
GADDA E LA LETTERATURA DI LINGUA INGLESE di Carolina Rossi | Per una serie di motivazioni valutare gli esiti e le circostanze dell’attività traduttiva di Carlo Emilio Gadda richiede di confrontarsi con un campo d’indagine complesso e composito. La prima ha a che vedere con l’orizzonte entro cui si collocano le proposte di traduzione che Gadda riceve: tra gli anni trenta e cinquanta è coinvolto in diverse operazioni promosse da editori, critici e collaboratori editoriali che partecipano al suo progressivo riconoscimento nel circuito letterario e culturale del tempo e che, sulla base di strategie più o meno consapevoli, lo invitano a partecipare a numerose iniziative editoriali. Le traduzioni che Gadda accetta di realizzare interessano le letterature di lingua francese, tedesca, spagnola e inglese: lingue con cui ha un diverso grado di dimestichezza e che, in alcuni casi, non legge in originale, ricorrendo alle traduzioni francesi. La maggior parte di queste proposte rimane irrealizzata per l’insorgere di altri impegni, per circostanze esterne o per il venir meno dell’interesse dello scrittore. Solo due saranno i volumi effettivamente tradotti da Gadda: L’agente segreto di Joseph Conrad (Bompiani, 1953) e La verità sospetta di Juan Ruiz de Alarcón (ERI, 1957). Le collaborazioni ad antologie e i contributi pubblicati su rivista lo impegneranno invece con due traduzioni dal francese (di cui solo la prima è presente in Isella 1993, 1148-1150), due dallo spagnolo (v. Vela 1993; Benuzzi Billeter 2005), una dal tedesco (v. Checola 2014, 193) e una dall’inglese (Isella 1993, 1167-1169).