Categoria: Numero 19 (autunno 2020)

La recensione / 4 – Un laboratorio a tre dimensioni

di Alice Gardoncini |

A proposito di: Cesare Cases, Laboratorio Faust. Saggi e commenti, a cura di Roberto Venuti e Michele Sisto, Macerata, Quodlibet, 2019, pp. 573, € 32,00

Se l’essenza di un mito non risiede nella sua origine ma coincide invece con la storia e con le tappe della sua stessa elaborazione, allora Laboratorio Faust contribuisce in modo decisivo, e si potrebbe dire programmatico, alla ricostruzione di ciò che il capolavoro goethiano ha significato per la seconda metà del Novecento italiano.

In un’intervista del 1971 Cesare Cases, rievocando la tavola rotonda in cui si presentava al pubblico la traduzione italiana di Franco Fortini del 1970, riferiva che tra i critici tedeschi circolava un diffuso stupore «per il fatto che simili traduzioni rivelano la possibilità per noi [italiani], di un rinnovato contatto con testi che sembrano non dir più nulla alle nuove generazioni in Germania» (p. 178). Affermazione che se inizialmente può a sua volta stupire, dà in realtà voce al ben noto fenomeno secondo il quale alcuni capolavori del passato raggiungono maggior leggibilità all’estero, dove tradurli, e soprattutto ritradurli, periodicamente è un’operazione che non ha bisogno di essere legittimata. E dà conto al contempo di come Cases ritenesse di avere un punto di osservazione privilegiato sul Faust.

La recensione / 5 – La traduttologia di Michel Ballard

di Frédéric Ieva

A proposito di: Au cœur de la traductologie. Hommage à Michel Ballard, a cura di Lieven D’hulst, Mickaël Mariaule e Corine Wecksteen-Quinio, Arras, Artois Presse Université, 2019, pp. 336, € 24,00

Michel Ballard è stato uno dei più convinti assertori della traduttologia in Francia: per buona parte della sua esistenza si è impegnato (pur senza riuscirci pienamente, come afferma Astrid Guillaume nel saggio La sémiotraductologie ou le transfert du sens implicite, pp. 203-220) per affrancarla dalla linguistica e dalla letteratura comparata e per trasformarla in una disciplina autonoma all’interno del sistema universitario transalpino. Il volume qui recensito è il frutto di un convegno tenutosi ad Arras l’8-10 giugno 2016, poco dopo

La recensione / 6 – Un osservatorio privilegiato sull’editoria italiana

di Bruno Maida |

A proposito di: Anna Ferrando, Cacciatori di libri. Gli agenti letterari durante il fascismo, Milano, Franco Angeli, 2019, pp. 304, € 37,00

Più che una storia degli agenti letterari italiani durante il fascismo, come lascerebbe intendere il sottotitolo, il libro di Ferrando è un’accurata ricostruzione delle vicende dell’Agenzia letteraria internazionale (Ali), dalla sua fondazione nel 1898 agli anni immediatamente successivi al secondo dopoguerra. A crearla e guidarla per mezzo secolo fu Augusto Foà, affiancato, tra le due guerre, dal figlio Luciano il quale, alla morte del padre nel 1948, ne prese la guida fino al 1951 quando, divenuto segretario generale di Einaudi, la lasciò in mano a

La recensione / 7 – Libri, editoria e traduzioni durante il fascismo

A proposito di: Stranieri all’ombra del duce. Le traduzioni durante il fascismo, a cura di Anna Ferrando, Milano, Franco Angeli, 2019, pp. 346, € 40,00, di Bruno Maida |

Milano, capitale transnazionale del libro fra le due guerre è il titolo del convegno (Milano, 18-19 ottobre 2017) di cui questo volume raccoglie gli atti, con un’introduzione di Albertina Vittoria. Dai saggi emerge un ricco e approfondito quadro del processo culturale di sviluppo e innovazione che negli anni Venti e Trenta ebbe in Milano la sua vera e propria capitale, «luogo imprenditoriale e culturale della modernità», come sottolinea Edoardo Esposito nelle conclusioni (p. 315).

 

Le segnalazioni

Piernicola D’Ortona A proposito di: Giaime Pintor, La responsabilità dell’intellettuale. Scritti 1939-1943, a cura di David Bidussa, Torino, Nino Aragno, 2019, pp. 139, € 15,00 Più che per ricostruire la parabola di traduttore descritta da Giaime Pintor, la raccolta di…

La citazione – La traduzione è un passatempo

DEDICATO A QUELLI CHE CI CAMPANO (O QUASI) di Ernst Jünger […] gehörte die Übersetzung seit jeher zu den höheren Formen des Zeitvertreibs. Immerhin wird die Passion des Übersetzers sich erst entfalten an einem Stoff und einen Autor, für die…

Reminiscenze e borbottii / 13

Il vecchio lettore |

Questa volta per prima cosa il vecchio lettore deve cospargersi il capo di cenere e chiedere umilmente scusa ai giovani e non giovani lettori. Nell’ultimo numero di «tradurre» si è sbilanciato ad attribuire l’avverbio endecasillabico «precipitevolissimevolmente» niente di meno che a Dante Alighieri (sarebbe lui l’«esponente dell’avanguardia primotrecentesca» ecc.). Ha fatto cioè una cosa che un vecchio lettore ormai dovrebbe ritenere idiota: si è fidato della memoria, che gli ha fatto collocare in Malebolge ciò che invece