di Sara Reggiani e Leonardo Taiuti, autori di Mark Z. Danielewski, Casa di foglie, Roma, 66thand2nd, 2019 (traduzione di House of Leaves, Pantheon Books, New York, 2000)
È sempre complicato tradurre un testo a più mani: si rischia di perdere il filo del discorso, di mescolare i registri e di finire per produrre un patchwork di voci che poco ha a che vedere con l’opera originale. Per questo di solito, quando ci affidano una traduzione condivisa (capita spesso, siamo marito e moglie, e ci revisioniamo a vicenda), ci muoviamo sempre con estrema cautela, pur conoscendo alla perfezione le debolezze e i «tic» l’uno dell’altra. Con Casa di foglie, però, ci siamo trovati di fronte sfide completamente nuove: il libro è un mondo a sé, un piccolo universo popolato di entità vive, pulsanti, che si muovono (e con loro si muove anche il lettore, costretto a girare fisicamente il libro, capovolgerlo, osservarlo allo specchio