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Misurare l’esistenza a colpi di traduzione

INTERVISTA A SUSANNA BASSO di Gianfranco Petrillo | Per fortuna, con la buona stagione e le vaccinazioni il maledetto covid ci ha lasciato un po’ di respiro. Abbiamo potuto guardarci in faccia, Susanna e io, non attraverso uno schermo. Abbiamo potuto conversare, con semplicità. O meglio: la semplicità è tutta sua, la strabiliante semplicità con cui lei sola riesce a dare senso anche alle contorte e banali domande con cui io cerco, invano, di metterla in difficoltà, trovandomi a essere io quello in difficoltà, quello che fino a quel momento non ha capito niente. E capisce meglio ora, oltre a tante altre cose, anche perché «tradurre» chiude, esaurito non solo il suo compito, ma il suo tempo.

Le molte vite di una traduttrice

BIANCA UGO DALLA TRADUZIONE ALL’ARTE DIVINATORIA di Patrizia Caccia | Fra i tanti traduttori che, fra gli anni trenta e settanta del secolo scorso, hanno accompagnato l’ondata di importazioni di letteratura e cultura straniera in Italia, un posto particolare va riconosciuto a Bianca Ugo che, fin dal famigerato “decennio delle traduzioni”, ha prodotto apprezzabili versioni dal tedesco e dall’inglese.

Bianca (all’anagrafe Bianca Enrica Luisa Maria Teresa) Ugo nacque a Genova l’11 febbraio 1910 da Nice Castellani – un’appassionata apicultrice morta il 21 giugno 1974 – e da Ernesto, agente di cambio. Oltre a Bianca, gli Ugo ebbero Franco e Bruna, storica dell’arte.

 

Un imprenditore della cultura

LUIGI RUSCA E LE LETTERATURE STRANIERE di Stefano Bragato | Luigi Rusca (Milano 6 aprile 1894 – 9 agosto 1986) è un personaggio molto citato negli studi sull’editoria ma ancora poco studiato, al punto che persino le informazioni biografiche sul suo conto sono relativamente scarse. Conviene dunque richiamare fin da subito i principali punti della sua traiettoria (ringrazio Sara Lonati per avermi fornito i dati fondamentali sulla biografia di Rusca). Nato in una famiglia alto-borghese di imprenditori, studia al Liceo Parini di Milano – dove ha per compagni Piero e Carlo Emilio Gadda – e, dopo aver combattuto come ufficiale di complemento nella guerra del 1915-18, si laurea in lettere classiche all’Accademia scientifico-letteraria (poi Università Statale). Mentre inizia la sua attività al Touring Club Italiano come redattore capo del mensile «Le Vie d’Italia», collabora anche al quindicinale antifascista milanese «Il Caffé», assieme a Riccardo Bauer, Tommaso Gallarati Scotti, Ferruccio Parri, Piero Jahier, Giovanni Mira e Mario Borsa.

Giocare con le parole

di Camilla Pieretti autrice di Michael Rosen, Il libro dei giochi. 101 modi per divertirti di più nella vita, Milano, Il Saggiatore, 2020 (da Michael Rosen’s Book of Play, London, WellcomeCollection, 2019) | Tradurre Il libro dei giochi di Michael Rosen è stata una delle esperienze più divertenti della mia vita, ma anche una delle più impegnative. Con il suo stile arguto e irriverente, ironico e insieme profondo, l’autore si “prende gioco” (letteralmente) di qualunque cosa per spiegarci come giocare serva a imparare a essere più flessibili, a convivere con i cambiamenti, a riscrivere le regole per organizzarle in strutture nuove… nella vita di tutti giorni come, ovviamente, nella lingua! Il testo, una via di mezzo tra un saggio sulla creatività e una guida al gioco per grandi e piccini, include un intero capitolo dedicato ai giochi di parole, ma Rosen coglie ogni occasione per sfruttare appieno il potenziale del linguaggio, stravolgendo e reinventando morfologia, sintassi, semantica, fonetica e punteggiatura. Traducendolo ho capito, una volta di più, che la lingua è qualcosa di plastico e mutevole, e che parole e frasi sono come mattoncini di Lego con cui giocare, scomponendoli e ricomponendoli. Non solo: ho imparato a guardarmi attorno con occhi diversi, cercando in ogni cosa uno spunto nuovo, una nuova prospettiva, reinterpretando ciò che vedo (e sento) in chiavi diverse e non soltanto in quella più ovvia.

In questo numero – Numero 18

Magda Olivetti Maestra di bottega, di Paola Mazzarelli Pratiche L’altra, di Elvira Mujčić Quando la fedeltà arriva da sola, di Norman Gobetti Le traduzioni di Silvia Pareschi, a cura di Norman Gobetti Quella volontaria sospensione dell’incredulità, di Cristiana Mennella Studi…

Hanno collaborato – Numero 18

Eva Allione traduce narrativa e saggistica dall’inglese Giulia Baselica insegna lingua, letteratura e cultura russa all’Università di Torino Hilary Basso traduce e insegna inglese e tedesco alle scuole secondarie in Italia e italiano per stranieri in Canton Ticino Elisa Bolchi…

Mordere il mallo della noce

EMILIO CASTELLANI, TRADUTTORE DEL TEATRO DI BRECHT (E NON SOLO)

di Aldo Agosti |

Il nome di Emilio Castellani (1911-1985) non è ignoto nella repubblica delle lettere: molti, quasi tutti forse, lo assoceranno alla traduzione in italiano di alcuni fra i più noti autori di lingua tedesca dell’Otto e Novecento; per non citare che i più celebri: Goethe, Thomas Mann, Arthur Schnitzler, Franz Kafka, e soprattutto Bertolt Brecht. A delineare mirabilmente in poche righe il senso più profondo del suo percorso intellettuale vale ancora il ritratto che cinque mesi dopo la sua morte gli dedicò Claudio Magris:

Castellani appartiene a

Due lingue inaudite

FRANCO ANTONICELLI DA LE AVVENTURE DI TOPOLINO A SE QUESTO È UN UOMO

di Domenico Scarpa |

Tra i poeti segnalati al Saint-Vincent 1948 e accolti nel volume I poeti scelti di quell’anno c’è Franco Antonicelli. Con qualche civetteria la sua nota biografica (p. 20) non fa cenno né al suo lavoro editoriale né al suo impegno politico attivo:

Franco Antonicelli è nato il 15 novembre 1902 a Voghera. Risiede a Torino.
Non ha mai pubblicato poesie né ha mai preso parte a nessun concorso letterario.
Laureato in lettere e in legge. Collabora a diversi giornali con articoli di letteratura e politici.

Questa dell’ottobre 1949 (finito di stampare dell’antologia Mondadori) è realmente la prima apparizione pubblica di Antonicelli come poeta in versi,

Sprovveduti, innovativi o libertari?

QUALCHE CONSIDERAZIONE SULL’USO DEGLI ANGLICISMI IN ITALIANO

di Alessio Mattana |

Nello scorso numero di «tradurre» Massimo Fanfani ha scritto un articolo ricco di spunti sulla seconda ristampa di L’italiano è meraviglioso (2019) di Claudio Marazzini, ordinario di Storia della lingua italiana presso l’Università del Piemonte orientale e da oltre sei anni presidente dell’Accademia della Crusca. Come suggerisce il sottotitolo del volume, Come e perché dobbiamo salvare la nostra lingua, l’intento di Marazzini è quello di lanciare un appello in difesa dell’italiano, la cui esistenza sarebbe in pericolo.

Le traduzioni tedesche del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

di Chiara Sandrin

Nel 2019 l’editore Piper di Monaco ha pubblicato la terza traduzione tedesca del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa (Lampedusa 2019). Presso lo stesso editore il romanzo era stato pubblicato per la prima volta nel 1959 con il titolo Der Leopard nella traduzione di Charlotte Birnbaum (Lampedusa 1959). Frutto di una feconda collaborazione con la vedova di Tomasi di Lampedusa, Alessandra Wolff-Stomersee, ricordata con gratitudine in ogni successiva edizione tedesca del romanzo, la traduzione di Charlotte Birnbaum ha segnato una prima, fondamentale tappa nella ricezione tedesca del romanzo.