Categoria: Numero 16 (primavera 2019)

Un anno con Darwin

di Piernicola D’Ortona e Maristella Notaristefano

autori, insieme a Paola Mazzarelli, di Janet Browne, Darwin. L’evoluzione di una vita, Milano, Hoepli, 2018 (da Charles Darwin. A Biography, Vol. 1, Voyaging; Vol. 2, The Power of Place, New York, Alfred A. Knopf, 1995-2002)

Quando s’imbarcò sul Beagle per il viaggio che lo avrebbe portato in giro per il mondo, Charles Darwin aveva ventidue anni. A Edimburgo, più che agli studi di medicina, s’era dedicato a coltivare curiosità naturalistiche. Altrettanto aveva fatto a Cambridge, dove il padre Robert l’aveva mandato perché diventasse pastore anglicano. Amava cavalcare e andare a caccia di pernici, lepri e fagiani oppure di insetti, da entomologo in erba ma agguerrito qual era. Insomma, alla partenza dall’Inghilterra, Darwin era un naturalista dilettante e immaginava che al ritorno sarebbe diventato un curato di campagna, con tanto tempo libero per i suoi disparati interessi.

Curzio Malaparte

di Franco Baldasso | Parlare di Curzio Malaparte come mediatore della letteratura tedesca in Italia ha del paradosso. Pochi scrittori italiani, non solo nel Novecento, sono stati così ostinatamente, così ostentatamente antitedeschi. Eppure le sue prese di posizione polemiche, le sue stroncature sia politiche che letterarie rivelano se non una conoscenza specialistica, un’inesausta e non superficiale attenzione verso i movimenti politico-culturali a nord delle Alpi e un’apertura ai nuovi avvenimenti nella letteratura in lingua tedesca, profondamente diversa da quella degli altri intellettuali italiani nel periodo tra le due guerre.

I passi del traduttore: foreste, radure e terreni carsici

di Laura Bortot

Autrice di Leta Semadeni, Tamangur, Bellinzona, Edizioni Casagrande, 2017 (da Tamangur, Zürich, Rotpunktverlag, 2015)

Tamangur: fin dal titolo il primo romanzo di Leta Semadeni, poetessa grigionese, proietta il traduttore in luoghi sonori e immaginifici inconsueti. Le due “a” del nome di questa selvaggia foresta di pini cembri evocano luminosità e spazi aperti che subiscono poi una progressiva riduzione, incuneandosi con rifrazioni sempre più cupe nella “u” della sillaba finale. I passi del traduttore si muovono tra questi chiari e scuri, tra i varchi inattesi e gli anfratti spigolosi della lingua di Semadeni.

Giaime Pintor

di Stefania De Lucia |

L’interesse di Giaime Pintor per la lingua e la cultura tedesca affonda le radici nell’infanzia ed è riconducibile alla passione familiare per la radio e per la musica, in particolare per Schubert, Beethoven e Wagner. Anche in età adulta la musica resta ai suoi occhi un’arte nella quale, a differenza di quanto avviene nella parola scritta, i paesi di lingua tedesca conservano memoria dei più alti valori civili, senza piegarli alle nuove ideologie politiche.

Debussy cronista e critico musicale

di Anna Battaglia

autrice di Claude Debussy, Monsieur Croche. Tutti gli scritti, a cura di Enzo Restagno, Milano, Il Saggiatore, 2018 (da Claude Debussy, Monsieur Croche et autres écrits, Introduction et notes de François Lesure, édition revue et augmentée, Paris, Gallimard, 1987 (prima edizione 1971)

Il Monsieur Croche del Saggiatore è la prima traduzione italiana dell’edizione del 1987, la raccolta integrale, in ordine cronologico e senza rettifiche, di tutti gli articoli del Debussy giornalista e critico musicale, apparsi su periodici tra il 1901 e il 1914, e di quasi tutte le interviste da lui concesse.

Alla concentrata e asettica raccolta del 1921 succede la versione grezza senza revisioni di tipo

Cristina Campo

di Flavia Di Battista | L’immagine che di Cristina Campo restituisce la critica – rimasta a lungo appannaggio quasi esclusivo di chi le era stato amico – è quella di una donna orgogliosamente situata ai margini del sistema letterario contemporaneo. Molti elementi contribuiscono alla costruzione di questo ritratto: dichiarazioni programmatiche come quella posta in calce a Il flauto e il tappeto:

Lascia fare al traduttore

di Elisa Tramontin

autrice di Mario Levrero, Lascia fare a me, Roma, La Nuova Frontiera, 2018 (da Dejen todo en mis manos, Herederos de Jorge Mario Varlotta Levrero, 1996)

Il raro, lo “strano” Levrero. Scrittore, enigmista, libraio, fotografo, instancabile lettore di gialli, fanatico di Kafka e Raymond Chandler… Di per sé la biografia di Mario Levrero predispone alla sfida. Un “romanzetto”, come lui stesso lo definisce, di una settantina di cartelle, apparentemente semplice, ma chi traduce sa bene quanto dietro l’apparente semplicità si annidino le più pericolose insidie…