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Enrico Rocca

Gorizia, 10 gennaio 1895 – Roma, 20 luglio 1944

di Stefania De Lucia |

Nato in una Gorizia ancora parte del territorio asburgico, Enrico Rocca cresce bilingue per decisione della madre che sogna per lui «un futuro da maestro, che in Austria era pagato bene, o un tranquillo seggio di giudice» (Rocca 1964, 43; cfr. anche Lunzer 1996a ). Enrico non apprezza i metodi didattici della k. k. Staats- Oberrealschule, la scuola imperialregia che sua madre ha scelto per lui e dalla quale viene espulso a causa dei contrasti con un insegnante.

Reminiscenze e borbottii / 11

Il vecchio lettore / 11 |

Il vecchio lettore non crede ai suoi occhi. Eppure c’è scritto proprio così:

Quella che stiamo vivendo non è solo una rivoluzione tecnologica fatta di nuovi oggetti, ma il risultato di un’insurrezione mentale. Chi l’ha innescata – dai pionieri di Internet all’inventore dell’iPhone – non aveva in mente un progetto preciso se non questo, affascinante e selvaggio: rendere impossibile la ripetizione di una tragedia come quella del Novecento.

Il correttore

LEONE GINZBURG E LA TRADUZIONE DA LETTERALE A EDITORIALE

di Giorgio Ferri |

Leone Ginzburg era traduttore per costituzione. Dovette presto imparare a tradursi e presto tradurre i nuovi segni che via via si disponevano attorno a lui. Era un ebreo nato sul Mar Nero, a Odessa, figlio di russi; ma il padre Fëdor Nikolaevič aveva parenti in Italia. E in Italia, anzi in Toscana, i Ginzburg venivano in vacanza e Leone vi orecchiava la lingua. Poi la studiò, a Viareggio. Fu a Torino per un breve tratto, e ricongiuntosi coi suoi proseguì gli studi a Berlino. Due anni dopo, nel 1924, si stabilì a Torino, dentro l’Italia fascista e con un poderoso vaccino contro la cultura d’accatto,

Che ti dice la patria? / 1

PRIME VERIFICHE INTORNO A UNA NOTA FRASE DI CESARE PAVESE, OVVERO TRADUTTORI E TRADUTTRICI DI NARRATIVA NEL “DECENNIO DELLE TRADUZIONI”

di Gianfranco Petrillo | Due giovani americani percorrono in macchina l’Aurelia lungo la Riviera ligure, da La Spezia a Ventimiglia. Provengono dall’Emilia. Scendendo dalla Cisa verso il mare, un uomo in camicia nera è riuscito a imporre la sua presenza sul predellino (le auto di allora lo avevano) per ottenere un passaggio per un certo tratto, ringraziando poi asciuttamente, senza la cerimoniosità propria degli italiani. I due giovani si fermano due volte a mangiare. Alla Spezia le due ragazze della trattoria cercano di adescarli

Il traduttore romanzesco

di Mario Marchetti

Scrittore e traduttore sono profili che spesso, oggi come ieri, si trovano a coesistere nel medesimo soggetto. Ma solo in tempi recenti lo scrittore ‒ e tanto più ciò vale per chi possiede come proprio strumento una lingua non dominante o appartiene a una cultura non egemonica ‒ si è narrativamente riverberato in questa figura, cimentandosi col prisma visuale del traduttore, ponendosi domande e esplorando nuovi orizzonti in virtù di tale suo alter ego sostituto, nobile – bisogna dire – pur nel suo rango defilato. E così va emergendo nella narrativa il personaggio di quel contrabbandiere di cultura che è il traduttore:

Curzio Malaparte

di Franco Baldasso | Parlare di Curzio Malaparte come mediatore della letteratura tedesca in Italia ha del paradosso. Pochi scrittori italiani, non solo nel Novecento, sono stati così ostinatamente, così ostentatamente antitedeschi. Eppure le sue prese di posizione polemiche, le sue stroncature sia politiche che letterarie rivelano se non una conoscenza specialistica, un’inesausta e non superficiale attenzione verso i movimenti politico-culturali a nord delle Alpi e un’apertura ai nuovi avvenimenti nella letteratura in lingua tedesca, profondamente diversa da quella degli altri intellettuali italiani nel periodo tra le due guerre.

Giaime Pintor

di Stefania De Lucia |

L’interesse di Giaime Pintor per la lingua e la cultura tedesca affonda le radici nell’infanzia ed è riconducibile alla passione familiare per la radio e per la musica, in particolare per Schubert, Beethoven e Wagner. Anche in età adulta la musica resta ai suoi occhi un’arte nella quale, a differenza di quanto avviene nella parola scritta, i paesi di lingua tedesca conservano memoria dei più alti valori civili, senza piegarli alle nuove ideologie politiche.

Debussy cronista e critico musicale

di Anna Battaglia

autrice di Claude Debussy, Monsieur Croche. Tutti gli scritti, a cura di Enzo Restagno, Milano, Il Saggiatore, 2018 (da Claude Debussy, Monsieur Croche et autres écrits, Introduction et notes de François Lesure, édition revue et augmentée, Paris, Gallimard, 1987 (prima edizione 1971)

Il Monsieur Croche del Saggiatore è la prima traduzione italiana dell’edizione del 1987, la raccolta integrale, in ordine cronologico e senza rettifiche, di tutti gli articoli del Debussy giornalista e critico musicale, apparsi su periodici tra il 1901 e il 1914, e di quasi tutte le interviste da lui concesse.

Alla concentrata e asettica raccolta del 1921 succede la versione grezza senza revisioni di tipo