Categoria: Numero 19 (autunno 2020)

La fille prodige della traduzione

GIOVANNA BEMPORAD DA OMERO A RILKE E RITORNO

di Flavia Di Battista | In una lunga intervista rilasciata nel 2008 Giovanna Bemporad ricorda con orgoglio i suoi esordi di traduttrice, frutto della «scoperta che un uomo maturo, com’era Carlo Izzo, ha fatto di una ragazzina quindicenne straordinaria, che traduceva tutti i grandi classici da tutte le lingue con una bravura da superare quella di tanti traduttori già famosi e conosciuti, tanto che si era sparsa la voce, si diceva, Traverso, Praz e Manacorda, eccetera: “Sì, ma quella li batte tutti”. Correva questa voce, no, che io ero più brava di tutti» (Bemporad 2011, 15). L’incontro con Izzo, che a quel tempo lavora sia come traduttore dall’inglese che come insegnante, avviene in un’aula scolastica e dà origine

Salvare le ossa della traduzione

di Alberto Prunetti |

autore di D. Hunter, Chav. Solidarietà coatta, Roma, Edizioni Alegre, 2020 (da Chav Solidarity, 2018; Active Distribution, 2019)

Chav Solidarity di D. Hunter l’ho scoperto su Working Class Literature, un profilo twitter che diffonde contenuti sulla narrativa inglese della classe lavoratrice. Lo seguo con interesse per la mia collana editoriale dedicata alle scritture working class. Ho fatto qualche ricerca. Il libro era un’opera autoprodotta scritta da un coatto di mezz’età di Nottingham e parlava delle sue esperienze negli strati più bassi della catena alimentare del capitalismo, dove se l’era cavata con parecchie ammaccature vivendo in un’economia informale fatta di lavoro sessuale, spaccio e furti.

Alla vicina distanza

di Sara Ventroni |

autrice di Walt Whitman, Contengo moltitudini, Ponte alle Grazie, Milano, 2020 (da Leaves of grass, Deathbed Edition, https://whitmanarchive.org/published/LG/index.html)

Il titolo scelto per questo tascabile florilegio, Contengo moltitudini, è un omaggio alla natura incontenibilmente espansiva del poeta di Mannahatta (I am large, I contain moltitudes) ma anche il giocoso biglietto da visita dell’antologia: nello spazio ristretto di novantacinque pagine ho infatti cercato di offrire una selezione quanto più varia – le «moltitudini» di intonazioni e di umori – delle Leaves of Grass, l’opera che per trentasei lunghi anni cresce intorno all’esistenza di Walt Whitman come un’ostinata rampicante sempreverde.

Una voce femminista dalla Romania del passato

di Luisa Valmarin |

autrice di Sidonia Drăgușanu, La signora dagli occhiali neri, Roma, Elliot, 2020 (da Doamna cu ochelari negri, Nuvele, Timișoara, Hyperliteratura, 2017; I ediz.: București, Editurs pentru Literatură, 1974)

Quando mi è stato proposto il volume di novelle di Sidonia Drăgușanu, a convincermi non è stato solo il loro intrinseco valore letterario, ma anche il fatto che l’autrice è stata parte di un piccolo, ma vivace manipolo di scrittrici femministe capaci di far sentire la loro voce sonora e agguerrita in un ambiente non propriamente emancipato come la Romania degli anni quaranta prima e del periodo postbellico poi.

Il giusto peso della traduzione

di Ilaria Piperno |

autrice di Annelise Heurtier, La ragazza con le scarpe di tela, Roma, Gallucci, 2020 (da La fille d’avril, Bruxelles, Casterman 2018)

Uno degli insegnamenti dell’etica ebraica è quello di dare il giusto peso alle esperienze della vita: né troppo, né poco, la sfida è saper dare il peso giusto. Traducendo i libri di Annelise Heurtier mi è capitato di ripensare a questo concetto. Come tradurre una lingua dal peso così specifico, calibrato, nella quale la bilancia non pende mai verso un sentimentalismo scontato né verso una semplificazione eccessiva?

La Heimat del traduttore

di Giovanna Granato |

autrice di Nora Krug, Heimat, Torino, Einaudi Editore, 2019 (da Belonging, New York, Scribner, 2018)

Il mio studio è tappezzato di libri. Sulla parete sinistra, ad altezza d’occhio, ci sono tutte le traduzioni che ho fatto finora. Ogni volta che le guardo penso che ciascuno di quei libri, insieme alla sua storia, racconta qualcosa della mia.

Spostare la prospettiva

di Pietro Deandrea |

autore di Per terra e per mare: Poesie per chi è in cerca di rifugio, di AA. VV., Leicester, CivicLeicester, 2020 (ed. orig. Over Land, Over Sea: Poems for Those Seeking Refuge, a cura di Kathleen Bell e altri, Nottingham, Five Leaves, 2015)

Da qualche anno organizzo un seminario facoltativo per gli studenti del corso di Letteratura Inglese Magistrale in Traduzione, al Dipartimento di Lingue di Torino. Il relativo corso è già piuttosto seminariale, visto che la traduzione letteraria non si può insegnare in modo completamente frontale e necessita di riflessione collettiva attraverso uno scambio reale (cosa che la DAD non potrà mai davvero sostituire). Ma il seminario lo batte: ci si mette a tradurre il testo prescelto come se dovesse uscire domani, ma su certe parole si rimane a discutere anche per mezzora.

La recensione / 1 – Una poesia dieci traduzioni

di Eleonora Gallitelli |

A proposito di: John Keats, All’autunno, a cura di Edoardo Zuccato, Modena, Mucchi, 2019, pp. 80, € 8,00; Arthur Rimbaud, Il battello ebbro, a cura di Ornella Tajani, Modena, Mucchi, 2019, pp. 80, € 8,00; William Shakespeare, Sonetto XLIII, a cura di Chiara Lombardi, Modena, Mucchi, 2019, pp. 80, € 8,00; Walt Whitman, O Capitano! Mio Capitano!, a cura di Franco Nasi, Modena, Mucchi, 2019, pp. 80, € 8,00

All’iniziativa di Antonio Lavieri, francesista attivo nel campo degli studi sulla traduzione nonché promotore e curatore dell’opera di grandi teorici della traduttologia come Emilio Mattioli e Jean-René Ladmiral, si deve il lancio di due collane per Mucchi Editore che affrontano il «problema del tradurre» (dal titolo di una raccolta di Mattioli curata da Lavieri nel 2017: Il problema del tradurre (1965-2005), Mucchi) da due prospettive diverse e complementari.

La recensione / 2 – Lo scrittore-traduttore

di Luca Zuliani |

A proposito di: Pietro Benzoni, Versioni d’autore, in prosa e in versi. Lingua e stile delle traduzioni novecentesche, Firenze, Franco Cesari Editore, 2018, pp. 233, € 20,00

Il volume è una raccolta di saggi, ma ha una struttura precisa e compatta. Prende in esame le traduzioni in italiano delle opere di cinque autori capitali della letteratura francese fra Otto e Novecento (Flaubert, Zola, Céline, Proust e Baudelaire) e si concentra su un particolare tipo di traduttore novecentesco: quella «figura di poeta che è insieme traduttore e critico»

La recensione / 3 – Dalla traduzione come atto creativo alla traduzione professionale

di Mario Marchetti |

A proposito di: La letteratura tedesca in Italia. Un’introduzione (1900-1920), a cura di Anna Baldini, Daria Biagi, Stefania De Lucia, Irene Fantappiè e Michele Sisto, Macerata, Quodlibet, 2018, pp. 320, € 22,00

Il titolo che abbiamo scelto per questa recensione del saggio collettivo La letteratura tedesca in Italia. Un’introduzione (1900-1920) vuole portare l’attenzione su uno in particolare dei tanti aspetti di questo prezioso libro dovuto all’agguerrita collaborazione di Anna Baldini, Daria Biagi, Stefania De Lucia, Irene Fantappiè e Michele Sisto.