a introdurre con lentezza e gradualità eccessive cambiamenti e innovazione in materia di modelli economici, sistemi di redazione e modelli di fruizione/consultazione da parte degli utenti? Questioni non da poco, che meriterebbero di essere approfondite in altra sede.

Ma veniamo ora a una panoramica sull’esistente. Quali opere o progetti in corso presentano già oggi le caratteristiche e i desiderata illustrati da Lanfranchi e da de Schryver? In ambito italiano non sembra esserci un’unica, singola piattaforma avvicinabile a quello che i due articoli succitati prefiguravano. Esistono tuttavia numerose opere e risorse che, se ricomposte in un mosaico ideale, possono essere viste come singole tessere che vanno a comporre qualcosa di simile a una piattaforma integrata e onnicomprensiva. Di seguito propongo un breve rassegna commentata di queste risorse, muovendomi da quelle di impianto più tradizionale, e realizzate secondo canoni propriamente editoriali e lessicografici, a quelle apparse direttamente in formato digitale, magari al di fuori dei circuiti editoriali consolidati. La mia non vuole essere una recensione estesa e ispirata a criteri di sistematicità e completezza. Mi propongo, piuttosto, di fare qualche segnalazione e di suggerire a chi legge alcuni criteri per poter valutare da solo opere, risorse e strumenti che troverà in Rete.

I dizionari online

Monolingui

Quasi tutti i grandi dizionari monolingui italiani “in volume unico” hanno oggi una versione digitale oltre a quella cartacea. In alcuni casi la versione digitale è a pagamento ed è disponibile su supporto fisico (oggi DVD, in passato CD-ROM) oppure online, come piattaforma web o come app per un dispositivo mobile. In anni recenti la tendenza è a presentare la versione digitale come più ricca, in termini di lemmi, di quella cartacea. Alcuni dizionari di ottima qualità sono liberamente disponibili online. Si tratta generalmente di opere che non partecipano più al gioco al rilancio di edizioni annuali o biennali sempre nuove, fatte uscire magari in coincidenza con l’inizio dell’anno scolastico. Spesso queste opere sono ospitate all’interno di un sito web diverso (ad esempio di un quotidiano), nel quale si ritrovano affiancate a dizionari di altri tipo (bilingui o specializzati). Altri dizionari ancora sono il risultato di progetti non editoriali, nati magari direttamente in rete ad opera di appassionati o di comunità di utenti. Elenco qualche opera (segnalando quali sono quelle disponibili a pagamento):

  • Devoto-Oli (a pagamento): al momento della stesura di questo articolo è in uscita con una nuova edizione (la 2018, curata da Luca Serianni e Maurizio Trifone). Dal materiale promozionale, si apprende che per questa edizione l’opera è stata profondamente rivista tanto nei contenuti che nella presentazione, sia nella versione cartacea che in quella digitale (che è disponibile come app o come piattaforma web): la consultazione all’interno delle voci viene guidata con accorgimenti grafici; specifici riquadri esplicativi accompagnano alcuni lemmi, con indicazioni sulle preferenze stilistiche e sugli errori da evitare; nella versione digitale (più ricca per numero di lemmi, definizioni e locuzioni) la struttura delle singole voci è pensata ad hoc per una visualizzazione su dispositivi a schermo piccolo come tablet e smartphone, si forniscono sinonimi e contrari e, per i verbi, le tabelle di coniugazione. La sensazione generale, insomma, è che l’opera si sforzi di aggiornare presentazione e contenuti nel senso delle caratteristiche di innovatività illustrate sopra.
  • Zingarelli (a pagamento) della Zanichelli: giunto alla edizione 2017, è disponibile oltre che in versione cartacea anche su DVD, come app per dispositivi mobili e in piattaforma web. Nella versione elettronica il dizionario comprende anche il testo integrale del Vocabolario degli Accademici della Crusca del 1612, ricercabile per lemma e a tutto testo, il Dizionario della lingua italiana di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini e l’Enciclopedia Zanichelli (con oltre 70.000 voci). In digitale, ancora, il dizionario contiene file audio per la pronuncia, tavole di flessione e un “analizzatore morfologico”: digitando ad esempio la parola «desti», il dizionario indicherà di quali lemmi e forme la parola è un esempio (seconda persona singolare del passato remoto di «dare», plurale maschile dell’aggettivo “desto”, ecc.). Particolarmente interessante è la maschera per la ricerca avanzata all’interno della versione digitale (su cui ritornerò sotto). Come per il Devoto-Oli, le recenti edizioni dello Zingarelli riflettono un progetto editoriale ispirato allo svecchiamento del dizionario, tanto nella forma quanto nei contenuti. Dello stesso editore (Zanichelli) può essere segnalata anche un’opera destinata esplicitamente a un pubblico di studenti delle scuole, lo Zanichelli junior, interessante anch’esso per l’uso che fa delle potenzialità offerte dal digitale in termini di contenuti aggiuntivi e possibilità di consultazione.
  • Vocabolario italiano Treccani (http://www.treccani.it/vocabolario/ ): è tra le risorse online più popolari e fa parte di una piattaforma elaborata dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana che dà anche accesso liberamente all’Enciclopedia, al Dizionario dei Sinonimi, al Dizionario Biografico degli Italiani e tutta un’altra serie di risorse enciclopediche, tra cui un’Enciclopedia dell’Italiano, un Dizionario Medico e un Dizionario di Filosofia; l’elenco completo è all’indirizzo http://www.treccani.it/enciclopedia/elenco-opere . La qualità lessicografica delle voci del Vocabolario è innegabile. Tuttavia il grosso limite dell’opera sta nelle modalità di consultazione. È possibile ricercare solo i lemmi, e neanche questo tipo di ricerca è agevole immediato se si parte dalla home page della piattaforma: dopo aver digitato la parola da cercare, occorre almeno un altro passaggio per arrivare alla voce completa del vocabolario (a meno di non accorgersi subito del menu a tendina che viene visualizzato terminata la digitazione). Paradossalmente, la ricerca può essere più intuitiva (se non più veloce) quando in Google si digita la parola desiderata seguita da «treccani». Come faceva notare già Lanfranchi (2014), quello adottato della piattaforma Treccani è un modello gratuito misto in cui convivono la raccolta pubblicitaria e la funzione di diffusione culturale propria di un ente nazionale. Nonostante la enorme ricchezza di contenuti, il Vocabolario finisce però con l’assolvere solo a una funzione di ricerca immediata, dato che modalità di consultazione più mirate e avanzate risultano impossibili. La ricchezza di contenuti, inoltre, rischia di passare inosservata per gran parte del pubblico che accede alla piattaforma, e questa stessa ricchezza può essere addirittura di intralcio per chi desidera risposte semplici e mirate. La folta presenza di annunci pubblicitari, infine, potrebbe rivelarsi fastidiosa per molti utenti, ma per altri versi può essere vista come il prezzo da pagare per avere libero accesso ai contenuti del portale.
  • Dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti (http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/): è un ottimo dizionario disponibile nel sito del «Corriere della Sera», con possibilità di consultazione che si limitano alla ricerca dei lemmi. Da segnalare però che la versione in CD-ROM (l’ultima risale a quasi dieci anni fa) offriva modalità di consultazione molto interessanti, all’avanguardia per gli anni in cui l’opera è uscita per la prima volta.
  • Grande dizionario italiano di Aldo Gabrielli, Hoepli (http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano.aspx ): è disponibile gratuitamente sul sito Hoepli; anche qui la ricerca è limitata ai lemmi, più che altro per invogliare all’acquisto. E’ disponibile nel sito della Repubblica, all’indirizzo http://dizionari.repubblica.it/italiano.php.
  • Il Nuovo De Mauro ( https://dizionario.internazionale.it/ ): ospitato all’interno del sito della rivista «Internazionale», si tratta della versione online del Dizionario di italiano compatto di Tullio de Mauro. Consente ricerche molto limitate ma presenta una caratteristica interessante: quando si cerca una parola, si ottengono come risultati sia il relativo lemma sia le polirematiche (ossia le locuzioni di significato unitario) in cui la parola appare. In altre parole, se cerco «perdere» come risultati otterrò la voce del verbo «perdere» più locuzioni come «a perdere», «perdere colpi», «perdere punti» e «vuoto a perdere».
  • Dizionario italiano Garzanti (accessibile dall’indirizzo http://www.garzantilinguistica.it/ ): nella versione gratuita accessibile online il dizionario offre una ricerca per lemmi. Per il lemma cercato è disponibile anche la pronuncia sonora e un eventuale breve elenco di voci correlate. Cercando «pericolo», ad esempio, si ottengono i seguenti lemmi correlati: «polveriera», «difficoltà», «incerto», «tranello», «minacci»; in più, i risultati mostrano anche le voci all’interno delle quali compare il lemma cercato; nel nostro esempio: «rischio», «allarme», «scampare», «salvo».
  • Dizionario italiano a cura del traduttore Enrico Olivetti (dizionario-italiano.it): opera non editoriale che offre definizioni molto scarne ma è ricca di esempi, modi di dire e proverbi; è utile perlopiù a chi impara l’italiano.

Sui contenuti dei vari dizionari elencati fin qui non mi dilungherò oltre. Come è facilmente immaginabile, le opere risultanti da progetti editoriali (anche quando liberamente disponibili online) possono rivelarsi quelle più precise e complete. Se ad esempio cerco la parola «perdente» nel dizionario online di Enrico Olivetti tutto quello che otterrò come definizione sarà «che, o chi, ha perso», mentre una qualsiasi delle opere editoriali menzionerà il significato connotativo e distinguerà tra l’uso come aggettivo e quello come sostantivo. Si veda qui sotto (Fig. 1), ad esempio, la voce del Sabatini Coletti online, molto più informativa. A favore del Dizionario italiano Olivetti, segnalo tuttavia che a fronte di definizioni spesso scarne, per molti lemmi il sito offre tavole di flessione e di coniugazione dei verbi.

Figura 1 – Voce «perdente» nella versione online del dizionario Sabatini Coletti

Un aspetto che può differenziare in maniera significativa le opere e le risorse fin qui elencate è costituito dalle modalità di consultazione, molto limitate nelle opere gratuite e invece generalmente più flessibili e avanzate nelle opere in commercio e più recenti. Per dare un’idea delle varie possibilità, mi rifaccio alla interfaccia di ricerca dello Zingarelli (versione online e in DVD). Nella ricerca di base una parola o una stringa vengono cercate in tutto il dizionario: la ricerca restituisce tutte le occorrenze della parola o stringa, con la specificazione di dove si trovano, cioè se sono nel campo del lemma o in altre parti della voce. Le opzioni di ricerca avanzata consentono di fissare una combinazione di parametri di ricerca per cercare informazioni specifiche. Ad esempio, è possibile cercare la stringa «botte» all’interno del solo campo Locuzioni o nel campo Proverbi. Oppure si può cercare la stringa «aus. Essere» (ausiliare essere) in tutte le voci con categoria grammaticale «v. intrans.>> (verbo intransitivo; Fig. 2). Da una ricerca, inoltre, possono essere escluse determinate voci: ad esempio, le voci che sono rare, o arcaiche, o che contengono (o non contengono) altre specifiche stringhe di testo. I caratteri jolly possono essere usati in combinazione per tutti e tre i tipi di ricerca.

Figura 2 – Piattaforma online dello Zingarelli 2018: ricerca di verbi intransitivi con «essere» come ausiliare

In poche parole, un dizionario digitale dotato di un apposito motore di ricerca offre notevole flessibilità per quanto riguarda le modalità di consultazione, flessibilità che di solito non è garantita da un dizionario che sia sì in formato digitale ma che non consenta ricerche avanzate basate su parametri combinati o sulla possibilità di restringere la consultazione a specifici componenti della struttura delle voci. Come si diceva, sono di solito le versioni a pagamento a offrire tale maggiore flessibilità di consultazione. Per un utente assiduo e specializzato come il traduttore, la spesa per l’acquisto di un’opera in formato digitale può essere ancora giustificata pur in un’epoca in cui la mole di materiale di consultazione liberamente disponibile online è enorme.

Dizionari specializzati

Per dizionari “specializzati” non intendo qui quelli dedicati a un dato ambito disciplinare (economia e finanza, medicina, ecc.) ma quelli che si concentrano su una specifica dimensione semantica o lessico-grammaticale: dalle analogie alle combinazioni lessicale o, come vengono ormai chiamate spesso anche nella lessicografia italiana, «collocazioni». Parto proprio da queste ultime per segnalare le varie opere che sono state pubblicate negli ultimi anni, venendo così a colmare una vistosa lacuna nel panorama degli strumenti di consultazione per la lingua italiana. Il Dizionario delle combinazioni lessicali di Francesco Urzì ha una versione online disponibile a pagamento, così come il Dizionario combinatorio di Vincenzo Lo Cascio. Il Dizionario delle collocazioni di Paola Tiberii – recensito da Carla Marello nel numero 5, 2013, di «tradurre» – era stato pubblicato inizialmente in DVD-ROM oltre che a stampa e ora è anche disponibile nel portale online dei dizionari di Zanichelli, dove può essere consultato con le modalità illustrate sopra. Sempre nel portale di Zanichelli, e a pagamento, è disponibile in versione digitale il Dizionario analogico della lingua italiana di Donata Feroldi ed Elena Dal Pra (recensito anch’esso da Carla Marello in «tradurre», numero 3, 2012). Per completezza segnalo anche il Grande dizionario analogico della lingua italiana di Raffaele Simone (UTET), un’opera imponente che ha anche una versione in CD-ROM, aggiungendo tuttavia che il supporto (e non certo i contenuti) rischia di averlo reso già anacronistico: molti computer portatili ormai non sono più dotati di lettori ottici per dischi.

Cito ancora in questa sezione, e non tra i dizionari monolingui, due opere online di interesse storico. La prima è la versione digitale del dizionario della lingua italiana di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini (http://www.tommaseobellini.it/#/ ), consultabile attraverso un motore di interrogazione appositamente realizzato da Daniele Fusi per l’Accademia della Crusca. Le ricerche possono essere eseguita per lemma, per concordanze, per autori citati nelle voci del dizionario e anche in base a criteri avanzati basati su filtri di vario genere e espressioni regolari. L’altra risorsa di interesse storico-filologico è il Tesoro della lingua italiana delle origini diretto da Lino Leonardi (http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/), vocabolario storico tuttora in corso di redazione, basato a sua volta sul corpus dell’italiano antico curato dall’Istituto Opera del Vocabolario Italiano.

Passando alle opere di matrice non editoriale, trovo interessante il dizionario inverso dell’italiano di Giuliano Merz (all’indirizzo http://www.culturitalia.info/wb1/wb_it.asp), in cui si possono cercare – in un lemmario dichiarato di oltre 123.000 unità – tutte le parole che terminano per la stringa di caratteri indicata dall’utente. Se cerco «sorto», il dizionario mi restituirà tutte le parole che terminano con quella stessa stringa: «esorto», «risorto», «insorto», «assorto»

Per opera dello stesso autore (e presumibilmente sulla base dello stesso lemmario sono disponibili anche due diversi motori di ricerca: uno, Morphemix (http://www.culturitalia.info/wb1/MORF_i.asp) per cercare specifici affissi (infissi, prefissi, suffissi); l’altro, Morphemix III (http://www.culturitalia.info/wb1/sillabe.asp), per cercare parole contenenti specifiche sillabe o combinazioni di sillabe. Un traduttore potrà trovare utili gli uni e l’altro se è alle prese con un testo che abbia particolari pretese formali (allitterazioni, rime, assonanze, ecc.).

Risorse online di vario genere

In questa carrellata finale cito risorse eterogenee che possono essere di interesse per chi voglia approfondire aspetti legati al lessico (anche specialistico) e alla sintassi oppure per chi desideri scovare, servendosi di una guida, ulteriori strumenti e risorse rispetto a quelle qui segnalate. Inutile aggiungere che le mie segnalazioni saranno estremamente selettive. La mole di risorse e siti web è enorme, multiforme e in continua evoluzione, e anche i tentativi di categorizzazione si scontrano con risorse che cambiano fisionomia nel tempo o sfidano le tipologie tradizionali.

Corpora

Nell’accezione moderna del termine un corpus è una raccolta di testi in formato elettronico organizzata secondo determinati principi e rappresentativa di una lingua, di una varietà linguistica o di un genere testuale. Si tratta di uno strumento molto in voga tra i linguisti, che – detto semplicisticamente – lo utilizzano per dare una base empirica alle loro ipotesi sulle caratteristiche e il funzionamento della lingua. In ambito lessicografico possono essere utilizzati come base di partenza per lo spoglio dei significati e per la ricerca di attestazioni d’uso collocazioni ed esempi d’uso. E’ stata soprattutto la lessicografia anglosassone a farne largo uso, a partire dalla pubblicazione, negli anni novanta, del Collins COBUILD English Language Dictionary, il primo dizionario realizzato interamente sullo base di spogli eseguiti su un corpus in formato elettronico: per la lingua inglese da allora praticamente tutti i dizionari dichiarano di essere realizzati a partire da un corpus in formato elettronico.

I corpora non sono strumenti particolarmente amati dai traduttori, i quali tuttavia utilizzano – senza esserne consapevoli – un particolare tipo di corpus, ossia la “memoria di traduzione”, fondato sul principio dell’archiviazione di segmenti testuali in due lingue: debitamente allineati e archiviati dal computer, tali segmenti sono pronti per essere riutilizzati come riferimento o fonte per la traduzione di nuovi segmenti di testo che siano simili a quelli già presenti in archivio.

Va detto subito che, per tutte le lingue e dunque anche per l’italiano, i corpora liberamente disponibili in rete sono quasi sempre frutto di progetti di ricerca: come tali, possono presentare maschere di interrogazione che richiedono determinate conoscenze pregresse, e una certa dimestichezza con la ricerca linguistica, oppure si limitano a rappresentare generi o registri linguistici circoscritti. Ciononostante, possono costituire un utile complemento alle informazioni ricavate da una più generica ricerca eseguita con Google o dai dizionari e dalle risorse di impianto più tradizionale. Segnalo in particolare – e a titolo esemplificativo – due corpora, entrambi legati a progetti di ricerca: il corpus RIDIRE, prodotto da un progetto coordinato dalla Società internazionale di linguistica e filologia italiana, e il corpus PAISÀ, frutto di un progetto coordinato dall’Università di Bologna.

Il primo (disponibile all’indirizzo http://www.ridire.it/) raccoglie testi relativi a una serie di ambiti specifici (tra cui architettura, cinema, sport e religione), con possibilità di restringere le ricerche a uno o più di essi. Tra le varie possibilità di interrogazione del corpus segnalo la differenza sketch tra due lemmi, che permette di confrontare l’uso di due lemmi distinti e indica quali altre parole, e con quali funzioni grammaticali, tendono a combinarsi con l’uno o con l’altro lemma. Ad esempio, se scelgo di confrontare «scopo» e «obiettivo», il sistema mi proporrà una serie di tabelle in cui sono elencati, tra gli altri, gli aggettivi che più di frequente accompagnano «scopo» («estraneo», «precipuo», «statutario», «istituzionale»), quelli più di frequente associati a «obiettivo» («programmatico», «ambizioso», «prioritario», «strategico») e quelli che accompagnano di frequente entrambi i lemmi («preciso», «dichiarato», «principale», «primario»).

Il corpus PAISÀ (http://www.corpusitaliano.it/ ) raccoglie testi tratti dal web protetti da licenze “creative commons”. Ha una maschera di ricerca molto versatile, pur se inizialmente ostica per chi non abbia familiarità con le principali modalità di interrogazione di un corpus. Per dare un’idea delle possibilità di interrogazione, in PAISÀ posso decidere di cercare tutte le occorrenze della voce verbale «veniva» usata in funzione di ausiliare, ossia all’interno di costrutti passivi, oppure posso richiamare tutte le occorrenze di «era» precedute da un clitico per vedere come si distribuiscono nel corpus le due forme «c’era» e «vi era».

Concludo questa sezione con un cenno ad alcuni motori di ricerca che danno accesso a corpora multilingui di testi già allineati, utili per il reperimento sia di traducenti che di esempi di uso. Il portale Reverso (http://www.reverso.net/), ad esempio, offre la possibilità di cercare traducenti e poi di allargare il quadro dei risultati a contesti d’uso recuperati da corpora di testi bilingui allineati frase per frase, in genere costruiti sulla base di testi tradotti e liberamente disponibili in rete. Nella ricerca dei contesti d’uso, caratteristica interessante di Reverso è la possibilità restringere la visualizzazione dei risultati a singoli specifici traducenti della parola che ho cercato (Fig. 3).

Figura 3 – Visualizzazione dei contesti d’uso del traducente «valutazione» (per examination) in Reverso

La mole di esempi che ottengo in questo tipo di ricerche è vastissima (molto più grande di quella che potrebbe propormi qualsiasi dizionario) ma va ricordato che gli esempi potrebbero essere legati primariamente al tipo di testi che il corpus bilingue di fatto rappresenta o, al limite, essere tratti da traduzioni non verificate o di scarsa qualità. In breve, la ricerca potrebbe soffrire dell’assenza dei filtri che un buon dizionario dovrebbe offrire.

Caratteristiche simili a quelle di Reverso sono rintracciabili in diversi altre risorse online, alcune delle quali saranno probabilmente già ben note ai lettori, come Glosbe (https://glosbe.com/ ), Linguee (http://www.linguee.it/ ) e Bab.la (http://it.bab.la/).

In linea generale, l’aspetto di maggior interesse di questo tipo di risorse sta nel loro carattere ibrido: non più, o non solo, dizionari ma anche enormi prontuari di esempi e contesti d’uso, in taluni casi variamente integrati da altri contenuti e funzionalità (dalla pronuncia dei lemmi al correttore ortografico, alle tabelle di coniugazione dei verbi).

Blog e forum

Chiudo la carrellata di risorse online con qualche cenno telegrafico a siti, blog e forum che trattano di questioni linguistiche e che a loro volta potranno rimandare i lettori a risorse analoghe a quelle descritte qui. Parto dall’Accademia della Crusca: la parola «petaloso» è assurta agli onori della cronaca nel 2016 anche grazie all’intelligente tentativo dell’Accademia della Crusca di svecchiare i canali di comunicazione con il pubblico affidandosi a Twitter e a Facebook, oltre che al forum di consulenza linguistica già da tempo presente nel suo sito. Un interessante blog (all’indirizzo http://cortmic.myblog.it/) che unisce rigore accademico e attenzione ai risvolti delle questioni linguistiche nel dibattito pubblico e nei rapporti tra governo e cittadini è quello di Michele Cortelazzo, di cui segnalo anche la pagina Facebook Sentieri della lingua. Infine, vale decisamente la pena visitare periodicamente il blog Terminologia etc. di Licia Corbolante (http://blog.terminologiaetc.it/) che tratta di questioni legate alla terminologia, alla comunicazione interculturale e in particolare all’influsso dell’inglese nell’italiano specialistico e pubblicitario.

Conclusioni

E wordreference.com? Lo citavo all’inizio come il preferito degli studenti e fin qui non ne ho parlato. In effetti, per quanto riguarda l’italiano, il sito offre gratuitamente un dizionario monolingue dai contenuti rispettabili (si tratta, in pratica, di una versione ridotta di una vecchia edizione del Devoto-Oli di Le Monnier). Ma una delle ragioni per cui gli studenti sembrano aver eletto questo sito come loro scelta preferenziale è forse da ricercare in tre fattori: la facilità d’uso, l’accesso a dizionari in un ampio ventaglio di combinazioni linguistiche e la possibilità di intervenire nei forum per porre domande e avanzare richieste d’aiuto su questioni di carattere linguistico. Tutte e tre le caratteristiche rientrano tra quelle che citavo all’inizio come le caratteristiche del dizionario del futuro. In molti degli strumenti e delle risorse sommariamente illustrati sopra la tendenza è proprio quella a combinare materiali e possibilità di consultazione di vario tipo, ponendo l’accento di volta in volta su caratteristiche e funzionalità specifiche: la profondità “enciclopedica” nel portale Treccani, la flessibilità di fruizione delle opere Zanichelli, l’apertura alla Rete nei corpora e nei motori di ricerca come quelli di Reverso. Difficile prevedere se nel futuro qualche proposta editoriale sul mercato italiano riuscirà a ricomprendere queste varie caratteristiche in un’unica piattaforma. Un progetto che già oggi sembra provarci è Ubidictionary, piattaforma del Gruppo Meta (https://www.ubidictionary.com/it/home) che si propone come punto di accesso a una vasta gamma di dizionari mono- e bilingui. Pensato per un pubblico di addetti ai lavori – dai traduttori agli utenti in ambiti scolastici, accademici e istituzionali – Ubidictionary offre modalità di acquisto innovative (per piani di abbonamento) e fruizione dei contenuti attraverso un’interfaccia unificata. Se un gruppo nutrito di traduttori e altri utenti “professionali” sceglierà di affidarsi a una piattaforma chiusa di questo genere, preferendola al mare agitato ma aperto e sconfinato di Google, resta tutto da vedere.

Testi citati

de Schryver 2003; Gilles-Maurice de Schryver, Lexicographers’ dreams in the electronic-dictionary age, «International Journal of Lexicography», 16(2), pp. 143-199

Lanfranchi 2014: Enrico Lanfranchi, Il rinnovamento del vocabolario. Dalla crisi della carta alle potenzialità nuove dell’era digitale, in L’editoria italiana nell’era digitale. Tradizione e attualità, a cura di Claudio Marazzini, ebook, Accademia della Crusca, 2008 (http://www.edizionidicrusca.it/scheda.asp?IDV=484)

Serianni 2014: Luca Serianni, risposte alle Interviste ai lessicografi italiani, in Lanfranchi 2014

Ringraziamenti

Ringrazio Gabriella Bacchelli, per avermi segnalato l’articolo di Enrico Lanfranchi e per altri spunti che mi hanno aiutato nella stesura di questo articolo, e Giulia Iannuzzi per avermi fatto conoscere alcune delle risorse qui illustrate.