La traduzione di opere straniere e la storiografia italiana

INTRODUZIONE AGLI ATTI DELLA GIORNATA DI STUDI, BERGAMO 30 GENNAIO 2019

di Giovanni Scirocco

Per un lavoro serio, ci vuole gente seria
Leone Ginzburg, a proposito del lavoro di traduttore

Quelli che presentiamo in questa sezione sono gli Atti del seminario di studi dal titolo La traduzione di opere straniere e la storiografia italiana del Novecento tenutosi il 30 gennaio 2019 presso l’Università degli Studi di Bergamo, nell’ambito delle iniziative previste dal progetto di eccellenza su Digital Humanities e Studi sulla traduzione del Dipartimento di Lingue, letterature e culture straniere della medesima Università.

Mi corre quindi l’obbligo, innanzitutto, di ringraziare la Direttrice del Dipartimento, professoressa Rossana Bonadei, per aver sostenuto la proposta del Seminario, rendendone possibile lo svolgimento; il dott. Massimiliano Vaghi, la cui collaborazione è stata indispensabile per la sua realizzazione; la professoressa Benedetta Calandra e il prof. Roberto Pertici, che hanno presieduto le due sessioni di discussione; tutti gli amici e colleghi che vi hanno partecipato.

Infine, un ringraziamento particolare a Gianfranco Petrillo, con cui abbiamo discusso inizialmente progettato questo seminario, pensando a Gigliola Venturi (ma anche ad altre compagne di illustri storici ed eccellenti traduttrici, come Emma Mezzomonti e Simona Martini).

Non è stato peraltro semplice delineare, come abbiamo tentato di fare, un quadro dei rapporti tra storiografia e traduzione. Tanto più sono grato ai relatori, cui abbiamo chiesto non solo di intervenire sull’argomento da loro scelto, ma anche di riflettere sul tema nel suo complesso (cosa che è avvenuta anche nelle discussioni a tavola, ma non solo…).

In particolare, per la storia contemporanea, pochi sono stati gli studiosi che se ne sono occupati e perlopiù in riferimento alla storia di importanti case editrici come Einaudi o Laterza e alle loro collane storiche (Turi 1990; Mangoni 1999; Croce, Laterza 2004-2009; Munari 2011; Munari 2013; Munari 2016). Le uniche opere specifiche sull’argomento riguardano il periodo fascista: non casualmente, per l’irrompere della società di massa e, contemporaneamente, della censura, ma fanno riferimento soprattutto alle traduzioni letterarie (Ferrando 2019; Ferrando 2019a; Rundle 2019).

Christopher Rundle, che ha partecipato al nostro seminario, è anche tra i promotori di un’interessante iniziativa, la History and Translation Network (historyandtranslation.net) con lo scopo dichiarato di sviluppare la riflessione su questi temi, creando una rete e sviluppando i contatti tra storici e traduttori. Un’iniziativa certamente opportuna, da allargare magari anche alle case editrici e ai loro editors di saggistica, anche per capire i criteri sulla base dei quali si decide cosa tradurre.

Secondo le statistiche dell’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori (AIE) nel 2018 in Italia erano state pubblicate 78.785 opere, tra novità e nuove edizioni (il dato è rimasto sostanzialmente stabile nel 2019, a fronte però di un incremento del 3% del fatturato delle case editrici). Le traduzioni sono state il 13,5% (quindi circa 10mila), il 10% in meno rispetto al 2004, anche se i titoli stranieri vendono in media il doppio di quelli italiani. Sarebbe interessante conoscere i dati disaggregati relativi alla saggistica storica, ma non è stato possibile reperirli. E’ vero comunque che se la saggistica vende in assoluto poco, il suo mercato registra un lieve aumento (nell’ordine del 5% circa). Peraltro, i motivi per cui si traduce poco sono abbastanza noti: tradurre costa, anche se i traduttori sono pagati poco. Inoltre, a differenza di quanto avviene in altri paesi (Germania, Francia, Svizzera, Norvegia), in Italia non esiste alcuna forma di sostegno pubblico alle traduzioni in italiano, mentre si preferisce sostenere (poco) la promozione del libro italiano all’estero (e, a dir la verità, l’incremento costante della vendita all’estero dei diritti dei libri italiani sembra, in certo qual modo, dar ragione a questa politica).

In ogni caso, tutte questioni meritevoli di ulteriori considerazioni e riflessioni, che ci auguriamo sia possibile sviluppare in una prossima occasione, non troppo lontana nel tempo.

Bibliografia

Croce, Laterza 2004-2009: Benedetto Croce e Giovanni Laterza, Carteggio 1901-1943, 4 volumi, a cura di Antonella Pompilio, Roma-Bari, Laterza

Ferrando 2019: Anna Ferrando, Stranieri all’ombra del duce. Le traduzioni durante il fascismo, a cura di Anna Ferrando, Milano, FrancoAngeli

– 2019a: Anna Ferrando, Cacciatori di libri: gli agenti letterari durante il fascismo, Milano, FrancoAngeli

Mangoni 1999: Luisa Mangoni, Pensare i libri. La casa editrice Einaudi dagli anni Trenta agli anni Sessanta, Torino, Bollati Boringhieri

Munari 2011: I verbali del mercoledì. Riunioni editoriali Einaudi 1943-1952, a cura di Tommaso Munari, Torino, Einaudi

– 2013: I verbali del mercoledì. Riunioni editoriali Einaudi 1953-1963, a cura di Tommaso Munari, Torino, Einaudi

– 2016: Tommaso Munari, L’Einaudi in Europa, 1943-1957, Torino, Einaudi

Rundle 2019: Christopher Rundle, Il vizio dell’esterofilia. Editoria e traduzioni nell’Italia fascista, Roma, Carocci (tr. it. di Maurizio Ginocchi da Christopher Rundle, Publishing Translation in Fascist Italy, Oxford, Peter Lang, 2010)

Turi 1990: Gabriele Turi, Casa Einaudi. Libri uomini idee oltre il fascismo, Bologna, il Mulino